Tutte le “Le vie del gusto”,
conducono, è il caso di dirlo, da Gegè Pizzeria Gourmet ad Ottaviano.
E' questo il nome dell'evento
organizzato da ilmediano.it in
collaborazione con il prof. Carmine
Cimmino, storico e studioso del vesuviano.
Una formula vincente che vede
gemellarsi gusto, buona musica e storia, all'insegna della valorizzazione
dell'identità territoriale, richiamando nelle sale del locale “Gegè Pizzeria
Gourmet” oltre 100 persone.
“Dobbiamo ringraziare ilmediano.it e tutto lo staff de Le
vie del gusto per l'organizzazione di tali eventi che mettono in risalto le
eccellenze della nostra terra perché è davvero importante valorizzare le
realtà del territorio”, commenta Virginia
Nappo, assessore alla cultura del comune di Ottaviano, consegnando il
“Premio Eccellenza” al pizzaiolo Gennaro
Pizzano, titolare del locale, reduce dalla trasmissione "Ricette
all'italiana", striscia quotidiana in onda su Rete 4.
“Oggigiorno il pizzaiolo è
diventato un vero e proprio chef, gli standard sono altissimi e ricevere
un tale premio non solo è un onore, ma soprattutto uno sprono a fare sempre
meglio", rivela Pizzano con grande orgoglio.
Oltre vent'anni di esperienza nel
settore della pizza, per chi le mani in pasta le sa mettere davvero.
Undici anni, poi, dedicati a una filosofia, tradotta in pratica, dove si intrecciano
valorizzazione dei sapori e un'accoglienza che sa fare la differenza, spesi sul
territorio di Pomigliano d'Arco.
Una filosofia esportata da 14 mesi anche su
quello di Ottaviano.
"La base delle nostre pizze
- racconta il pizzaiolo gourmet - recupera la ricetta più autentica, propria
della tradizione, quella che utilizza farina 0, con germe di grano tostato,
ricca di fibre, crusca, vitamine e proteine, in particolare la varietà di grano
antico risciola, a basso contenuto di glutine, di più facile
assimilazione" .
Via libera, poi, ad un pomodoro
San Marzano rivisto, un prodotto d'eccellenza che coniuga valorizzazione della
territorialità, a Km 0, e stagionalità.
Parola d'ordine: orientamento al
cliente.
"Il cliente - ribadisce
Pizzano - deve stare bene. Ha sempre ragione se è preparato. In caso contrario
in lui va creata ed alimentata la cultura del buon cibo, attraverso un vero e
proprio processo di educazione del gusto".
Per Gegè nel passato è contenuto
già il futuro: per questo, pur regalando un'esperienza gourmet, caratterizzata
dal fatto che in un solo morso sono presenti tutti i sapori propri di quel tipo
di pizza, Pizzano non rinuncia alla tradizione più vera.
"Ad esempio i friarielli
sono cotti secondo il metodo antico. L'esperienza gourmet è preservata dalla
scelta di condire la pasta della pizza con le verdure ridotte in crema, che
siano esse friarielli, peperoni, funghi, carciofi e così via" .
Il massimo della tradizione,
dunque, integrata con il versante gourmet.
Ed è proprio questo lo spirito
che si evince dal menù invernale presentato durante la serata del 19 novembre
dallo stesso Gegè.
Tra le pizze spunta quella al baccalà, pietanza tipica delle
zone vesuviane, ma anche la pizza Sonia, dedicata alla giornalista sportiva e
conduttrice televisiva Sonia Sodano. Per quest'ultima pochi ingredienti:
mozzarella di bufala, salame piccante e olive nere, tre semplici elementi dall'esito assolutamente
goloso e ben equilibrato.
"La nostra formula -
continua Gegè - finora è risultata prevalentamente vincente. Cerchiamo di far
comprendere che la tradizione tout court può essere proposta a casa, mentre
quando si va fuori si deve puntare a mangiare qualcosa di almeno parzialmente
diverso" .
