domenica 12 ottobre 2008

Passioni da anime

Da qualche mese è nata in me la passione per i manga e gli anime.

Infatti, spesso cerco su youtube i video che vedono i personaggi degli anime come protagonisti.

Uno di questi video è la storia di Marmelade Boy (in italiano Piccoli Problemi di cuore).

Il video è molto ben fatto e racconta la storia attraverso le immagini più significative. Come colonna sonora, invece, è stata scelta "Bella come non sei mai" di Paolo Meneguzzi

I protagonisti sono la giovane Miky e Yuri (la marmellata d'arance del titolo... un soprannome che gli affibbia Miky, dicendo che lui sembra amaro ed ostico ma in fondo è dolce).

Una storia tenera, dolce, che sa di adolescenza, di piccole passioni che divampano, di scelte difficili e di crescita. Il tema di "sottofondo" è l'amore eterno. Qell'amore che ti consuma e che alla fine esce vincitore.

Ne sono esempi l'amica di Miky, che si innamora, ricambiata, del suo professore e, nonostante le mille difficoltà, riuscirà alla fine a coronare la sua storia con il classico happy end.

E la stessa Miky che continua ad amare Yuri anche quando lui è lontano e l'ha lasciata rudemente.

Continua ad amarlo anche quando emerge che sono fratelli...

E di fratelli-amanti, che non vogliono rinunciare l'uno all'altra, parla anche un altro manga-anime "Angel Sanctuary".

L'atmosfera qui è decisamente diversa: gotica, noir, blasfema a tratti.

Sia per la situazione dei due protagonisti (che a ben vedere sono fratellastri non proprio fratelli: una sorta di servosterzo per la morale), sia per il delicato tema trattato: quello della lotta tra angeli in un clima apocalittico (dove alla fine gli angeli vengono tratteggiati in maniera abbastanza lugubre e poco edificante).

Di seguito la trama (tratta da Wikipedia):

Il protagonista di questo manga è Setsuna Mudo, a cui viene rivelato di essere la reincarnazione di un bellissimo angelo femminile Alexiel, che per essersi ribellato a Dio fu costretto alla perpetua Metempsicosi.

Ogni sua reincarnazione segue la linea di un tragico destino: un amore impossibile e una morte repentina. Sono due demoni, che volevano riportare in vita Alexiel, a svelare a Setsuna il suo destino. In contemporanea, il cherubino Catan trova il modo per tirare fuori dal limbo Rosiel, angelo inorganico e fratello gemello di Alexiel, nonché suo esatto opposto.

Appena liberato Rosiel ordina a Catan di risvegliare Alexiel. Catan scopre Setsuna e cerca anche lui di risvegliarlo, ma per lui diventa molto difficile perché Setsuna è accompagnato dalla sorella Sara di cui è innamorato e dal senpai Kira. Rosiel arriva a dover controllare le persone per poter risvegliare Alexiel ma l'unica cosa che ottiene è far fuggire Setsuna con la sorella in un paese straniero; i due, innamorati, decidono di vivere lontano dal Giappone, ma scoprono che Kira viene arrestato per qualcosa che in realtà ha fatto Setsuna.

Tornano in Giappone e allora Rosiel ingaggia Kirye per eliminarlo, ma per errore uccide invece Sara...

Un week-end tra torte e cioccolato

E' domenica... accidenti domani già si ricomincia!

Si fa tanto per arrivare al week-end in una settimana dove ogni giorno se ne va via lento come miele che cola da un cucchiaio ed invece il week-end viene risucchiato via in un botto.

Imperdibile la Festa del cioccolato, il "Cioccolateano". Pop corn al cioccolato, frutta disidratata intinta nel cacao, il cioccolatè, una gustosa miscela di cioccolata fredda e densa, e croccanti torroncini ricoperti di fondente. E, per non farsi mancare nulla e conservare anche la memoria storica, la moneta dell'incontro e quella che riproduce lo stemma del comune.

