giovedì 28 novembre 2019

EduCare: formazione e cura per contrastare la poverà educativa e guarire l'anima ferita di Napoli Est

EduCare: fari puntati sul processo educativo e di socializzazione primaria e secondaria e su tutti quei gesti che, messi insieme, incarnano la concretezza del prendersi cura.

Perchè solo attraverso il prendersi cura, l'avere a cuore il futuro di un individuo, la tenace volontà di far emergere e valozzarne il potenziale, si può dar vita ad attività formative ed educative mirate, e quindi efficaci, capaci di riscattare, un passo dopo l'altro, l'intera comunità di riferimento.

Si tratta di un progetto della durata di 3 anni dai numeri estremamente significativi: 213 laboratori attivati, per un totale di circa 5.000 ore; 30 nuclei familiari destinatari di tutoraggio educativo domiciliare in famiglia; e 30 borse di studio per il sostegno di giovani talenti del territorio in attività sportive agonistiche presso strutture di eccellenza presenti nell’area orientale della città di Napoli.

Un progetto che, progressivamente allarga il suo raggio d'azione per cerchi concentrici: prima i minori, poi le famiglie ed infine la comunità educante in maniera trasversale.

"Si tratta di un progetto di innovazione sociale - spiega Roberto D'Avascio, presidente dell'associazione capofila Arci Movie, attiva da oltre 30 anni sul territorio orientale di Napoli - che insiste sulla periferia di Napoli Est, un territorio difficile ma molto giovane a livello di popolazione composta da bambini ed adolescenti, caratterizzata da povertà socio-economica, educativa, culturale e sociale, con un elevato tasso di dispersione scolastica".



Si tratta di un progetto "in salita", dato il territorio ed il target di riferimento, selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile che, attraverso un contributo a lungo termine, mira a contrastare la povertà educativa e sociale attraverso la realizzazione di una strategia integrata di interventi che coinvolgano la comunità educante del territorio di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio (Municipalità VI del Comune di Napoli), mettendo in sinergia istituti scolastici, docenti, famiglie, istituzioni pubbliche e tessuto associativo.

Il progetto EduCare - dichiara d’Avascio,  - la cui azione sta per essere messa in campo sul vasto e popoloso territorio di Napoli Est, mette davvero in rete un tessuto sociale vivace e consolidato nel corso del tempo, fatto di associazioni, istituti scolastici ed enti istituzionali, provando a 'prendersi cura' di un nutrito gruppo di famiglie svantaggiate, spesso composte da studenti che si allontanano dalla scuola o da genitori senza lavoro. Non si tratta solo di assistenza, di lotta alla dispersione scolastica o di facile volontà di riscatto sociale, ma di una strategia integrata articolatasi su tre anni che, partendo dal basso, dalla condivisione, dalla conoscenza di un panorama sociale disagiato, e spesso abbandonato a sè stesso, faccia nuovamente “società” tra le persone, mettendo al centro dell’attenzione di tutti la cura che si deve dare a chi sta peggio”.

Un progetto che, dunque, parla il linguaggio dell'integrazione, attraverso il ricorso ad attività  laboratoriali, l'assistenza ai diversi stakeholder ed una struttura, impegnata in un fattuale lavoro di rete, che opera parallelamente su una grande quantità di studenti, le loro famiglie, cui è rivolto uno specifico tutoraggio, ed i genitori. Un processo del prendersi cura globale, che va dalla scuola al tempo ricreativo.

"In Italia, i più colpiti dalla povertà sono i minori -  dice Marco Imperiale Direttore Con i Bambini -   Nel 2005 viveva in povertà assoluta il 3,9% dei minori di 18 anni. Un decennio dopo la percentuale è triplicata, e attualmente supera il 12%. Nell'Italia di oggi più una persona è giovane, più è probabile che si trovi in povertà assoluta. Contrastare la povertà educativa significa permettere al Paese di crescere. Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile rappresenta una importante opportunità per un cambio di direzione. In soli tre anni il Fondo ha sostenuto 339 progetti, con contributi per oltre 275 milioni di euro, coinvolgendo ad oggi 480 mila minori e le rispettive famiglie”.



