Napoli e provincia sono
prigionieri dei tagli al trasporti.
In tutte le province si sussegue una lunga
serie di drastici ridimensionamenti del budget disponibile e disservizi.
A causa dei tagli ai fondi per i trasporti, i paesi collegati a Benevento, solo per fare qualche esempio, possono raggiungere il capoluogo solo in alcune fasce orarie (anche molto distanziate tra loro).
A causa dei tagli ai fondi per i trasporti, i paesi collegati a Benevento, solo per fare qualche esempio, possono raggiungere il capoluogo solo in alcune fasce orarie (anche molto distanziate tra loro).
Non va meglio per Avellino
e provincia che addirittura hanno visto eliminare quasi ogni collegamento con
il capoluogo by bus di domenica.
Nel capoluogo, poi, le
aziende di trasporto su gomma e su ferro sono al collasso, tanto da aver
ridotto il servizio anche oltre il 51% rispetto agli anni precedenti.
L’inferno viaggia su ferro
e gomma anche per i gli utenti della Circumvesuviana. Infatti, su un parco
macchine di 140 mezzi, ben 100 sono fermi al palo, il che significa essere
arrivati quasi ad un annullamento del servizio stesso.
Un modo ecologico ed
intelligente per districarsi tra fallimenti aziendali, autobus fermi e vecchi
rottami impossibili da riparare (quando non manca anche benzina e polizza
assicurativa), è salire sul sellino di una bicletta per percorrere strade
alternative e suggestive e bypassare così il traffico congestionato, cullando
la propria anima.
Ecco perché a Napoli nasce (e sarà attivo dal giovedì 1 maggio, tutti i
giorni) bici sightseeing: ossia ciclopasseggiate guidate.
Una buona pratica che vede collaborare l’Anea-Agenzia napoletana energia e ambiente, il Comune di Napoli e numerose associazioni del settore alberghiero.
Tutti insieme a favore della promozione del turismo responsabile e della
mobilità sostenibile.
L’iniziativa
si chiama I Bike Naples, un modo alternativo e gustoso per visitare la città su due ruote, scoprirne e
amarne l’arte e le bellezze naturali da una prospettiva differente, rispettando
l’ambiente.
A partire
da giovedì 1 maggio, quindi, i turisti
italiani e stranieri potranno noleggiare una bicicletta e passeggiare
accompagnati da una guida in lingua italiana e inglese, scegliendo tra due percorsi a tappe della durata di circa 3 ore ciascuno,
al costo di 15 euro.
La Napoli antica, tra le
principali piazze e monumenti dei decumani, e la Napoli panoramica, per pedalare
passando per il Palazzo Reale, il Maschio Angioino, il Castel dell’Ovo, il
lungomare e la Villa
Comunale.
Prenotazioni sul sito web dedicato www.ibikenaples.it o telefonando al numero 081 419528.
Un’altra “strada” per ovviare ai bus al collasso
(con tempi megagalattici di attesa e di spostamento da un punto all’altro) e
taxi troppo costosi (la tratta Capodichino- Vomero ad esempio costa in media
17-20 euro) è il car sharing (condivisione di auto). Anche la tasca
ringrazierà.
Il cambio di visione
viaggia su due binari.
Il primo è quello di
liberarsi di costi fissi come assicurazione, bollo, carburante e costi
ulteriori di manutenzione ordinaria e straordinaria. L’auto quindi non è più un
onere sempre più pesante da sostenere bensì un servizio sui cui si usufruisce
in caso di bisogno.
Secondo versante. Quello
della tutela dell’ecosistema e di conseguenza della salute del pianeta,
collettiva ed individuale. Per inaugurare un nuovo codice etico di
comportamento e di convivenza pacifica.
A Napoli l’esperienza del
car sharing elettrico è stato inaugurato da un’azienda che si chiama Bee Green Mobility
Sharing (www.bee.it) ed è capitanata da Mario
Conforti.
A coprire spazi anche ampi
è una piccola “ape” (da qui il nome dell’azienda) elettrica, una Renault Twizy,
pari come potenza ad uno scooter (raggiunge un massimo di 60 chilometri orari),
biposto. Pregi e difetti di uno scooter la accompagnano. Pregi: si può
parcheggiare, gratis, sia nei vari punti targati bee sia nelle strisce bianche
riservate ai motorini.
