giovedì 19 luglio 2018

La pecora rosa: il coraggio di assumersi la responsabilità di una scelta

La Pecora Rosa, di Carlo Misaki Ditto (lo potete trovare alla Libreria Mondadori o su Amazon qui), è un romanzo che possiamo leggere su due livelli.


Quello contenutistico, che ci comunica l'idea di una consapevolezza raggiunta progressivamente

Una consapevolezza. che quindi lo rende contenutisticamente maturo; e quello della forma e dello stile, che appare incerto, immaturo, acerbo, tale da inciampare e cadere spesso o di fermarsi a un soffio dal precipizio degli errori di scrittura più grossolani.

Ma la forza di questo libro sta nella sincerità con cui vengono raccontate le fasi della vita di Claudio, alterego dell'autore,


"E' tutto autobiografico - spiega Carlo Ditto -. Ho cambiato solo i nomi per proteggere la privacy delle persone che si sono incarnate nei personaggi. Per il resto è tutto vero: sia le persone che le situazioni".


LA STORIA


Carlo sta per compiere  30 anni e, assieme ad un caro, amico, decisamente sopra le righe, rispetto al quale nel corso del libro si susseguono momenti di vicinanza e zuffe fisiche ed emotive, si appresta a festeggiare questo traguardo. Lo "taglierà" assieme amici vecchi e nuovi, attorniato da semplici comparse e persone significative. E con il suo amore.


Ecco perchè decidere di raccontare al lettore, e di ripercorrere dentro di sè, il patchwork di esperienze,di vita belle e brutte, ma sempre significative nella sua peculiare rielaborazione emotiva,  che l'ha condotto fin lì.


"Questo romanzo - evidenzia l'autore - ha costituito  una sorta di sfogo terapeutico. Sono riuscito a liberarmi da alcune zavorre ed a curare numerose ferite. A prendere le distanze da numerosi avvenimenti ed a interpretarli diversamente. A ricostruire un filo logico e soprattutto emotivo".



Quando Claudio comincia a narrare la sua storia ha 29 anni ma parte da molto prima e i frammenti vengono ricomposti solo quando Carlo, l'autore, ne trova la forza, perchè "le ferite sono state già curate. E' stata una sorta di pratica clinica per fare pace con se stessi, per chiudere un capitolo. Per andare davvero avanti e investire sul se stesso adulto, tra lavoro e carriera".

Nella ricostruzione del suo percorso di consapevolezza sulla sua identità sessuale  Carlo/Claudio parte dalla fine e torna indietro, riannoda i fili della memoria e della sua stessa esistenza. Nella consapevolezza che la pecora nera di una famiglia sia più "giustificata", in fondo di una pecora rosa.

Nel racconto l'autore non tace nulla e torna indietro, ai primi anni di scuola ed alle angherie verbali, psicologiche ed emotive, sull'onda delle minacce di punizioni divine, funzionali alla creazione del senso di colpa, di una suora.

Spererei - continua Ditto - che oggi la situazione sia un po' migliorata. All'epoca gli insegnanti erano i primi a ridere quando si manifestava una diversità di opinione e modi di essere".






Carlo Misaki Ditto racconta così di un'Italia ipocrita e di quello che accade in una famiglia perbene quando si scopre di avere un figlio omosessuale. Della vergogna e del senso di colpa con cui si cerca di scendere a patti, scacciandolo.

Racconta di quel bullismo che permeava le aule scolastiche e la quotidianità, anche se non ci si rendeva neanche conto che alcune azioni avessero quel nome e quell'essenza, ma di come venisse ercepito come "una cosa da niente", di cui ridere. Racconta del difficile percorso verso una reale presa di consapevolezza di sè, capace alla fine di rendere più sereni, e della transizione verso un'identità più vera.