E' sempre un piacere vagare tra i banchetti dei vari pasticcieri, ognuno dei quali mette in mostra le proprie golosità, frutto della fantasia e di un'arte tanto antica quanto "squisita" ed assaporare la cremosità del cioccolato che si scioglie in bocca.

Insomma un profluvio di endorfine, che non fanno mai male anzi fanno decisamente "bene".

Buona domenica!!

venerdì 10 ottobre 2008

Piccole citazioni

Nelle mie peregrinazioni sul web ho trovato un post di una blogger "tormentata".

Mi ha colpito la tensione che scorre nelle parole sfociando in emozioni liquide che non possono non avvincere il cybernauta che in esse si imbatte, facendo provare una sorta di simpatia-empatia.

Da http://schiavadamore.blogspot.com:

Il tempo della scrittura non ha corrisposto più alla mia vita. Ho riversato fiumi di parole altrove, per colmare tra le righe, per altri, quel tempo che mi percorreva all’apparenza senza rendermene conto. Ho sparso pensieri e desideri e vanità senza preoccuparmi di nulla, oltre le mie necessità. Non ne provavo vergogna, questa la provo ora, che la “normalità” mi è vicina. A rileggermi, fatico a confermare mie le false dediche.

Poi, alla Tua voce sul ritorno, ho pianto con la disperazione che mi divorava il corpo, d’una gioia impronunciabile e svuotante. Pareva irreale, eppure dava ad ogni cosa il suo senso. Dava un nome al mio dolore. Il mio dolore non inconsapevole, ma voluto al punto da risultare folle.

Ogni cosa ora mi sembra lontana, di un’altra donna. Ora so quanto sono stata vicina al limite, quello che separa l’uno dall’altro, ma al punto di sentire di superarlo. Tutto il mio corpo ha misurato il tempo e più che mai ora so, che si può essere capaci di tutto, anche di ciò che si trova insensato negli altri, perché io stessa vi ho fatto ricorso. E questo, mi ha unito di più alla vita, e a Te, con la convinzione che viversi così sia un lusso.

(...) Ora sono scomparse. Le trafitture sono scomparse.

Non so se sono più tranquilla o se invece sono solo più stanca, forse un po’ tutte e due le cose, credo, ora che riesco a stare seduta su una sedia, a scrivere, senza la solita, fitta acuta, l’unica conseguenza oggettiva dei giorni passati a parlare e a parlare.


Essere se stessi

Nella vita quanto si è liberi di essere quel che si è o si vorrebbe essere?


La risposta è: molto poco.


Ricordo che il professore di psicologia all'Università insisteva molto sull'illusione che l'essere umano coltiva. Quella di essere libero ed autonomo nel determinare se stesso e la propria vita.


Illusione, appunto questo. Perchè poi si è vincolati da tante cose: la famiglia dove si è nati, la condizione socio-economica di partenza, il contesto in cui si vive.


Insomma, tutte le forze di "contorno" remano contro la nostra presunta e "pretesa" libertà.


Certo, però, meglio essere consapevoli delle cose che sentirsi vittime di forze superiori. Quelle che i latini chiamavano fato o destino ma che altro non sono se non le forze sociali che tessono relazioni ed aspettative.


Ma poi quanto le aspettative altrui condizionano le nostre scelte?


Altro vincolo, in fondo. Il "diktat" è non voglio deluderti, voglio soddisfare le tue aspettative.


D'altronde Milgram dimostrò, nei suoi esperimenti sull'autorità, fin dove le persone possano spingersi per conformarsi alle altrui aspettative.


Se poi le aspettative sono di tutto un universo di riferimento (vedi la voce genitori, parenti amici e se stessi per quello che si vuole essere) va da sè che la "pressione" è enorme.


La pena è una: l'abbandono.


La domanda, quindi, resta in sospeso. Quanto siamo davvero noi stessi?