Molto ampia l’offerta prevista per gli studenti coinvolti con laboratori di empowerment linguistico italiano e inglese, di teatro, di cittadinanza attiva e inclusione, di riuso e rifunzionalizzazione degli spazi ed ancora laboratori per la realizzazione di orti urbani, di educazione all’immagine attraverso il cinema, di animazione, e di fotografia. Sono previsti, inoltre, attività laboratoriali di STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), di passeggiate matematiche, attività di formazione sulle STEM per insegnanti ed educatori, gruppi di confronto e riflessione per genitori, che saranno impegnati anche in laboratori di prevenzione dei pericoli della rete, di sostegno genitoriale ai fornelli, in laboratori di falegnameria, cucina e lezioni di STEM. 

"Sono previste oltre 200 attività laboratoriali - continua il presidente di Arci Movie - da non intendersi come momenti isolati, bensì come attività integrate. Abbiamo la responsabilità positiva di aver contribuito a creare una rete associativa vasta, che comprende ben cinque scuole e dodici enti. Questo progetto non solo si vale di una rete di realtà già collaudata, abituata a fare squadra da anni, ma si pone anche in continuità con alcuni importanti progetti precedenti".

Le attività proposte, secondo quanto ribadito da d'Avascio, sono state elaborate a partire dall'analisi dei bisogni territoriali, per migliorare le competenze di base da cui è emersa l'importanza di valorizzare lo sport, quale base per lo studio. Spazio, poi, alle materie scientifiche, come ad esempio le passeggiate matematiche, insegnate con modalità più vicine ai linguaggi adottati dai giovani e, proprio per questo, percepite come potenzialmente divertenti.



L'area d'intervento principale sarà quella di Ponticelli-Barra - San Giovanni, dove sono presenti, tra gli altri, tre istituti comprensivi.

"Il primo filtro per selezionare ed entrare in contatto con il target di riferimento - spiega il presidente dell'associazione capofila - saranno proprio gli istituti scolastici, che ci consentiranno di arrivare dentro le famiglie".

Molti i partner del progetto: il Comune di Napoli, gli istituti comprensivi 46 Scialoja Cortese, 83 Porchiano Bordiga, 48 Madre Claudia Russo - Solimena, il circolo didattico 69 Stefano Barbato e l’Istituto d'Istruzione Superiore Sannino-De Cillis, le associazioni Figli in Famiglia o.n.l.u.s., S.V.T. (Servizio Volontario Tossicodipendenti), Matematici per la città, Terradiconfine, AIPD (associazione italiana persone down sezione di Napoli), N:EA Napoli: EuropAfrica, Atelier Remida Campania, la cooperativa Parallelo 41 Produzioni e l’Università degli Studi di Napoli Federico II - Dipartimento di Fisica "Ettore Pancini". Soggetto valutatore esterno sarà il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II, che seguirà l'andamento del progetto anche oltre i tre anni di attività, fino a cinqie anni, per valutarne l'impatto sul territorio in uscita.

Il progetto prevede tre livelli di intervento, sulla base del target dei destinatari: minori, famiglie, comunità educante

TARGET MINORI: 

AZIONI PREVISTE:

1) Tutoraggio Educativo per il potenziamento delle risorse individuali e relazionali;
2) Laboratori artistici e creativi;
4) Attività di supporto scolastico e potenziamento nelle discipline curriculari di base (asse linguistico, logico-matematico e di lingua straniera);
5) Laboratori ed esperienze di gruppo innovative nell’ambito della didattica della matematica, della fisica e della robotica;
6) Attribuzione di borse di studio per il sostegno di giovani talenti del territorio in attività sportive agonistiche presso strutture di eccellenza presenti nell’area orientale della città di Napoli. 



TARGET FAMIGLIE: 

AZIONI PREVISTE:

1) Sostegno alla genitorialità sia nell’ambito delle attività di tutoraggio (già citate), sia in forme di accompagnamento per gli adulti. 

TARGET COMUNITA' EDUCANTE: 

AZIONI PREVISTE

1) attività formative per gli insegnanti sulla didattica innovativa, del non formal learning, in particolar modo riguardo le discipline scientifiche;
2) attivazione di momenti e prassi di confronto tra comunità educante, famiglie e rappresentanti delle istituzioni, favorendo lo scambio e la mediazione su problematiche e i diritti disattesi;
3) realizzazione di momenti aggregativi e di confronto tra i destinatari, gli educatori e tutti coloro che sono coinvolti nelle attività.




 I PRESUPPOSTI 
 
 “Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org”.

mercoledì 27 novembre 2019

Cenando sotto un cielo diverso on the road: valorizzare il territorio ed includere ogni differenza


L’appuntamento con Cenando sotto un cielo diverso versione winter (on the road)  si avvicina.
Infatti, è previsto per domenica 1 dicembre lo street food stellato ospitato nelle stanze di una delle più belle ville napoletane: Villa Domi.