LO STILE DI SCRITTURA

La forma è quella del diario. I pensieri che girano nella testa e quelli espressi esondano e vanno fuori dagli argini. Parimenti anche le parole vergate sulla pagina bianca vanno fuori margine e fuori rigo, invadono gli spazi che dovrebbero essere lasciati liberi. Una pagina affollata, così come lo sono la mente e il cuore.

Claudio in tutto il libro insegue l'amore, quello per se stesso e quello per un partner. Lo cerca ovunque: nelle chat, nei locali, a feste bizzarre ed improbabili, tra amici che si rivelano nemici... Lo insegue, lo sfiora, ed alla fine lo trova...
In questo "lungo fatale inseguimento d'amore", come Lo definirebbe Louisa May Alcott,fa degli errori palesi e per renderli ancora più palesi, e grossolani, Carlo/Claudio li riporta sulle pagine, nero su bianco, li rende evidenti. 






AMARSI UN PO'

Ed alla fine l'amore arriva. Arriva quello per se stesso e per un'altra persona. Arriva quando Claudio ha il coraggio di assumersi la responsabilità di una scelta. Giunge quando lui arriva a volerlo dire in famiglia, perchè in quel contesto si sente finalmente protetto ed a quel contesto relazionale sente di appartenere, di farne parte.

"Per un lungo periodo - sottolinea l'autore - ho tenuto chiuse dentro di me alcune idee molto forti, com'era forte il dolore che provavo. Attraverso questo libro quelle idee, e quelle emozioni, sono state diluite e decantate, supportate nell'espressione e legittimate ad esistere, a livello sia collettivo sia sociale".

Il risultato è stato che questo libro è divenuto un minicult, come ci racconta Ditto stesso, pur tra inevitabili polemiche da parte di chi lo accusa di sfruttare e strumentalizzare il movimento gay.

A testimoniare, però, la voglia di condivisione e di rispecchiamento, di riconoscersi e di esprimere se stessi, ci pensano le oltre 2300 copie vendute ed uno spettacolo teatrale in via di costruzione.



mercoledì 18 luglio 2018

Te le do io le bollicine: alchimia tra gusto e bellezze naturali al Nabilah

Una serata svoltasi in riva al mare, uno specchio d'acqua calmo e placido, di fronte al quale ogni dolore pare acquietarsi, come cantano i poeti, sotto lo sguardo vigile, e al contempo ammaliante, di imponenti scogliere.
Acqua marina sulla quale si riflette la luce, generando intensi bagliori.

Ma anche  salata e "saporita", che con il calore assunto al tramonto sembra ricordare l'appetitosa acqua di cottura della pasta.
Sembra dunque studiato ad arte questo connubio tra natura e cultura enogastronomica.
Quasi che l'essere umano, la natura e gli dei benevolenti si fossero messi d'accordo per creare un connubio dalle atmosfere magiche, un'alchimia di sapori e consistenze frutto di un gradito invito a tavola.
Un invito a cena all'insegna delle bollicine abbinate a piatti gustosissimi, in un gemellaggio virtuoso di reciproca esaltazione dei sapori.
La bollicina, infatti, (che sia champagne, spumante o prosecco), si sa, fa da paciere a tavola. 
Le bolle sono un ottimo accompagnamento a “tutto pasto”, e si abbinano particolarmente bene alla pasta in quanto effervescenza e sapidità compensano la tendenza dolce presente nell’amido. 



In occasione della decima edizione di “Te le do io le Bollicine”, evento svoltosi lunedì 16 luglio al Nabilah (prestigioso beach club napoletano), cinque chef stellati hanno deliziato gli oltre 1200 appassionati wine lover accorsi proponendo loro primi piatti a base di pasta pensati appositamente per essere accostati alle bollicine protagoniste della kermesse.
Ecco le loro cinque proposte preparate con la pasta dei pastifici gragnanesi appartenenti alla rete di imprese La Selezione”:
-        Chef Pasquale Palamaro (Ristorante Indaco) – “Te le do io le lumachine”, piatto dedicato all’evento composto da lumachine mantecate con crema di alici fresche, zucchine alla scapece e polvere di patata viola acida;