Ne nasce un numero equilibrato di
pizze, tale da accontentare i gusti più difficili, senza abdicare a qualità e
tradizione, con una valorizzazione dell'intera filiera.
"Il nostro punto di forza -
evidenzia lo chef - è servire lo stesso ingrediente cucinato in più varianti.
Le melanzane ad esempio possono essere scelte in varie preparazioni: a
funghetto, grigliate, sotto forma di parmigiana e sott'olio".
Le pizze, dalla classica margherita a quella nel ruoto, passando per la pizza Sonia, si sono gemellate con i
sapori di una frittatina, fatta con tre tipi di pasta, classica, al
pomodoro secco ed agli spinaci, caratterizzata da un cuore di baccalà ed un tocco delicato di besciamella, dove è stato mantecato un
altro gustoso pezzo di baccalà, per valorizzare un elemento nutritivo tipico
della zona Vesuviana, da Somma a Ottaviano, importanti punti di stoccaggio.
Spazio poi alla fragranza dei crocchè,
re della nostra tradizione di frittura all'italiana in piacevole contrasto e
complementarietà con la scioglievolezza di una mousse ispirata alla ricotta di fuscella della Latteria Sorrentina, una realtà campana con una storia di oltre
cent'anni, che ad oggi vanta numerosi prodotti esportati in quarantaquattro
Paesi in tutto il mondo.
Senza dimenticare il gusto piacevolmente affumicato della provola. Via libera,
poi, ad una speciale porchetta campana
dal sapore intenso, prodotta con suini e con un metodo nostrani, targata Salumi Vassalo di Ernani Vassallo.
Si tratta di un'eccellenza gastronomica che si differenzia fortemente da quella
“classica”: un trancio di maiale lavorato artigianalmente con aromi
personalizzati 100% naturali, e cotto in appositi forni per circa sei ore.
Ad accompagnare il tutto Kbirr,
prima birra napoletana fatta con metodo artigianale, non filtrata e non
pastorizzata.
Kbirr è stata ideata e progettata
da Fabio Ditto, napoletano, fine
conoscitore dell’universo birra.
A produrla Loco for drink, azienda leader in Campania nel settore della
distribuzione e importazione della birra di alta gamma, capitanata proprio dal
generale manager Fabio Ditto.
Due le varianti proposte: Cuore di
Napoli, un'Apa (American Pale Ale) dal sapore esplosivo.
"Lieviti ed un luppolo citrico, che dona alla bevanda una nota agrumata - spiega
Flavio De Felice, beer specialist
dell'azienda - incontrano le spezie, esaltando gli esteri, cioè i profumi ed i
sapori, conferendo a questa birra ad alta fermentazione, che tocca gli 8-12
gradi, un sapore particolare".
Ad essere selezionati dai mastri birrai sono determinati luppoli provenienti da
Nuova Zelanda ed America.
E Natavota, una Lager a bassa
fermentazione, realizzata con cinque miscele differenti di malto.
"Questa birra è caratterizzata da una freschezza intensa - continua
Flavio - è più beverina. E' secca e bilanciata tra luppolo, malto e lieviti.
L'acqua viene utilizzata, nella preparazione, per osmosi. Perfetta con diversi
abbinamenti gastronomici, viene prodotta in sette giorni ed è pronta
all'uso".
Essendo a bassa fermentazione, va servita rigorosamente fredda ed i gradi
oscillano tra i 4 ed i 6. Una birra divertente già nel nome, con un tocco di
sarcasmo: esso, infatti, allude a "nata vota o' miracolo e n'ata
bevuta".
Il prossimo obiettivo per la Loco for Drink è la creazione di una banca del
lievito per poter utilizzare, nella preparazione del liquido ambrato ed
aromatico, dei livieti personali.
Chiusura in bellezza con una
cassata del Vesuvio, pensata dal Luxury
Royal Bar di Somma Vesuviana, nata dal connubio tra due terre che in
passato appartenevano ad un unico Regno: quello delle due Sicilie.
