martedì 2 luglio 2019

Cenando sotto un cielo diverso: dieci candeline tra gusto d'autore e solidarietà

Prima dell'esordio ufficiale delle Universiadi, c'è stata una vera e propria "Olimpiade", con un intento profondamento educativo. Una staffetta del gusto, dei sapori e della solidarietà. Un passaggio di mano tra conoscenze, competenze ed abilità, ai fornelli ma non solo.

Si tratta dell'evento enogastronomico benefico Cenando sotto un cielo diverso, ideato dalla psicologa e sommelier Alfonsina Longobardi, che quest'anno ha spento le sue dieci candeline.


A duettare i sapori, la bellezza e  l'originalità delle composizioni e degli impiattamenti, che fanno assomigliare le pietanze ed opere d'arte. Il diktat è quello relativo alla valorizzazione territoriale, in un sapiente e gustoso melting pot di sensazioni ed emozioni, in un viaggio sensoriale che ha saputo dare risalto a realtà locali diversificate, che, all'insegna di sacrificio ed artigianalità, ogni giorno esistono e resistono, gemellati con il territorio d'appartenenza.


Obiettivo comune: gettare le basi per un laboratorio ludico per pazienti schizofrenici.
 
Non a caso “Il rispetto della diversità passa attraverso il buon gusto” è stato il claim di questa decima edizione che si è svolta domenica 30 giugno presso il Castello di Lettere, che ancora una volta si è confermato suggestiva location. 

Centotrenta professionisti dell’enogastronomia (chef, pizzaioli, pasticcieri, maestri panificatori, produttori) hanno allestito altrettante postazioni trasformando la roccaforte medievale in un borgo del gusto. 
Tra le proposte culinarie c’erano: piatti classici della tradizione napoletana come il “ciurillo imbuttunat e fritto” cucinato da “I dottori del fritto” (fiore di zucca fritto in olio extra vergine di oliva, imbottito con ricotta, basilico, provola di Agerola e ciccioli di maialino nero casertano); piatti tradizionali della regione Campania leggermente rivisti come gli spaghetti di riso alla Nerano (con fonduta di provolone del Monaco, cipolla rossa di Tropea caramellata e tartare di tonno, una ricetta dello chef Marco Nitride); la pizza nella sua versione più golosa, ovvero la montanara, che Aniello e Nicola Falanga hanno farcito con ricotta arricchita con gelsi e lavorata con menta, pepe e zeste di limoni del Vesuvio e spolverata con briciole di tarallo napoletano; pietanze dal profumo e dal sapore di mare come il salmone marinato allo zenzero con yogurt di bufala, aneto e lime, scarola riccia, ravanello e lampone, una ricetta dello chef Nunzio Spagnuolo al timone delle cucine del Rada di Positano; prodotti antichi come il “Panis Pompeii” di Carmelo Esposito, un pane dolce che veniva preparato dagli antichi romani per le occasioni importanti oppure mangiato a colazione; il cioccolato sottoforma di sofisticata pralina con ganache al nocino e ganache al cioccolato bianco racchiuse in un guscio fatto di cioccolato fondente e al caramello (la “Noce delle Streghe”, una creazione di Gianna Micco che si è classificata terza al concorso “Miglior pralina 2019”); la golosa torta del pasticciere Raffaele Caldarelli, una dolce miniatura del Castello di Lettere. 


Tante le special guest intervenute all’evento, tra le quali: Luigi Libra, cantautore napoletano il cui primo disco “Terra Viva” è un inno alla “Campania Felix”; Luca Volpe, l’unico mentalista italiano ad essere riconosciuto a livello internazionale nonché volto televisivo di molti programmi in onda sulle reti Rai; Michele Selillo, promessa della musica napoletana reduce dalle partecipazioni come protagonista a spettacoli teatrali e musicali diretti e organizzati da Gianfranco Gallo (come ” Quartieri Spagnoli”) e a spettacoli e varietà dove si è esibito con nomi quali Caterina De Santis, Lucia Cassini, Saverio Mattei, Rosario Ferro e tanti altri; Nicola Coletta, modello e attore attualmente impegnato in un progetto radiofonico di Radio Studio Emme. 