-        Chef Lino Scarallo (Palazzo Petrucci) - Fusilloni con melanzane affumicate, calamari e limone;

-        Chef Domenico Iavarone (Josè Restaurat) - Rigatone con gazpacho di pomodoro, olive, capperi e ombrina marinata;

-        Chef Luciano Villani (Locanda del Borgo) – Mezze maniche con cozze, limone e pepe rosa;

-        Chef Marianna Vitale (Sud Ristorante) – “O’ Puveriello a Tokio”, originale reinterpretazione degli “spaghetti alla puveriello”.
L’evento, che quest’anno ha registrato un ulteriore incremento di consensi, viene organizzato da dieci anni dall’Associazione Italiana Sommelier (delegazione di Napoli) e dal Nabilah per festeggiare a suon di cin cin la chiusura dell'anno di attività dell’AIS.


TRA UNA DEGUSTAZIONE E L'ALTRA
Un gustoso cocktail di benvenuto a suon di spritz

Un antipasto verace e robusto a base di trippa. 

Ed ancora, tra le varie portate ed accostamenti proposti, le degustazioni a base di formaggi, promosse dall'ONAF, l'Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Formaggio (con diversi livelli di stagionatura,  caratterizzati da flavour variegati. Da quelli più delicati a quelli decisi; da quelli dalle consistenze cremose a quelli più compatti. Un minuetto di sapori del territorio, condiviso con capocollo, salame e mortadella odorosa.

Spazio, poi, ad un croccante cannolo ripieno di crudo di sgombro su un letto di cappuccino caprese, ideato dallo chef Alessandro Moraco della Locanda del Testardo.

A seguire un crudo di triglia di fango alla livornese messo a punto dal Ristorante Mamma Elena che gioca su colori ed emulsioni in grado di fare il verso e riprodurre l'habitat tipico dell'ingrediente principale.

Un brindisi con uno spumante, prodotto da vigneti autoctoni italiani, dal colore dorato.

Ai banchi del food si sono alternate, in base ai diversi orari, numerose specialità, in una sorta di staffetta del gusto.

Per concludere questo viaggio nei sapori, ecco giungere gustosi crocchè, figli della più autentica tradizione partenopea, fritti al momento e serviti bollenti e fragranti, "scrocchiarelli" al punto giusto.

Food 
Oyster Experience a cura di Vincenzo Supino
Old Friends
Tarallificio Tonino
Malafronte Panificio
Olio Guglielmi

ONAF Napoli con i formaggi della famiglia BUSTI e i salumi LEVONI 
Carmasciando
Tempio dei formaggi

 



Kuma 65
La Locanda del Testardo
La Fescina
Liv Bistrot
Mamma Elena
Le Lune Bistrot
Il Falangone
Maria Rosaria canò
Masseria Guida
Masseria Alaia

Locanda Rei 
Mosè a Ridosso
La Playa

Chef Stellati
Palazzo Petrucci* con Lino Scarallo
Sud Ristorante* con Marianna Vitale
La Locanda del Borgo Aquapetra* con Luciano Villani
Indaco* con Pasquale Palamaro

Josè Villa Guerra 






Area street food
Chamade
Macelleria Hamburgheria Da Gigione
Da Pasqualino
Happy Hours
Caseari Cautero