Ottantacinque professionisti della cultura del buon cibo, tra chef stellati, cuochi la cui bravura si è ampiamente espressa sul campo, dal valore acclarato e riconosciuto, maestri panificatori, pizzaioli, pasticceri e produttori locali, a configurare le strade e le geometrie del gusto che connotano un evento di beneficenza che parla il linguaggio della valorizzazione territoriale e dell’inclusione concreta. 

Spazio, poi, ad aziende alimentari d’eccellenza, cantine vitivinicole, bar tender.

Hanno già dato conferma della loro presenza Ciro Sicignano, Domenico Stile, Gianluca D’Agostino.
Come di consuetudine, l’edizione invernale di Cenando sotto un Cielo Diverso prevede anche lo svolgimento di un galà di beneficenza che si terrà il 12 dicembre presso un’altra bellissima location, ubicata nel casertano, ovvero Tenuta San Domenico.

“Vogliamo valorizzare e promuovere – racconta Alfonsina Longobardi, ideatrice del progetto, psicologa, sommelier ed esperta di food & beverage, che ha voluto coniugare il suo impegno nel sociale alla sue competenze nel mondo del food – la Campania, i territori di provenienza, la stagionalità, il lavoro dei piccoli produttori. C’è un clima familiare: la filosofia è quella di non sostituire gli chef, ma di andare ad ampliare progressivamente la squadra. Molti chef, infatti, sono presenti fin dalla prima edizione e chi, per vari motivi, non può essere presente a quella in programma, già è pronto a dare la propria adesione ad un’edizione successiva”.

In questa occasione, oltre a un parterre artistico d’eccezione, che animerà la serata, saranno protagonisti ai fornelli: gli chef stellati Danilo Di Vuolo, Giuseppe Aversa, Michele de Blasio, Michele De Leo e Raffaele Vitale; i maestri panificatori Domenico Fioretti e Filippo Cascone; e il pastry chef Marco Aliberti.

                                         (grafica a cura di Alfasistem Creative Agency)

Cenando sotto un Cielo diverso è un evento con una triplice finalità: beneficenza, valorizzazione del territorio, e corretta comunicazione delle caratteristiche d’eccellenza dei suoi prodotti (e, dunque, della buona cucina ad essi direttamente legata).

Valorizzazione delle differenze dunque, sia umane sia territorial, e inclusione, da intendersi sia come possibilità di partecipazione, fattuale e legittima, di ogni essere umano alla vita sociale sia come recupero di territori troppo spesso abbandonati all’incuria e poco conosciuti o misconosciuti, che meritano di essere inclusi, a pieno titolo, nel circuito storico-archeologico, turistico ed in quello produttivo.

La possente macchina organizzativa, che coinvolge anche personaggi del mondo dello spettacolo e professionisti del mondo della comunicazione, è stata creata dall’Associazione “Tra cielo e mare” fondata da Alfonsina  Longobardi nel marzo 2013.

La finalità è offrire sostegno alle persone con disagi psichici e di altra natura avvicinando, al contempo, le persone cosiddette “normali” a coloro  che purtroppo vivono situazioni di disagio, abbattendo la barriera della “paura” che è causa dell’incomunicabilità. Obiettivi gemellati, in maniera virtuosa, con la valorizzazione del territorio campano, sia delle sue bellezze sia del suo potenziale umano (perciò l’evento si tiene in luoghi di interesse storico – culturale e perciò coinvolge chef e produttori, in primis campani) sia dei suoi prodotti.

“Si tratta – racconta l’organizzatrice – di ragazzi schizofrenici. In loro c’è tanto impegno, tenacia, voglia di fare, forza di volontà. Fondamentale è anche la proattività dei genitori che lottano strenuamente per tutelare la dignità dei figli”.

La parola d’ordine è dunque dignità che cammina a braccetto con un altro concetto, quello di valore. Il valore di ogni essere umano, di ogni territorio e del tempo da condividere.

“Bisognerebbe -  ribadisce Longobardi – fermarsi e dedicare tempo a se stessi ed agli altri”.
Come sottolinea l’organizzatrice si tratta di un evento in cui si fondono i valori dell’inclusione sociale sul campo, della valorizzazione dei prodotti locali e del recupero di antiche tradizioni che si stanno perdendo.

“Penso ad esempio – continua l’esperta di food & beverage -  al recupero di un piatto tipico come la braciola di capra, solo per fare un esempio”.

UN CRESCENDO

La prima edizione di Cenando sotto un Cielo diverso si è svolta nel 2014 nel Castello Medioevale di Lettere, incastonato nell’incantevole cornice dei Monti Lattari.
L’evento ogni anno ha registrato un consenso sempre maggiore: oggi è divenuto uno degli appuntamenti legati al mondo della beneficenza e a quello dell’enogastronomia più grandi del centro – sud Italia.

“Siamo partiti in 13 – ricorda Longobardi -. A Lettere, nell’ultima edizione estiva, eravamo in 130, all’insegna di un grande lavoro di squadra. La nostra forza è rappresentata proprio dall’unione, dalla fidelizzazione, dall’essere una famiglia, il cui nucleo primario è costituito dalle stesse persone, cui si sono aggiunti progressivamente sempre nuovi professionisti e dal clima di collaborazione che regna. Si va avanti e si cresce tutti insieme. Nessuno è lasciato indietro: da soli non si va da nessuna parte ed infatti ogni partecipante sente quest’evento un po’ suo”.

Coinvolti, per dare una mano, anche i ragazzi de La locanda degli amori e… Sapori. 
“Questa realtà, a conduzione familiare – spiegano gli organizzatori – nasce dalla volontà di alcuni genitori di ragazzi affetti dalla sindrome di down, pieni di voglia e di capacità di fare, di dare un futuro sereno ai loro figli”.

Due le mission della prossima edizione dell’evento: raccogliere il denaro necessario all’acquisto di giochi da donare durante il periodo natalizio ai bambini ospedalizzati presso il Santobono Pausilipon (obiettivo ormai storico dell’edizione invernale di Cenando sotto un Cielo Diverso) e presso l’ospedale Monaldi, in particolare per il reparto di cardiochirurgia pediatrica, diretto da Guido Oppido, e per quello di nefrologia pediatrica. I regali verranno rigorosamente consegnati da Babbo Natale ed i reparti allietati dai sorrisi della clownterapia. Senza dimenticare il sostegno ad alcune case famiglia ed il prosieguo della raccolta fondi per la costituzione di un laboratorio ludico-didattico per persone affette da sindromi schizofreniche.

Le mission perseguite sono accomunate dalla riscoperta di valori profondi, quelli della cura delle relazioni che, come ribadisce la psicologa, nell’epoca contemporanea è spesso offuscata dall’abuso della tecnologia, che anziché contrarre tempi e distanze fisiche finisce per allontanare, facendo dimenticare l’importanza di un incontro autentico e di un tocco lieve, che sa farsi carezza leggera e mano salda che sostiene.

Antesignana del concept di Cenando sotto un Cielo diverso è stata la Serata Magie D’Autunno con Slow Food del 2013.

A partire da questa edizione l’associazione “Tra Cielo e Mare” si avvale anche dell’affiancamento del dott. Ciro Langella, ricercatore in ambito medico nel campo della Nutraceutica – ossia del food quale principale arma di prevenzione e salute -, e ideatore e fondatore del progetto SANA FOOD (realizzato nel 2017), la prima rete di aziende alimentari di eccellenza italiane, di operatori del food (chef, mense, nutrizionisti, etc.), e di istituzioni pubbliche e private (università, strutture sanitarie, scuole, realtà legate al benessere e allo sport, etc.) che hanno come obiettivo comune la costituzione di un paniere di “alimenti per la salute”.

Perché la cucina italiana è anche uno strumento di health prevention , ovvero di prevenzione della salute.

Altra novità di quest’anno sarà un momento dedicato all’arte, che si svolgerà l’1 dicembre, grazie alla perizia di  Davide Montuori, noto writer napoletano, che realizza quadri utilizzando le mille sfumature del vino. L’artista realizzerà un quadro in estemporanea e metterà all’asta le sue prime opere realizzate in wine art

Il ricavato sarà devoluto per gli scopi sociali dell’evento di beneficenza. Banditore d’eccezione sarà l’attrice Annalisa Insardà, nota per il suo impegno nel settore antimafia.

Testimonial della kermesse sono Floriana Messina – ex concorrente del Grande Fratello, ed oggi presentatrice, influencer, e nominata dai tifosi napoletani madrina della loro squadra del cuore – e l’attore Francesco Albanese. Durante le due serate interverranno numerosi personaggi legati mondo della musica e dello spettacolo, come il cantautore Michele Selillo ed il modello e attore Nicola Coletta.

“E’ la società che crea la disabilità – evidenzia Alfonsina Longobardi -. Ritengo che il gesto del donare sia davvero bello. Io ho voglia di realizzare cose belle senza retropensieri, con gioia ed emozione piena, ponendomi obiettivi importanti: infatti, chi tiene le cose per sé non va da nessuna parte”.

Evento Facebook: qui
Lista chef aderenti: qui

domenica 24 novembre 2019

Arriva un contemporaneo apprendista stregone all'Archivio Storico: è l'evaporatore rotante Rotavapor, per preparati fatti in casa


L’Archivio Storico,  ristorante e premium bar ubicato a Napoli dimostra di essere sempre più all'avanguardia.

Infatti, questo luogo suggestivo, contenitore di idee, concetti e innovazioni, sia per l’ambiente intellettuale napoletano che per quello dei professionisti dell’hospitality e che si impegna per recuperare e valorizzare le ricette della tradizione borbonica, riproponendole con sapienti tocchi di innovazione, da oggi ha un vero laboratorio di chimica all'interno dei suoi locali.

Un contemporaneo spazio da "apprendista stregone", all'interno del quale creare preparati e combinazioni inediti, dai flavour inconfondibili.

 Infatti, il proprietario della struttura, Luca Iannuzzi, ha dato vita a uno spazio all’interno del locale quasi “fantascientifico” per  un cocktail bar e un ristorante gourmet, dove effettuare la “ridistillazione fatta in casa”.  



Il protagonista di questa operazione si chiama Rotavapor, un macchinario mutuato dall'ambito medicale (non medico), che aiuta a sperimentare e realizzare prodotti come estratti, distillati e concentrati, come avviene, solo per fare un esempio, con il Negroni, cui è possibile sottrarre acqua o alcol, ottenendo distillati, concentrati e parti in infusione che non si è soliti inserire, o i sodati, aperitivi addizionati con acqua di soda, con un gusto personalizzato, targato Archivio Storico, arricchito con un flavour di insalata Iceberg.

"Si tratta di un macchinario che serve per ridistillare prodotti già in commercio - spiega Iannuzzi - secondo quanto previsto dalla legge vigente. Infatti sui distillati utilizzati sono già state regolarmente pagate le accise. Noi andiamo ad aggiungere essenze e flavour, ottenendo un prodotto qualitativamente diverso e dal gusto differente".

In realtà il bar manager del locale di via Scarlatti 30, Salvatore D’Anna, sempre impegnato nel trovare nuove e originali combinazioni che possano incontrare i gusti del cliente, prepara già da tempo personalmente la maggior parte degli ingredienti alla base dei cocktail della drink list del bar (come gli sciroppi al lampone, all’ananas e al passion fruit che sono utilizzati per il Clover club, l’East india, e nei Sour a Passion fruit, oppure il ghiaccio cristallino che produce, sagoma e intaglia).

“Con l’introduzione del Rotavapor inizieremo a produrre in 'casa' alcolati, concentrati e riduzioni di succhi di frutta e, perché no, anche sciroppi, tutto corredato dalla possibilità di aggiungere alle nostre preparazioni flavour che sarebbe impensabile utilizzare senza il macchinario” spiega il “barman da laboratorio” Salvatore D’Anna.



Il Rotavapor è un evaporatore rotante che funziona come un alambicco moderno  ma che lavora a temperature di evaporazione più basse, grazie all’utilizzo della pompa del sottovuoto che, variando la pressione all’interno della macchina, abbassa in maniera sensibile i punti di ebollizione dei solventi e di conseguenza favorisce la preservazione dei flavour e delle essenze più delicate, che scomparirebbero utilizzando un processo più tradizionale di evaporazione.

Il risultato sono addensati, sciroppi, succhi, nati da questo macchinario che funziona sottovuoto, permettendo, come sottolinea Iannuzzi, di "creare prodotti propri, non comprati dalla grande distribuzione, migliori qualitativamente e più economici".

"Con il Rotavapor- spiega il barman dell'Archivio Storico - si riesce a cuocere a bassa pressione, grazie all'utilizzo di una pompa sottovuto. I solventi hanno diverse temperature di ebollizione: in questo modo si cuoce delicatamente e a temperature più basse, riuscendo a conservare le peculiarità e le tipicità di flavour che ad alte temperature andrebbero perse. La cottura in Rotavapor, infatti, avvenendo sottovuoto, fa sì che venga prodotta zero ossidazione. Il macchinario lavora in due sennsi: toglie alcol o acqua, con ridistillazione e separazione del solvente".



“Ovviamente le applicazioni che ne faremo sono molteplici – afferma Luca Iannuzzi -, al bar sarà utilizzato per creare ridistillati che di volta in volta serviranno come tinture aromatiche per caratterizzare i cocktail o per creare basi alcoliche per la nostra famosa 'creanza', l’aperitivo alcolico che offriamo ai clienti del ristorante, ed ancora per creare il “gin taylormade” per ciascun cliente, seguendo le indicazioni delle preferenze di ciascun committente ed interpretandole nella scelta di botaniche”.

Non solo al bar, il Rotavapor sarà utile anche in cucina ed in pasticceria: “utilizzeremo la concentrazione dei succhi e degli estratti vegetali andando a minimizzare l’ossidazione grazie al lavoro sotto vuoto, e saremo in grado di realizzare acque profumate ed essenze balsamiche da abbinare ai piatti e ai dolci creati dall’estro dello chef Pasquale Palamaro”, conclude Iannuzzi.

Si pensi, ad esempio, alle riduzioni di vino, solitamente ottenute in padella, ma che ora sarà possibile realizzare grazie a questo macchinario. Le riduzioni di vino, infatti, rappresentano veri e propri assi nella manica di uno chef stellato, salse ad alta densità che conferiscono gusto e tocchi di colore ad un secondo di carne, solo per fare un esempio.



La parola d'ordine, secondo quanto assicurano i referenti dell'Archivio Storico, è sperimentazione, che permetta progressivamente di selezionare vari preparati, caratterizzati da bouquet dai profumi ed aromi ben definiti e dalla forte identità e che faccia emergere tutti quei sentori che solitamente vengono coperti.

Per inaugurare questo nuovo percorso del gusto e della qualità si brinda con una riduzione di Saint Germain ai fiori di sambuco, acqua, prosecco, lime e menta. 

Prosit!

Le vie del gusto: tutte portano da Gegè Pizzeria Gourmet

Tutte le “Le vie del gusto”, conducono, è il caso di dirlo, da Gegè Pizzeria Gourmet ad Ottaviano.

E' questo il nome dell'evento organizzato da ilmediano.it in collaborazione con il prof. Carmine Cimmino, storico e studioso del vesuviano.

Una formula vincente che vede gemellarsi gusto, buona musica e storia, all'insegna della valorizzazione dell'identità territoriale, richiamando nelle sale del locale “Gegè Pizzeria Gourmet” oltre 100 persone.

“Dobbiamo ringraziare ilmediano.it e tutto lo staff de Le vie del gusto per l'organizzazione di tali eventi che mettono in risalto le eccellenze della nostra terra perché è davvero importante valorizzare le realtà del territorio”, commenta Virginia Nappo, assessore alla cultura del comune di Ottaviano, consegnando il “Premio Eccellenza” al pizzaiolo Gennaro Pizzano, titolare del locale, reduce dalla trasmissione "Ricette all'italiana", striscia quotidiana in onda su Rete 4.



“Oggigiorno il pizzaiolo è diventato un vero e proprio chef, gli standard sono altissimi e ricevere un tale premio non solo è un onore, ma soprattutto uno sprono a fare sempre meglio", rivela Pizzano con grande orgoglio. 

Oltre vent'anni di esperienza nel settore della pizza, per chi le mani in pasta le sa mettere davvero. 

Undici anni, poi, dedicati a una filosofia, tradotta in pratica, dove si intrecciano valorizzazione dei sapori e un'accoglienza che sa fare la differenza, spesi sul territorio di Pomigliano d'Arco.


 Una filosofia esportata da 14 mesi anche su quello di Ottaviano. 

"La base delle nostre pizze - racconta il pizzaiolo gourmet - recupera la ricetta più autentica, propria della tradizione, quella che utilizza farina 0, con germe di grano tostato, ricca di fibre, crusca, vitamine e proteine, in particolare la varietà di grano antico risciola, a basso contenuto di glutine, di più facile assimilazione" .

Via libera, poi, ad un pomodoro San Marzano rivisto, un prodotto d'eccellenza che coniuga valorizzazione della territorialità, a Km 0, e stagionalità.



Parola d'ordine: orientamento al cliente. 
"Il cliente - ribadisce Pizzano - deve stare bene. Ha sempre ragione se è preparato. In caso contrario in lui va creata ed alimentata la cultura del buon cibo, attraverso un vero e proprio processo di educazione del gusto". 

Per Gegè nel passato è contenuto già il futuro: per questo, pur regalando un'esperienza gourmet, caratterizzata dal fatto che in un solo morso sono presenti tutti i sapori propri di quel tipo di pizza, Pizzano non rinuncia alla tradizione più vera.

"Ad esempio i friarielli sono cotti secondo il metodo antico. L'esperienza gourmet è preservata dalla scelta di condire la pasta della pizza con le verdure ridotte in crema, che siano esse friarielli, peperoni, funghi, carciofi e così via" .

Il massimo della tradizione, dunque, integrata con il versante gourmet.  

Ed è proprio questo lo spirito che si evince dal menù invernale presentato durante la serata del 19 novembre dallo stesso Gegè. 

Tra le pizze spunta quella al baccalà, pietanza tipica delle zone vesuviane, ma anche la pizza Sonia, dedicata alla giornalista sportiva e conduttrice televisiva Sonia Sodano. Per quest'ultima pochi ingredienti: mozzarella di bufala, salame piccante e olive nere, tre semplici elementi dall'esito assolutamente goloso e ben equilibrato.

"La nostra formula - continua Gegè - finora è risultata prevalentamente vincente. Cerchiamo di far comprendere che la tradizione tout court può essere proposta a casa, mentre quando si va fuori si deve puntare a mangiare qualcosa di almeno parzialmente diverso" .

Ne nasce un numero equilibrato di pizze, tale da accontentare i gusti più difficili, senza abdicare a qualità e tradizione, con una valorizzazione dell'intera filiera.

"Il nostro punto di forza - evidenzia lo chef - è servire lo stesso ingrediente cucinato in più varianti. Le melanzane ad esempio possono essere scelte in varie preparazioni: a funghetto, grigliate, sotto forma di parmigiana e sott'olio".



Le pizze, dalla classica margherita a quella nel ruoto, passando per la pizza Sonia, si sono gemellate con i sapori di una frittatina, fatta con tre tipi di pasta, classica, al pomodoro secco ed agli spinaci, caratterizzata da un cuore di baccalà ed un tocco delicato di besciamella, dove è stato mantecato un altro gustoso pezzo di baccalà, per valorizzare un elemento nutritivo tipico della zona Vesuviana, da Somma a Ottaviano, importanti punti di stoccaggio.

Spazio poi alla fragranza dei crocchè, re della nostra tradizione di frittura all'italiana in piacevole contrasto e complementarietà con la scioglievolezza di una mousse ispirata alla ricotta di fuscella della Latteria Sorrentina, una realtà campana con una storia di oltre cent'anni, che ad oggi vanta numerosi prodotti esportati in quarantaquattro Paesi in tutto il mondo. 


Senza dimenticare il gusto piacevolmente affumicato della provola. Via libera, poi, ad una speciale porchetta campana  dal sapore intenso, prodotta con suini e con un metodo nostrani, targata Salumi Vassalo di Ernani Vassallo.


Si tratta di un'eccellenza gastronomica che si differenzia fortemente da quella “classica”: un trancio di maiale lavorato artigianalmente con aromi personalizzati 100% naturali, e cotto in appositi forni per circa sei ore.

Ad accompagnare il tutto Kbirr, prima birra napoletana fatta con metodo artigianale, non filtrata e non pastorizzata. 


Kbirr è stata ideata e progettata da Fabio Ditto, napoletano, fine conoscitore dell’universo birra.

A produrla Loco for drink, azienda leader in Campania nel settore della distribuzione e importazione della birra di alta gamma, capitanata proprio dal generale manager Fabio Ditto.

Due le varianti proposte: Cuore di Napoli, un'Apa (American Pale Ale) dal sapore esplosivo.





"Lieviti ed un luppolo citrico, che dona alla bevanda una nota agrumata - spiega Flavio De Felice, beer specialist dell'azienda - incontrano le spezie, esaltando gli esteri, cioè i profumi ed i sapori, conferendo a questa birra ad alta fermentazione, che tocca gli 8-12 gradi, un sapore particolare".


Ad essere selezionati dai mastri birrai sono determinati luppoli provenienti da Nuova Zelanda ed America.


E Natavota, una Lager a bassa fermentazione, realizzata con cinque miscele differenti di malto.





"Questa birra è caratterizzata da una freschezza intensa  - continua Flavio - è più beverina. E' secca e bilanciata tra luppolo, malto e lieviti. L'acqua viene utilizzata, nella preparazione, per osmosi. Perfetta con diversi abbinamenti gastronomici, viene prodotta in sette giorni ed è pronta all'uso".


Essendo a bassa fermentazione, va servita rigorosamente fredda ed i gradi oscillano tra i 4 ed i 6. Una birra divertente già nel nome, con un tocco di sarcasmo: esso, infatti, allude a "nata vota o' miracolo e n'ata bevuta".




Il prossimo obiettivo per la Loco for Drink è la creazione di una banca del lievito per poter utilizzare, nella preparazione del liquido ambrato ed aromatico, dei livieti personali.


Chiusura in bellezza con una cassata del Vesuvio, pensata dal Luxury Royal Bar di Somma Vesuviana, nata dal connubio tra due terre che in passato appartenevano ad un unico Regno: quello delle due Sicilie. 

Al Luxury Royal Bar la classica ricetta siciliana, caratterizzata principalmente da ricotta, zucchero, frutta candita e cioccolato fondente, viene rivisitata negli ingredienti e adeguata a prodotti tipici del territorio vesuviano: dischi di pan di Spagna avvolgono una crema di ricotta siciliana, cedro candito e gocce di cioccolato. 


Tuttavia la vera novità consiste nella guarnizione, caratterizzata da albicocche del Vesuvio candite e confettura 100% albicocche specialità pellecchiella.



La Pellecchiella del Monte Somma è una particolare qualità di albicocche che conta il riconoscimento IGP e che matura a partire dalla prima metà di giugno. Matura in un terreno particolarmente fertile per la ricchezza di minerali e potassio. Inoltre  si distingue per il suo profumo, per il suo colore e per la polpa particolarmente dolce e carnosa.



Inoltre, considerando che “Gegè Pizzeria Gourmet”, sorge proprio a pochi passi dalla storica Distilleria Pisanti di Ottaviano, alle falde del Vesuvio, è stato possibile degustare proprio il liquore che nel 1908 il Cavalier Achille Pisanti recuperò da un’antica ricetta di famiglia, anticipando i tempi della medicina omeopatica e ottenendo un prodotto che divenne ben presto famoso per le sue proprietà benefiche e per le forti capacità toniche e digestive.


A presentare la serata dove, ad un crocevia, si sono incontrati gusto, buona musica e storia, all'insegna della valorizzazione dell'identità territoriale, la vulcanica giornalista Sonia Sodano.


Nel corso della degustazione, allietata dalla musica del Maestro Lino Salbella e dalla cantante Carla Maddaloni, testimonial della quinta edizione del programma televisivo “Donne Nel Pallone, presenti anche alcune aziende del territorio. 

“E’ tale il fascino del luogo che pare naturale che lì abbiano cantato Elvira Donnarumma, Pasquariello e Gilda Mignonette, e che la famiglia dei Pisanti sia stata protagonista della 'Piedigrotta' napoletana e di quella ottavianese, della festa di Montevergine, delle stagioni teatrali, del mondo dei salotti eleganti.” spiega il prof. Carmine Cimmino, storico e studioso del vesuviano, nonché ideatore de “Le vie del gusto” insieme alla redazione de ilmediano.it.

 “I Pisanti, grazie alle preziose indicazioni dei Galliano, degli Scudieri, dei Menichini, videro con chiarezza in quale direzione si muovevano il progresso sociale della borghesia, la 'libertà' della donna borghese, la cultura della società di massa e la 'filosofia' dello svago. 

La loro 'china' rispondeva a tutte le richieste: si adattava al gusto di una signora della Belle ‘Epoque, ingentiliva un incontro romantico al Gambrinus e nel Gran Café di Fulgenzio Campus, accendeva l’ispirazione degli autori di canzoni, e conservava le sue virtù di liquore tonico e febbrifugo per i soldati italiani impegnati nelle insidiose terre dell’Africa". 


Nacque così, secondo quanto raccontato dallo storico e studioso del territorio vesuviano, quella “china”, caratterizzata da una forte identità di liquore vigoroso e raffinato, testimone e simbolo dell’eleganza liberty a cui si era ispirato, nel disegnare la “palazzina” di via Croce Rossa, l’architetto ottajanese Ernesto Bifulco, che aveva frequentato lo studio di Luigi Mellucci, interprete originale, nell’architettura napoletana, dello stile “floreale”.


Le vie del gusto, dunque, parlano il linguaggio di un sapiente intreccio di saperi e di sapori, della valorizzazione di un territorio, della stagionalità, del km zero e di un gustoso intreccio tra tradizione e innovazione, servite in perfetto equilibrio, con risultati che sanno viziare ed educare il palato.