Quest’anno “Cenando Sotto un Cielo Diverso” spegne 10 candeline – afferma Alfonsina Longobardi, ideatrice ed organizzatrice dell’evento -, in virtù di questa maturità anche l’obiettivo della manifestazione è diventato più importante: a partire da quest’edizione raccoglieremo i fondi necessari all’avvio di un laboratorio ludico – didattico per malati schizofrenici che sarà molto probabilmente allocato a Sant’Antonio Abate”.

Hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa: la show girl Ida Piccolo, che ha animato la serata intervistando ospiti e chef; il giornalista Antonio D’Addio in veste di direttore artistico; la delegazione campana della Fondazione Italiana Sommelier. Oltre all’associazione “Tra Cielo e Mare”, fondata da Alfonsina Longobardi, le altre associazioni coinvolte nel progetto sono: Disabili di Gragnano, L’Aliante, Abili alla Vita.



Il mio percorso enogastronomico 
Così come in molti parchi tematici è previsto un braccialetto per accedere al Paese dei balocchi, qui un braccialetto color lilla, calice al collo, ci ha trasportato in un tour del gusto e delle meraviglie con il rotolo di calamaro cotto al forno, frullato e steso, ripieno di baccalà e spinaci. Una cucina resa fusion dall'aggiunta degli azuki verdi, dai micro ortaggi e dalla tapioca. Parola degli chef Salvatore Spuzzo, Alessandro Carella e Pietro Rota di Villa Alma Plena di Casagiove.
Dallo chef Stefano Cavaliere della Trattoria Alici come prima (Cetara) un misto di fagioli con pesto di alici su un letto di crostini fritti.
Un panino alla curcuma, ed il suo gemello alla rapa rossa, farciti con un filetto di tonno dalla copertura croccante ai semi di sesamo (tataki di tonno), nati dalle mani degli chef Rosario Consalvo e Gianluca Centomani della posillipina Villa imperiale.

Ed ancora gli spaghetti di riso alla Nerano (con fonduta di provolone del Monaco, cipolla rossa di Tropea caramellata e tartare di tonno, una ricetta dello chef Marco Nitride); il salmone marinato allo zenzero con yogurt di bufala, aneto e lime, scarola riccia, ravanello e lampone, una ricetta dello chef Nunzio Spagnuolo al timone delle cucine del Rada di Positano.
Si torna poi ai panini con il panino Bao farcito con carne di maiale, e lupini (di terra) che ne aumentano la croccantezza del partenopeo ristorante Tre Piani con lo chef Carlo Spina.
Il Black Cod glassato alla scapece con riflessi di burrata, tarallo alle mandorle e chips di zucchine del ristorante Marea.
Il baccalà  con alghe e  albicocche del Ristorante San Cristoforo.

Dai paesi vesuviani, ed in particolare da San Giuseppe, arriva la pasta mista con spuma di impepata di cozze, peperoncini verdi di fiume e granella di mandorle del Ristorante Mamma Elena.
Il babà al vino e pesche gustose di Tommaso di Palma dell'Impasta  Bistrot di San Giorgio a Cremano. 
Ed ancora il tonno crudo con copertura di mozzarella e pomodoro. Il pane all'acqua di mare. La pizza pasquale ricoperta, tra le altre, di borragine e scarola. Il tonno, poi, ridiventa protagonista e si adagia su un letto di verdurine. La sfoglia di riso con un prosciutto nostrano ed una spruzzata di aglio e cipolla o ricoperta da una rivisitazione del risotto zucchine e gamberetti.
Sul versante dei vini ce n'è davvero per tutti i gusti ed i palati, ma mi ha conquistata lo spumante rosè dei Tre Mori.
Per chiudere in bellezza un amaro, leggero e gustoso, prodotto con erbe e radici, targato Amaro del rosso ed un freschissimo liquore alla mela annurca. 

 
Ph. Gianni Cesariello

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