martedì 29 aprile 2014

Passeggiando in bicicletta o auto per aiutare l'ambiente a respirare

 Napoli e provincia sono prigionieri dei tagli al trasporti. 

In tutte le province si sussegue una lunga serie di drastici ridimensionamenti del budget disponibile e disservizi. 

A causa dei tagli ai fondi per i trasporti, i paesi collegati a Benevento, solo per fare qualche esempio, possono raggiungere il capoluogo solo in alcune fasce orarie (anche molto distanziate tra loro). 

Non va meglio per Avellino e provincia che addirittura hanno visto eliminare quasi ogni collegamento con il capoluogo by bus di domenica.

Nel capoluogo, poi, le aziende di trasporto su gomma e su ferro sono al collasso, tanto da aver ridotto il servizio anche oltre il 51% rispetto agli anni precedenti.

L’inferno viaggia su ferro e gomma anche per i gli utenti della Circumvesuviana. Infatti, su un parco macchine di 140 mezzi, ben 100 sono fermi al palo, il che significa essere arrivati quasi ad un annullamento del servizio stesso.

Un modo ecologico ed intelligente per districarsi tra  fallimenti aziendali, autobus fermi e vecchi rottami impossibili da riparare (quando non manca anche benzina e polizza assicurativa), è salire sul sellino di una bicletta per percorrere strade alternative e suggestive e bypassare così il traffico congestionato, cullando la propria anima.

Ecco perché a Napoli nasce (e sarà attivo dal giovedì 1 maggio, tutti i giorni) bici sightseeing: ossia  ciclopasseggiate guidate.

Una buona pratica che vede collaborare l’Anea-Agenzia napoletana energia e ambiente, il Comune di Napoli e numerose associazioni del settore alberghiero.

Tutti insieme a favore della promozione del turismo responsabile e della mobilità sostenibile.
   
L’iniziativa si chiama I Bike Naples, un modo alternativo e gustoso per  visitare la città su due ruote, scoprirne e amarne l’arte e le bellezze naturali da una prospettiva differente, rispettando l’ambiente.



A partire da giovedì 1 maggio, quindi, i turisti italiani e stranieri potranno noleggiare una bicicletta e passeggiare accompagnati da una guida in lingua italiana e inglese, scegliendo tra due percorsi a tappe della durata di circa 3 ore ciascuno, al costo di 15 euro.

La Napoli antica, tra le principali piazze e monumenti dei decumani, e la Napoli panoramica, per pedalare passando per il Palazzo Reale, il Maschio Angioino, il Castel dell’Ovo, il lungomare e la Villa Comunale.

Prenotazioni sul sito web dedicato www.ibikenaples.it o telefonando al numero 081 419528.




Un’altra “strada” per ovviare ai bus al collasso (con tempi megagalattici di attesa e di spostamento da un punto all’altro) e taxi troppo costosi (la tratta Capodichino- Vomero ad esempio costa in media 17-20 euro) è il car sharing (condivisione di auto). Anche la tasca ringrazierà.

Il cambio di visione viaggia su due binari.

Il primo è quello di liberarsi di costi fissi come assicurazione, bollo, carburante e costi ulteriori di manutenzione ordinaria e straordinaria. L’auto quindi non è più un onere sempre più pesante da sostenere bensì un servizio sui cui si usufruisce in caso di bisogno.

Secondo versante. Quello della tutela dell’ecosistema e di conseguenza della salute del pianeta, collettiva ed individuale. Per inaugurare un nuovo codice etico di comportamento e di convivenza pacifica.

A Napoli l’esperienza del car sharing elettrico è stato inaugurato da un’azienda che si chiama Bee Green Mobility Sharing (www.bee.it) ed è capitanata da Mario Conforti.

A coprire spazi anche ampi è una piccola “ape” (da qui il nome dell’azienda) elettrica, una Renault Twizy, pari come potenza ad uno scooter (raggiunge un massimo di 60 chilometri orari), biposto. Pregi e difetti di uno scooter la accompagnano. Pregi: si può parcheggiare, gratis, sia nei vari punti targati bee sia nelle strisce bianche riservate ai motorini.