In più libero accesso alle
zone a traffico limitato (ztl) essendo ad emissioni inquinanti zero. Difetti:
un abitacolo ristretto e non comodo proprio per tutti.
I costi sono contenuti:
trenta euro all’anno per attivare il servizio.
Questi trenta euro danno
diritto ad avere una tessera, una sorta di passepartout che apre l’auto noleggiata
(il noleggio può avvenire tramite telefono, sito o app sul cellulare).
E’ possibile “restituire” l’auto presso gli appositi parcheggi, dotati
di colonnine di autoricarica.
Con la medesima tessera la
portiera viene chiusa (le chiavi di accensione devono essere riposte nel
cruscotto) ed un messaggio notifica la corretta restituzione della piccola auto
elettrica.
Al costo della tessera
(costo di attivazione) si devono aggiungere 0.15 centesimi di euro per lo
sharing per la prima ora , 0.20 per la seconda e 0.25 per la terza.
Vero è che la batteria ha
un’autonomia di tre ore, ma non è detto che si debba viaggiare su strada per
tre ore filate. Chi avesse bisogno dell’auto per l’intera giornata, infatti,
magari la parcheggerà per alcune ore per poi riprenderla all’uopo. Se poi la
batteria dovesse proprio “cedere”, viene fornito anche un adattatore che
permette di ricaricare la piccola aiuto
targata Bee direttamente a casa.
Ma l’esperienza del car sharing
strega tutto lo Stivale. Dall’eqsharing (www.eqsharing.it ), primo servizio totalmente elettrico di Milano, alla Car2go (www.car2go.com ), che viaggia sulle quattro
ruote della Smart fortwo.
Il servizio, in quel di Milano, è diviso tra
quello comunale fornito dall’Atm, per chi abbia bisogno di un’auto più grande
per viaggiare in più di due persone, e la Car 2go appunto, soluzione studiata per
spostamenti brevi, meno di 40 minuti, per sostituire la fruizione di taxi, bus,
metro e tram a livello cittadino.
Sempre sul territorio di
Milano troviamo Enjoy di Eni (https://enjoy.eni.com
) . Il servizio ha un costo di 25 centesimi al minuto, permette di accedere
alla zona C di Milano e conta su un parco macchine di ben 430 vetture che,
dicono dall’azienda, a breve diverrà di 600.
L’esperienza del car and
bike sharing non interessa solo il Belpaese ma attraversa trasversalmente tutta
il sistema mondo. Dalla California a Madrid, passando per Parigi, Amsterdam e
Bilbao. E’ il crescente fenomeno delle “smart city”, cioè città che adottano
provvedimenti concreti per migliorare la qualità della vita.
NAPOLI:
SPECCHIO DEL MONDO
Nel caso del capoluogo
partenopeo, però, il tentativo appare ancora più significativo per una serie di
fattori: in primis l’alta densità abitativa campana (che ospita circa il 10%
della popolazione italiana per un territorio pari al 4,5 di quello nazionale).
Una struttura urbana
caratterizzata da vicoli, vicoletti ed intrecci stradali, che molti definiscono
“infartuata”, un prodotto interno lordo (Pil) procapite di appena 13mila euro a
fronte dei 30mila della media europea.
Tutte queste variabili si
traducono in un accumulo di disservizi a cui non si riesce a porre rimedio
perché le casse dell’Ente – Comune sono desolatamente vuote ed anzi indebitate.
Napoli, dunque, condivide
dei parametri di disagio sociale tali da renderla equiparabile a qualsiasi
città del mondo, anche la più disagiata. Dunque, una buon successo
dell’iniziativa ed una diffusione del servizio a Napoli significherebbe
un’esportabilità dell’esperienza in qualsiasi contento a tutto vantaggio
dell’ambiente e della salute globale.
NOVITA’ SALVAMBIENTE
Intanto arriva anche
un’altra novità salvambiente. A breve, infatti, sarà sul mercato l’attesissima
auto ad aria compressa. Si partirà dall’AirPod,
omologata come quadriciclo leggero “oversize”, studiata per i sedicenni.
Si
penserà poi alla versione mini per i quattordicenni ed infine farà il proprio
ingresso in società la berlina, una vera e propria reginetta con il pallino per l’ambiente, ma accessibile
alle tasche (7mila euro il prezzo a listino programmato). Si parte, dunque, con
due e quattro ruote, fino ad arrivare a bus, container e trattori.
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