Al Luxury Royal Bar la classica ricetta siciliana, caratterizzata
principalmente da ricotta, zucchero, frutta candita e cioccolato fondente,
viene rivisitata negli ingredienti e adeguata a prodotti tipici del territorio
vesuviano: dischi di pan di Spagna avvolgono una crema di ricotta siciliana,
cedro candito e gocce di cioccolato.
Tuttavia la vera novità consiste nella guarnizione, caratterizzata da
albicocche del Vesuvio candite e confettura 100% albicocche specialità
pellecchiella.
La Pellecchiella del Monte Somma
è una particolare qualità di albicocche che conta il riconoscimento IGP e che
matura a partire dalla prima metà di giugno. Matura in un terreno
particolarmente fertile per la ricchezza di minerali e potassio. Inoltre
si distingue per il suo profumo, per il suo colore e per la polpa
particolarmente dolce e carnosa.
Inoltre, considerando che “Gegè Pizzeria Gourmet”, sorge proprio a pochi passi
dalla storica Distilleria Pisanti di
Ottaviano, alle falde del Vesuvio, è stato possibile degustare
proprio il liquore che nel 1908 il Cavalier Achille Pisanti recuperò
da un’antica ricetta di famiglia, anticipando i tempi della medicina
omeopatica e ottenendo un prodotto che divenne ben presto famoso
per le sue proprietà benefiche e per le forti capacità
toniche e digestive.
A presentare la serata dove, ad un crocevia, si sono incontrati gusto, buona
musica e storia, all'insegna della valorizzazione dell'identità territoriale,
la vulcanica giornalista Sonia Sodano.
Nel corso della degustazione,
allietata dalla musica del Maestro Lino
Salbella e dalla cantante Carla
Maddaloni, testimonial della quinta edizione del programma televisivo
“Donne Nel Pallone, presenti anche alcune aziende del territorio.
“E’ tale il fascino del luogo che
pare naturale che lì abbiano cantato Elvira Donnarumma, Pasquariello e Gilda
Mignonette, e che la famiglia dei Pisanti sia stata protagonista della
'Piedigrotta' napoletana e di quella ottavianese, della festa di Montevergine,
delle stagioni teatrali, del mondo dei salotti eleganti.” spiega il prof.
Carmine Cimmino, storico e studioso del vesuviano, nonché ideatore de
“Le vie del gusto” insieme alla redazione de ilmediano.it.
“I Pisanti, grazie alle
preziose indicazioni dei Galliano, degli Scudieri, dei Menichini, videro con
chiarezza in quale direzione si muovevano il progresso sociale della borghesia,
la 'libertà' della donna borghese, la cultura della società di massa e la 'filosofia'
dello svago.
La loro 'china' rispondeva a tutte le richieste: si adattava al gusto di una
signora della Belle ‘Epoque, ingentiliva un incontro romantico al Gambrinus e
nel Gran Café di Fulgenzio Campus, accendeva l’ispirazione degli autori di canzoni,
e conservava le sue virtù di liquore tonico e febbrifugo per i soldati italiani
impegnati nelle insidiose terre dell’Africa".
Nacque così, secondo quanto raccontato dallo storico e studioso del territorio
vesuviano, quella “china”, caratterizzata da una forte identità di liquore
vigoroso e raffinato, testimone e simbolo dell’eleganza liberty a cui si era
ispirato, nel disegnare la “palazzina” di via Croce Rossa, l’architetto
ottajanese Ernesto Bifulco, che aveva frequentato lo studio di Luigi Mellucci,
interprete originale, nell’architettura napoletana, dello stile “floreale”.
Le vie del gusto, dunque, parlano il linguaggio di un sapiente intreccio di
saperi e di sapori, della valorizzazione di un territorio, della stagionalità,
del km zero e di un gustoso intreccio tra tradizione e innovazione, servite in
perfetto equilibrio, con risultati che sanno viziare ed educare il palato.
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