In più libero accesso alle zone a traffico limitato (ztl) essendo ad emissioni inquinanti zero. Difetti: un abitacolo ristretto e non comodo proprio per tutti.

I costi sono contenuti: trenta euro all’anno per attivare il servizio.

Questi trenta euro danno diritto ad avere una tessera, una sorta di passepartout che apre l’auto noleggiata (il noleggio può avvenire tramite telefono, sito o app sul cellulare).

E’ possibile “restituire”  l’auto presso gli appositi parcheggi, dotati di colonnine di autoricarica.

Con la medesima tessera la portiera viene chiusa (le chiavi di accensione devono essere riposte nel cruscotto) ed un messaggio notifica la corretta restituzione della piccola auto elettrica.

Al costo della tessera (costo di attivazione) si devono aggiungere 0.15 centesimi di euro per lo sharing per la prima ora , 0.20 per la seconda e 0.25 per la terza.

Vero è che la batteria ha un’autonomia di tre ore, ma non è detto che si debba viaggiare su strada per tre ore filate. Chi avesse bisogno dell’auto per l’intera giornata, infatti, magari la parcheggerà per alcune ore per poi riprenderla all’uopo. Se poi la batteria dovesse proprio “cedere”, viene fornito anche un adattatore che permette di ricaricare  la piccola aiuto targata Bee direttamente a casa.

Ma l’esperienza del car sharing strega tutto lo Stivale. Dall’eqsharing (www.eqsharing.it ), primo servizio totalmente elettrico di Milano, alla Car2go (www.car2go.com ), che viaggia sulle quattro ruote della Smart fortwo.



 Il servizio, in quel di Milano, è diviso tra quello comunale fornito dall’Atm, per chi abbia bisogno di un’auto più grande per viaggiare in più di due persone, e la Car2go appunto, soluzione studiata per spostamenti brevi, meno di 40 minuti, per sostituire la fruizione di taxi, bus, metro e tram a livello cittadino.



Sempre sul territorio di Milano troviamo Enjoy di Eni (https://enjoy.eni.com ) . Il servizio ha un costo di 25 centesimi al minuto, permette di accedere alla zona C di Milano e conta su un parco macchine di ben 430 vetture che, dicono dall’azienda, a breve diverrà di 600.

L’esperienza del car and bike sharing non interessa solo il Belpaese ma attraversa trasversalmente tutta il sistema mondo. Dalla California a Madrid, passando per Parigi, Amsterdam e Bilbao. E’ il crescente fenomeno delle  “smart city”, cioè città che adottano provvedimenti concreti per migliorare la qualità della vita.



NAPOLI: SPECCHIO DEL MONDO

Nel caso del capoluogo partenopeo, però, il tentativo appare ancora più significativo per una serie di fattori: in primis l’alta densità abitativa campana (che ospita circa il 10% della popolazione italiana per un territorio pari al 4,5 di quello nazionale).

Una struttura urbana caratterizzata da vicoli, vicoletti ed intrecci stradali, che molti definiscono “infartuata”, un prodotto interno lordo (Pil) procapite di appena 13mila euro a fronte dei 30mila della media europea.

Tutte queste variabili si traducono in un accumulo di disservizi a cui non si riesce a porre rimedio perché le casse dell’Ente – Comune sono desolatamente vuote ed anzi indebitate.

Napoli, dunque, condivide dei parametri di disagio sociale tali da renderla equiparabile a qualsiasi città del mondo, anche la più disagiata. Dunque, una buon successo dell’iniziativa ed una diffusione del servizio a Napoli significherebbe un’esportabilità dell’esperienza in qualsiasi contento a tutto vantaggio dell’ambiente e della salute globale.


NOVITA’ SALVAMBIENTE

Intanto arriva anche un’altra novità salvambiente. A breve, infatti, sarà sul mercato l’attesissima auto ad aria compressa. Si partirà dall’AirPod, omologata come quadriciclo leggero “oversize”, studiata per i sedicenni.


Si penserà poi alla versione mini per i quattordicenni ed infine farà il proprio ingresso in società la berlina, una vera e propria reginetta  con il pallino per l’ambiente, ma accessibile alle tasche (7mila euro il prezzo a listino programmato). Si parte, dunque, con due e quattro ruote, fino ad arrivare a bus, container e trattori.


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