Casa de Rinaldi

Olio e pomodoro 

 Dessert
Sweet Emotions
Pasticceria Lisita
Kiwi SunGold Zespri

Wine
Banco d'Assaggio PROPOSTA VINI
Una selezione di bollicine da uve autoctone italiane, dalle Alpi alla Sicilia
Metodo Classico:
Rosè Brut S-ciopét – Pelaverga – Castello di Verduno
Bianco Dosaggio Zero – Erbaluce, Timorasso, Cortese, Moscato – Erpacrife
Groppello Brut Nature Paxtibi Bianco dal Nero – Zuliani
Blanc de Sers Brut Nature – Vernaza, Valderbara, Nosiola – Casata Monfort
Vernaza Belle – Pravis
Raboso Rosato Brut Redentor – Tessère
Pignoletto Millesimato 1877 – Lodi Corazza
Lambrusco di Modena – Paltrinieri
Pas Dosé Dalnero – Montepulciano, Sangiovese – Strologo
Vinudilice – Alicante Grecanico, Minnella – I Vigneri
Nerello Mascalese Rosé Extra Brut – Murgo
Metodo Martinotti:
Timorasso Terre di Libarna Colli Tortonesi Brut - Poggio
Prosecco Superiore Brut Conegliano Matiù – L'Antica Quercia
Ribolla Gialla Brut – Komjanc
Metodo Familiare:
Schiava Belle Frizzante Sui Lieviti – Francesco Poli
Silvo Frizzante Sui Lieviti – Varietà resistenti – Villa Persani
Naturalmente Frizzante Sui Lieviti – Glera – Casa Belfi
Roncaie Frizzante Sui Lieviti – Garganega – Menti
Boschera Colli Trevigiani Frizzante Sui Lieviti – Zanon Eros
Z Frizzante Sui Lieviti – Vermentino – Quartomoro




Banco dedicato
Bellavista, Foss Marai, Fontanafredda

Banco d'assaggio collettivo
Cantine Carputo, Franciacorta Turra, Ca' del Bosco, Tenuta Cavalier Pepe, Cantine del Mare, Cantine Astroni, Contratto, Ferghettina, Montelvini, Feudi di San Gregorio, Fontanavecchia, Piatti, Sella&Mosca, Vino&Design, Cava Segura Viudas, Braida, Dogliotti, Cantine Iovine 1890, Capri Moonlight, Balter Trento DOC, Domaine D' A - Blanquette



Ph. Paola Tufo


sabato 7 luglio 2018

Cenando sotto un cielo diverso: gusto e solidarietà al Castello di Lettere


Metti una sera d'estate a cena in un posto incantato: un castello sottratto all'incantesimo di una strega cattiva, chiamata degrado ed abbandono, grazie all'opera di una fata buona, che porta il nome di riqualificazione e valorizzazione territoriale.

Metti un lavoro di squadra, ed uno scambio ed una condivisione di competenze, che non si è arreso di fronte alle difficoltà.

Questo è il lavoro fatto nei confronti del Castello di Lettere (ora divenuto Parco Archeologico).

Metti un vento fresco che accarezza il viso ed un panorama che toglie il fiato.



Metti un'acropoli, entrando nella quale si possono gustare inedite combinazioni di ingredienti del territorio, in un accostamento inusitato ed originale di aromi e consistenze.

Scendendo nell'agorà, nella piazza, attraverso scale e viottoli, eccoci immersi nel vociare e negli odori provenienti da  svariate leccornie, gustose rivisitazioni della tradizione, tra carni, formaggi, pasta e innumerevoli delizie.

Sulla terrazza, poi, sarà la volta dei dessert: guarniti con golose confetture e al cucchiaio, tripudio di dolcezza, degna nota di sapore a conclusione di una serata buonissima nei gusti elargiti a piene mani, ma che ha saputo anche far bene all'anima.



Si può essere diversamente felici! – esclama Alfonsina Longobardi, ideatrice ed organizzatrice di “Cenando sotto un Cielo Diverso” – Una persona affetta da un disagio deve vivere a pieno la propria vita, al di là del fatto che la malattia sia guaribile definitivamente o meno. L’associazione 'Tra Cielo e Mare' è nata proprio con lo scopo di garantire la felicità a tutti coloro che normalmente la società considera disagiati”, quindi infelici”. 



