sabato 14 maggio 2022

Napoli Decameron Pasolini: per la seconda settimana al Tram una riflessione sul genio dello scrittore bolognese

 Torna stasera al Tram di Port'Alba, su questo palco accogliente al centro della città di Partenope, la rappresentazione Napoli Decameron Pasolini del regista Mirko Di Martino.

Appuntamento stasera, sabato 14 maggio,  alle 19:00, e domani, domenica 15 maggio, alle 18:00, con uno spettacolo, al suo secondo fine settimana di messa in scena, che chiude la stagione di questo spazio teatrale davvero particolare, con una programmazione "pensante" di tutto rispetto. 
 

 

Intento: restituire a una delle opere pasoliniane più conosciute e più acclamate - ma completamente fraintesa dal pubblico dell'epoca - la sua interpretazione più autentica.
 
Spira su tutto il lavoro un'aria di veemente di protesta contro gli abusi della società dei consumi, contro quel capitalismo che corrode e sporca coscienze e corpi, rendendo, come avrebbe detto il sociologo Bauman, anche le relazioni merce di scambio e di un investimento più o meno proficuo.
 
Mista a questa protesta c'è la rivendicazione di un ritorno a un passato puro, caratterizzato dalla fedeltà ai bisogni primari, più basici e veri, e avulso dalle tentazioni dei bisogni indotti, che rendono "superflua la stessa esistenza", un clima che il regista credette di trovare tra i vicoli e gli anfratti di Napoli, tra i suoi visi e il suo vociare, così veraci e persino sfrontati.

"Pasolini - dice il regista - fa dichiarazioni su Napoli attuali e inattuali. È letteralmente innamorato del popolo napoletano. Un popolo ideale che lui desiderava ardentemente esitesse davvero così come lo immaginava, capace di rimanere puro rispetto alla corruzione operata dalla società dei consumi e dai richiami ingannevoli del potere".
 
La sua ideologia intellettuale lo porta a ricercare, secondo quanto ribadisce il regista, luoghi fisici ed emotivi alternativi al modello occidentale. Egli li trova - o quantomeno si convince di averli trovati - nel sud dell'Italia e del mondo, salvo poi dover ammettere che se il passato cambia tanto velocemente è perché stato oggetto di un'idealizzazione fallace.
 
"Con il Decameron - afferma il regista - Pasolini fa sberleffi degli stereotipi su di lui. Lui, icona del cinema impegnato al culmine della fama e della carriera, abbandona uno stile permeato da una fissità statuaria e sceglie un registro narrativo comico".

Il pubblico sembra apprezzare il risultato, ma lo fraintende del tutto, vedendovi la liberalizzazione della sessualità e lo sdoganamento sullo schermo di scene di sesso esplicite. 

Lo psicologo Reich, autore del libro La funzione dell'orgasmo, in merito avrebbe commentato che non esiste miglior modo di nullificare la sessualità, e la sua funziona creatrice e contestataria, che renderla compulsiva, privando il popolo del suo potere critico e rendendolo prono alle istanze del potere dei regimi.

Sulla scena Nello Provenzano, Angela Bertamino, Miriam Della Corte, Domenico Tufano, che entrano e escono dalla pelle dei personaggi, veri e inventati, prestando la propria voce alle irruzioni di Pasolini in scena - una sorta di deus ex machina - con le sue chiose esplicative a margine.

Parimenti gli attori si muovono con maestria e intensità - a tratti con uno sguardo sorpreso -  sui diversi livelli di una scenografia lignea dalle grandi dimensioni, ideata d Gilda Cerullo, che segna il passaggio non solo tra le diverse scene e i diversi ambienti m anche il cambio dei registri stilistici.

"L'incontro con Napoli - evidenzia Di Martino - fu importante. Qui trovò un'accoglienza calorosa, in un momento difficile in cui aveva bisogno di ritrovare e reinventare se stesso. Non a caso definì questo come uno dei momenti più belli e felici della sua vita".
 

 

Nessun commento: