domenica 24 novembre 2019

Le vie del gusto: tutte portano da Gegè Pizzeria Gourmet

Tutte le “Le vie del gusto”, conducono, è il caso di dirlo, da Gegè Pizzeria Gourmet ad Ottaviano.

E' questo il nome dell'evento organizzato da ilmediano.it in collaborazione con il prof. Carmine Cimmino, storico e studioso del vesuviano.

Una formula vincente che vede gemellarsi gusto, buona musica e storia, all'insegna della valorizzazione dell'identità territoriale, richiamando nelle sale del locale “Gegè Pizzeria Gourmet” oltre 100 persone.

“Dobbiamo ringraziare ilmediano.it e tutto lo staff de Le vie del gusto per l'organizzazione di tali eventi che mettono in risalto le eccellenze della nostra terra perché è davvero importante valorizzare le realtà del territorio”, commenta Virginia Nappo, assessore alla cultura del comune di Ottaviano, consegnando il “Premio Eccellenza” al pizzaiolo Gennaro Pizzano, titolare del locale, reduce dalla trasmissione "Ricette all'italiana", striscia quotidiana in onda su Rete 4.



“Oggigiorno il pizzaiolo è diventato un vero e proprio chef, gli standard sono altissimi e ricevere un tale premio non solo è un onore, ma soprattutto uno sprono a fare sempre meglio", rivela Pizzano con grande orgoglio. 

Oltre vent'anni di esperienza nel settore della pizza, per chi le mani in pasta le sa mettere davvero. 

Undici anni, poi, dedicati a una filosofia, tradotta in pratica, dove si intrecciano valorizzazione dei sapori e un'accoglienza che sa fare la differenza, spesi sul territorio di Pomigliano d'Arco.


 Una filosofia esportata da 14 mesi anche su quello di Ottaviano. 

"La base delle nostre pizze - racconta il pizzaiolo gourmet - recupera la ricetta più autentica, propria della tradizione, quella che utilizza farina 0, con germe di grano tostato, ricca di fibre, crusca, vitamine e proteine, in particolare la varietà di grano antico risciola, a basso contenuto di glutine, di più facile assimilazione" .

Via libera, poi, ad un pomodoro San Marzano rivisto, un prodotto d'eccellenza che coniuga valorizzazione della territorialità, a Km 0, e stagionalità.



Parola d'ordine: orientamento al cliente. 
"Il cliente - ribadisce Pizzano - deve stare bene. Ha sempre ragione se è preparato. In caso contrario in lui va creata ed alimentata la cultura del buon cibo, attraverso un vero e proprio processo di educazione del gusto". 

Per Gegè nel passato è contenuto già il futuro: per questo, pur regalando un'esperienza gourmet, caratterizzata dal fatto che in un solo morso sono presenti tutti i sapori propri di quel tipo di pizza, Pizzano non rinuncia alla tradizione più vera.

"Ad esempio i friarielli sono cotti secondo il metodo antico. L'esperienza gourmet è preservata dalla scelta di condire la pasta della pizza con le verdure ridotte in crema, che siano esse friarielli, peperoni, funghi, carciofi e così via" .

Il massimo della tradizione, dunque, integrata con il versante gourmet.  

Ed è proprio questo lo spirito che si evince dal menù invernale presentato durante la serata del 19 novembre dallo stesso Gegè. 

Tra le pizze spunta quella al baccalà, pietanza tipica delle zone vesuviane, ma anche la pizza Sonia, dedicata alla giornalista sportiva e conduttrice televisiva Sonia Sodano. Per quest'ultima pochi ingredienti: mozzarella di bufala, salame piccante e olive nere, tre semplici elementi dall'esito assolutamente goloso e ben equilibrato.

"La nostra formula - continua Gegè - finora è risultata prevalentamente vincente. Cerchiamo di far comprendere che la tradizione tout court può essere proposta a casa, mentre quando si va fuori si deve puntare a mangiare qualcosa di almeno parzialmente diverso" .

Ne nasce un numero equilibrato di pizze, tale da accontentare i gusti più difficili, senza abdicare a qualità e tradizione, con una valorizzazione dell'intera filiera.

"Il nostro punto di forza - evidenzia lo chef - è servire lo stesso ingrediente cucinato in più varianti. Le melanzane ad esempio possono essere scelte in varie preparazioni: a funghetto, grigliate, sotto forma di parmigiana e sott'olio".



Le pizze, dalla classica margherita a quella nel ruoto, passando per la pizza Sonia, si sono gemellate con i sapori di una frittatina, fatta con tre tipi di pasta, classica, al pomodoro secco ed agli spinaci, caratterizzata da un cuore di baccalà ed un tocco delicato di besciamella, dove è stato mantecato un altro gustoso pezzo di baccalà, per valorizzare un elemento nutritivo tipico della zona Vesuviana, da Somma a Ottaviano, importanti punti di stoccaggio.

Spazio poi alla fragranza dei crocchè, re della nostra tradizione di frittura all'italiana in piacevole contrasto e complementarietà con la scioglievolezza di una mousse ispirata alla ricotta di fuscella della Latteria Sorrentina, una realtà campana con una storia di oltre cent'anni, che ad oggi vanta numerosi prodotti esportati in quarantaquattro Paesi in tutto il mondo. 


Senza dimenticare il gusto piacevolmente affumicato della provola. Via libera, poi, ad una speciale porchetta campana  dal sapore intenso, prodotta con suini e con un metodo nostrani, targata Salumi Vassalo di Ernani Vassallo.


Si tratta di un'eccellenza gastronomica che si differenzia fortemente da quella “classica”: un trancio di maiale lavorato artigianalmente con aromi personalizzati 100% naturali, e cotto in appositi forni per circa sei ore.

Ad accompagnare il tutto Kbirr, prima birra napoletana fatta con metodo artigianale, non filtrata e non pastorizzata. 


Kbirr è stata ideata e progettata da Fabio Ditto, napoletano, fine conoscitore dell’universo birra.

A produrla Loco for drink, azienda leader in Campania nel settore della distribuzione e importazione della birra di alta gamma, capitanata proprio dal generale manager Fabio Ditto.

Due le varianti proposte: Cuore di Napoli, un'Apa (American Pale Ale) dal sapore esplosivo.





"Lieviti ed un luppolo citrico, che dona alla bevanda una nota agrumata - spiega Flavio De Felice, beer specialist dell'azienda - incontrano le spezie, esaltando gli esteri, cioè i profumi ed i sapori, conferendo a questa birra ad alta fermentazione, che tocca gli 8-12 gradi, un sapore particolare".


Ad essere selezionati dai mastri birrai sono determinati luppoli provenienti da Nuova Zelanda ed America.


E Natavota, una Lager a bassa fermentazione, realizzata con cinque miscele differenti di malto.





"Questa birra è caratterizzata da una freschezza intensa  - continua Flavio - è più beverina. E' secca e bilanciata tra luppolo, malto e lieviti. L'acqua viene utilizzata, nella preparazione, per osmosi. Perfetta con diversi abbinamenti gastronomici, viene prodotta in sette giorni ed è pronta all'uso".


Essendo a bassa fermentazione, va servita rigorosamente fredda ed i gradi oscillano tra i 4 ed i 6. Una birra divertente già nel nome, con un tocco di sarcasmo: esso, infatti, allude a "nata vota o' miracolo e n'ata bevuta".




Il prossimo obiettivo per la Loco for Drink è la creazione di una banca del lievito per poter utilizzare, nella preparazione del liquido ambrato ed aromatico, dei livieti personali.


Chiusura in bellezza con una cassata del Vesuvio, pensata dal Luxury Royal Bar di Somma Vesuviana, nata dal connubio tra due terre che in passato appartenevano ad un unico Regno: quello delle due Sicilie. 

Al Luxury Royal Bar la classica ricetta siciliana, caratterizzata principalmente da ricotta, zucchero, frutta candita e cioccolato fondente, viene rivisitata negli ingredienti e adeguata a prodotti tipici del territorio vesuviano: dischi di pan di Spagna avvolgono una crema di ricotta siciliana, cedro candito e gocce di cioccolato. 


Tuttavia la vera novità consiste nella guarnizione, caratterizzata da albicocche del Vesuvio candite e confettura 100% albicocche specialità pellecchiella.



La Pellecchiella del Monte Somma è una particolare qualità di albicocche che conta il riconoscimento IGP e che matura a partire dalla prima metà di giugno. Matura in un terreno particolarmente fertile per la ricchezza di minerali e potassio. Inoltre  si distingue per il suo profumo, per il suo colore e per la polpa particolarmente dolce e carnosa.



Inoltre, considerando che “Gegè Pizzeria Gourmet”, sorge proprio a pochi passi dalla storica Distilleria Pisanti di Ottaviano, alle falde del Vesuvio, è stato possibile degustare proprio il liquore che nel 1908 il Cavalier Achille Pisanti recuperò da un’antica ricetta di famiglia, anticipando i tempi della medicina omeopatica e ottenendo un prodotto che divenne ben presto famoso per le sue proprietà benefiche e per le forti capacità toniche e digestive.


A presentare la serata dove, ad un crocevia, si sono incontrati gusto, buona musica e storia, all'insegna della valorizzazione dell'identità territoriale, la vulcanica giornalista Sonia Sodano.


Nel corso della degustazione, allietata dalla musica del Maestro Lino Salbella e dalla cantante Carla Maddaloni, testimonial della quinta edizione del programma televisivo “Donne Nel Pallone, presenti anche alcune aziende del territorio. 

“E’ tale il fascino del luogo che pare naturale che lì abbiano cantato Elvira Donnarumma, Pasquariello e Gilda Mignonette, e che la famiglia dei Pisanti sia stata protagonista della 'Piedigrotta' napoletana e di quella ottavianese, della festa di Montevergine, delle stagioni teatrali, del mondo dei salotti eleganti.” spiega il prof. Carmine Cimmino, storico e studioso del vesuviano, nonché ideatore de “Le vie del gusto” insieme alla redazione de ilmediano.it.

 “I Pisanti, grazie alle preziose indicazioni dei Galliano, degli Scudieri, dei Menichini, videro con chiarezza in quale direzione si muovevano il progresso sociale della borghesia, la 'libertà' della donna borghese, la cultura della società di massa e la 'filosofia' dello svago. 

La loro 'china' rispondeva a tutte le richieste: si adattava al gusto di una signora della Belle ‘Epoque, ingentiliva un incontro romantico al Gambrinus e nel Gran Café di Fulgenzio Campus, accendeva l’ispirazione degli autori di canzoni, e conservava le sue virtù di liquore tonico e febbrifugo per i soldati italiani impegnati nelle insidiose terre dell’Africa". 


Nacque così, secondo quanto raccontato dallo storico e studioso del territorio vesuviano, quella “china”, caratterizzata da una forte identità di liquore vigoroso e raffinato, testimone e simbolo dell’eleganza liberty a cui si era ispirato, nel disegnare la “palazzina” di via Croce Rossa, l’architetto ottajanese Ernesto Bifulco, che aveva frequentato lo studio di Luigi Mellucci, interprete originale, nell’architettura napoletana, dello stile “floreale”.


Le vie del gusto, dunque, parlano il linguaggio di un sapiente intreccio di saperi e di sapori, della valorizzazione di un territorio, della stagionalità, del km zero e di un gustoso intreccio tra tradizione e innovazione, servite in perfetto equilibrio, con risultati che sanno viziare ed educare il palato.


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