Attraverso l’inserimento lavorativo di persone con disabilità, oppure attraverso il coinvolgimento di anziani affetti da malattie degenerative in attività ricreative, od ancora con l’acquisto di un macchinario che può aiutare l’operato dei medici– spiega Alfonsina – si possono garantire il miglioramento dello stile di vita delle persone coinvolte e, quindi, farle sentire appagate”. 

’Cenando sotto un Cielo Diverso’ ci aiuta a credere fermamente che tutto questo è realizzabile! Ringrazio tutti coloro che ci sostengono sempre, e chi domenica sera ha scelto di festeggiare la vita con noi, in uno scenario meraviglioso, ovvero quello del Parco Archeologico del Castello di Lettere, in compagnia di oltre 90  chef che hanno aderito al nostro progetto, garantendoci già che la loro presenza per l’edizione invernale dell’evento”, conclude l’organizzatrice.


Domenica sera, 24 giugno, attraverso l’evento “Cenando sotto un Cielo Diverso”, grazie alla solidarietà delle centinaia di persone che hanno partecipato alla serata, sono stati raccolti fondi che serviranno all’acquisto di un ecografo che sarà donato al reparto di nefrologia dell’ ospedale Santobono Pausilipon di Napoli.

Scopo: poter valersi di uno strumento di diagnosi sempre più all'avanguardia. 

La raccolta fondi continuerà a novembre, in occasione dell’edizione invernale dell’evento, in formula "on the road", con l'intento di scoprire e valorizzare di volta in volta numerose realtà poco conosciute della Campania Felix.



Testimonial della serata l’attore Francesco Albanese che ha allietato gli avventori con esilaranti interventi. Presente anche il cantante Antonio Zeno che ha intonato un brano del suo album di esordio, “Il mio cuore nella musica”.

Oltre 90 gli chef, maestri panificatori, pizzaioli, pasticcieri e artigiani del gusto che hanno contribuito, ognuno con un piatto creato appositamente per l’occasione, a rendere memorabile questo evento che altro non vuole essere se non un grande gesto di solidarietà.



IL MIO PERSONALE PERCORSO NEI SAPORI

Premetto che da golosa, di quella golosità che vuole immergersi in ogni sapore per fare un viaggio nei saperi e nella maestria che vi è alle spalle, avrei voluto assaggiare tutto e davvero tutto avrebbe meritato, per la bellezza della presentazione, la bontà, la capacità di rivisitare la tradizione o di presentare accostamenti inediti ed impensati.

Il mio viaggio e cominciato con un gustoso rotolo di mozzarella autoprodotta in maniera casereccia, ripiena di tonno e pan di spagna del ristorante Il Principe.

E' continuato con un pacchero al vino rosso ripieno di ricotta frollata.

Ed ancora un'invitante pasta alla genovese con polpessa del Ristorante Mamma Elena.

I gustosi panini farciti, una vera e propria sinfonia di sapori, del ristorante Nonna Nannina di Gianpaolo Zoccola (che inaugurerà giovedì 19 giugno alle 20.00 a San Cipriano Picentino, Sa).


Un gustoso tris di maccheroni, a creare un insalata di pasta fredda, conditi con golose bontà, in un accostamento di morbidezza e croccantezza grazie ad un maccherone soffiato e fritto.

Crostini golosi con su adagiate sfoglie aromatiche di guanciale. Per continuare: costolette morbide e succose al punto giusto, frutto di una sapiente brace.

Il tutto innaffiato da un calice di rosso di Lacryma Christi del Vesuvio e da un gustoso tocco di bianco, con un bicchiere di Catalanesca del Monte Somma della Cantina Poggio Ridente.


Ed ancora i saporiti formaggi targati Gargiulo: dalle trecce di fiordilatte, al sapido formaggio stagionato, passando per caciotte e provolone.

Ma attenzione, ci avvisano, bisogna partire dal sapore  più delicato, per poi permettere che il  piccante del provolone si faccia avanti, con il suo retrogusto, e concludere il viaggio nel sapore con la saporosità più decisa a disposizione, per evitare che che gli uni "invadano" e coprano gli altri.

