Dopo l'ultima intensa serata di rappresentazione dello spettacolo È tutta colpa della Luna, svoltasi stasera, domenica 6 novembre, al teatro Tram di
Port'Alba, e un po' di tempo dedicato a digerire pensieri ed emozioni torno a parlarvene, condividendo con voi l'intervista integrale a Francesco Luogo, che lo ha scritto, diretto e interpretato.
Attraverso una narrazione che procede a strati e
la mistione di testi, Francesco Luongo porta in scena un'intensa
riflessione sulle conseguenze dell'amore malato e tossico che rivela di
essere un non-amore.
Un sentimento oscuro, torbido, che nasce da una
ferita e inevitabilmente produce una ferita con esiti orribili e
funesti.
Con lui - che cura anche la regia dello spettacolo - sulla scena due intensissime attrici che lo aiutano a
parlare di questi amori straziati e strazianti, come vengono definiti
con un gioco di parole quanto mai calzante: Chiara Barassi e Sonia Totaro.
Protagoniste sono alcune
donne del mito e frutto della fantasia, quali Elena di Troia, Lady
Macbeth le protagonoste dei versi di Salvatore Di Giacomo o ancora
Assunta Spina. A loro si affiancano figure muliebri silenti e anonime.
Piccole donne al centro di microstorie ugualmente tragiche e importanti.
Donne che non hanno avuto il tempo di fuggire e di salvarsi, alla
ricerca di un riscatto possibile.
Lo spettacolo si apre ricordando
che in tutto l'universo non ci sono due esseri uguali, ma che esiste uno
ed un solo essere umano che rappresenta l'anima gemella di un altro.
Proprio per questo, è molto difficile che questi due esseri
complementari si incontrino...
Poi ci conduce sulle strade
sdrucciolevoli percorse da donne che si rivelano avviluppate nelle spire
della dipendenza affettiva: si abbeverano alla voce di un uomo e
cercano di riconquistarne il favore.
Tutto nasce, come ci ricorda
Luongo, dalla lettura estiva di un testo di Schopenhauer L'arte di trattar le donne. Francesco prende a prestito le parole di grandi autori
quali Shakespeare, Schopenhauer o Euripide.
La lingua utilizzata,
che sia italiano dotto, popolare, dialettale o aulico, è solo uno dei
tanti mezzi possibili - tra poesia e prosa - per raccontare l'amore,
seppur un sentimento non apportatore di vita, come dovrebbe essere, ma
di morte e di oscurità.
Una domanda affiora alle labbra: "Esiste la strada che conduce alla salvezza e al riscatto?
Ora lasciamo la parola a Francesco Luongo, affinché ci racconti il suo E' tutta colpa della luna.
D. Nella rappresentazione si intrecciano storie di donne
illustri e ignote a delineare un percorso simile di derisione e
negazione fino alla morte. Come le hai scelte?
R. La scelta dei testi viene semplicemente dai vari studi fatti in passato e messi in scena negli anni. L'idea
di missare questi testi in un unicum viene da una lettura estiva de
L'arte di trattar le donne di Schopenhauer . Da lì è partito tutto.
D. Come viene delineata e caratterizzata la figura maschile?
R. Le donne e gli uomini che si raccontano sono sia vittime che carnefici , sono sullo stesso piano. Ovviamente la bilancia cade di più sulla donna , nel senso che troppo spesso risulta essere la vittima.Vittima di un uomo incatenato nel morso della gelosia piuttosto che della "semplice" pazzia.
Donne
e uomini imbrigliati in relazioni tossiche, malate...che
inevitabilmente portano ad un finale nella maggior parte dei casi
terribile. Nello spettacolo, per quanto riguarda la
figura dell'uomo, ho cercato di mettere in evidenza la sua debolezza,
quella debolezza che è incapacità di relazionarsi in modo pulito,
debolezza che porta poi ad atti orrendi.
D. Medea è una figura controversa, oggi parzialmente riabilitata. Com'è la tua Medea?
R. Su Medea si potrebbe dissertare all'infinito, Medea è il male? Medea agisce solo perchè ferita? Nello
spettacolo ...lo stralcio su Medea è solo una parte del tutto, come lo è
Lady Macbeth piuttosto che Assunta Spina, tante parti che vanno a
delineare quello 'spettrogramma' finale che è la sintesi di E' tutta
colpa della luna...
D. Quali sono le varie facce dell'amore e del non amore che racconti, tra intensità, dolore e dipendenza?
R. E' tutta colpa della luna... è un viaggio tra
varie storie che si inseguono , si scontrano e si sovrappongono, è una
preghiera aperta sui turbamenti, è una ferita inferta, esposta,
narrata....è il racconto di amori malati, straziati e strazianti. Si racconta l'amore o presumibilmente tale il non-amore, viziato e malato che inevitabilmente porta al male, alla ferita.
D. Tu intrecci poesia e prosa, linguaggio moderno e arcaico. Napoletano e italiano. Perché? Perseguendo quale effetto?
R. Intreccio
poesia e prosa, linguaggio moderno e arcaico. Napoletano e
italiano.....e inglese, perchè? l'intento è sempre lo
stesso,raccontare... l'amore seppur sbagliato , malato, contorto...va
oltre la lingua, e di risposta anche la conseguenza, il male, la
ferita...superano i semplici idiomi...! E allora perchè non farmi
aiutare dalle splendide parole di Schopenauer, Shakespeare...piuttosto che Euripide e Salvatore Di Giacomo?
D. Esiste una via di salvezza e riscatto?
R. Esiste una via di salvezza? Francesco ti risponde e risponderebbe
sempre : Si, certo...deve esserci! Per i testi contenuti nello
spettacolo, un pò la risposta la conosciamo.
D. I tuoi e i vostri prossimi progetti?
R. Io personalmente comincerò a breve un tour di teatro scuola con la
Compagnia Liberaimago e poi vari concerti col mio gruppo "Ra Di Spina" e
con Eugenio Bennato.Chiara Barassi andrà in scena con una sua regia dello spettacolo Killing time il mese prossimo.
Sonia Totaro sarà in giro con concerti, anche lei con Eugenio Bennato.
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