Per concludere il mio percorso uno stuzzicante dolce al cucchiaio, insaporito e reso esotico grazie alle note fruttate del mango.


Hashtag ufficiale: #cenandosottouncielodiverso

Foto a corredo di Leo Cremano

domenica 1 luglio 2018

Giocattoli per riportare il sorriso ai bambini ospedalizzati: iniziativa di beneficenza a Nocera

Se ci si crede davvero e fino in fondo le cose possono trasformarsi... Perchè ogni cammino comincia da un solo passo ed ogni cambiamento da un pensiero, tradottosi in azione, che guarda oltre gli ostacoli ed immagina un orizzonte diverso, più luminoso, anzi dai riposanti colori pastello.

Come quei colori che affrescano le pareti dei reparti di pediatria, affinché i bambini, in particolar modo quelli lungodegenti, possano ritrovare tra quelle mura un pezzetto di spensieratezza, nonostante la sofferenza ed il momento di grigiore imposto dalla malattia.

Affinché quel luogo, l'ospedale, assuma un'aria familiare, assomigliando di più alla propria stanzetta.


Per completare l'opera tanti giochi, di forme e colori diversi, per premiare ogni sorriso che si allarga su quei visi gioiosi e coraggiosi, nonostante tutto, e un gruppo di compagni con cui condividere momenti di aggregazione. 

Infatti, il sorriso dei bambini è capace di illuminare qualsiasi ambiente, anche quello triste degli ospedali! 

Ne hanno dato la dimostrazione un gruppo di 15 ragazzi, 15 colleghi - tutti facente capo alle agenzie “Professionecasa” di Nocera (Inferiore e Superiore) e Castel San Giorgio - che nei giorni scorsi hanno fatto visita ai bambini ricoverati nel reparto “Pediatria” dell’Ospedale Umberto I di Nocera in compagnia di animatori e carichi di regali destinati ai piccoli pazienti.

L’ospedale per il bambino rappresenta il distacco dalla propria casa, dalle proprie abitudini, dai propri punti di riferimento, oltre che il contatto – forse per la prima volta – con la malattia, con la sofferenza personale e con il dolore degli altri. 
L’obiettivo dei 15 ragazzi è far sentire i piccoli ammalati “come a casa”, perciò hanno deciso con questo piccolo gesto di inaugurare una serie di iniziative finalizzate a minimizzare i disagi di natura psichica cui sono soggetti i bambini ricoverati in ospedale rendendo gli ambienti dei nosocomi accoglienti e colorati, in grado di rispondere alle esigenze di gioco e di espressione dei piccoli. 
Ecco i nomi dei 15 “colleghi di lavoro”: Alessandro Palmieri, Alfonso Villani, Annalisa Landucci, Antonella Ruggiero, Antonella Senatore, Debora Carlucci, Marco Romano , Mario Blasio, Mario Mazo, Matteo Vicidomini, Raffaele Coppola, Raffaele Tafuri, Ryzhanovich Aliaksandryna, Salvatore Fausto e Sara Iannone.


I bambini sono i nostri maestri di vita – afferma uno di loro, ovvero Mario Mazo - . E’ grazie ai piccoli, al momento magico della loro nascita, alla semplicità dei loro gesti, alla sincerità delle loro parole che ci rendiamo conto dell'importanza di ogni vita umana. Qualsiasi posto è più luminoso se al suo interno c’è un bambino che sorride!”. “Il nostro obiettivo – concludono i 15 ragazzi – è illuminare le stanze di tanti altri ospedali attraverso il sorriso dei bambini che vi sono ricoverati. Rinnoveremo periodicamente questa nostra iniziativa e speriamo che questo nostro gesto funga da sprono per tantissime altre persone che hanno la possibilità di fare altrettanto in altre zone d’Italia”.