L’Archivio Storico, ristorante e premium bar ubicato a Napoli dimostra di essere sempre più all'avanguardia.
Infatti, questo luogo suggestivo, contenitore di idee, concetti e innovazioni, sia
per l’ambiente intellettuale napoletano che per quello dei professionisti dell’hospitality e che si impegna per recuperare e valorizzare le ricette della tradizione borbonica, riproponendole con sapienti tocchi di innovazione, da oggi ha un vero laboratorio di chimica all'interno dei suoi locali.
Un contemporaneo spazio da "apprendista stregone", all'interno del quale creare preparati e combinazioni inediti, dai flavour inconfondibili.
Infatti, il proprietario della struttura, Luca
Iannuzzi, ha dato vita a uno spazio all’interno del locale quasi “fantascientifico”
per un cocktail bar e un ristorante
gourmet, dove effettuare la “ridistillazione
fatta in casa”.
Il protagonista di questa operazione si chiama Rotavapor, un macchinario mutuato dall'ambito medicale (non medico), che aiuta a sperimentare e realizzare prodotti come estratti, distillati e concentrati, come avviene, solo per fare un esempio, con il Negroni, cui è possibile sottrarre acqua o alcol, ottenendo distillati, concentrati e parti in infusione che non si è soliti inserire, o i sodati, aperitivi addizionati con acqua di soda, con un gusto personalizzato, targato Archivio Storico, arricchito con un flavour di insalata Iceberg.
"Si tratta di un macchinario che serve per ridistillare prodotti già in commercio - spiega Iannuzzi - secondo quanto previsto dalla legge vigente. Infatti sui distillati utilizzati sono già state regolarmente pagate le accise. Noi andiamo ad aggiungere essenze e flavour, ottenendo un prodotto qualitativamente diverso e dal gusto differente".
In realtà il bar
manager del locale di via Scarlatti 30, Salvatore
D’Anna, sempre impegnato nel trovare nuove e originali combinazioni che
possano incontrare i gusti del cliente, prepara già da tempo personalmente la
maggior parte degli ingredienti alla base dei cocktail della drink list del bar
(come gli sciroppi al lampone, all’ananas e al passion fruit che sono utilizzati
per il Clover club, l’East india, e nei Sour a Passion fruit, oppure il
ghiaccio cristallino che produce, sagoma e intaglia).
“Con l’introduzione
del Rotavapor inizieremo a produrre in 'casa' alcolati, concentrati e riduzioni
di succhi di frutta e, perché no, anche sciroppi, tutto corredato dalla
possibilità di aggiungere alle nostre preparazioni flavour che sarebbe
impensabile utilizzare senza il macchinario” spiega il “barman da laboratorio”
Salvatore D’Anna.
Il Rotavapor è un evaporatore rotante che funziona come un alambicco moderno ma
che lavora a temperature di evaporazione più basse, grazie all’utilizzo della
pompa del sottovuoto che, variando la pressione all’interno della macchina,
abbassa in maniera sensibile i punti di ebollizione dei solventi e di
conseguenza favorisce la preservazione dei flavour e delle essenze più delicate,
che scomparirebbero utilizzando un processo più tradizionale di evaporazione.
Il risultato sono addensati, sciroppi, succhi, nati da questo macchinario che funziona sottovuoto, permettendo, come sottolinea Iannuzzi, di "creare prodotti propri, non comprati dalla grande distribuzione, migliori qualitativamente e più economici".
"Con il Rotavapor- spiega il barman dell'Archivio Storico - si riesce a cuocere a bassa pressione, grazie all'utilizzo di una pompa sottovuto. I solventi hanno diverse temperature di ebollizione: in questo modo si cuoce delicatamente e a temperature più basse, riuscendo a conservare le peculiarità e le tipicità di flavour che ad alte temperature andrebbero perse. La cottura in Rotavapor, infatti, avvenendo sottovuoto, fa sì che venga prodotta zero ossidazione. Il macchinario lavora in due sennsi: toglie alcol o acqua, con ridistillazione e separazione del solvente".
“Ovviamente le
applicazioni che ne faremo sono molteplici – afferma Luca Iannuzzi -, al bar sarà utilizzato per creare
ridistillati che di volta in volta serviranno come tinture aromatiche per
caratterizzare i cocktail o per creare basi alcoliche per la
nostra famosa 'creanza', l’aperitivo alcolico che offriamo ai clienti del
ristorante, ed ancora per creare il “gin taylormade” per ciascun cliente,
seguendo le indicazioni delle preferenze di ciascun committente ed
interpretandole nella scelta di botaniche”.
Non solo al bar, il Rotavapor sarà utile anche in cucina ed
in pasticceria: “utilizzeremo la
concentrazione dei succhi e degli estratti vegetali andando a minimizzare
l’ossidazione grazie al lavoro sotto vuoto, e saremo in grado di realizzare
acque profumate ed essenze balsamiche da abbinare ai piatti e ai dolci creati
dall’estro dello chef Pasquale Palamaro”, conclude Iannuzzi.
Si pensi, ad esempio, alle riduzioni di vino, solitamente ottenute in padella, ma che ora sarà possibile realizzare grazie a questo macchinario. Le riduzioni di vino, infatti, rappresentano veri e propri assi nella manica di uno chef stellato, salse ad alta densità che conferiscono gusto e tocchi di colore ad un secondo di carne, solo per fare un esempio.
La parola d'ordine, secondo quanto assicurano i referenti dell'Archivio Storico, è sperimentazione, che permetta progressivamente di selezionare vari preparati, caratterizzati da bouquet dai profumi ed aromi ben definiti e dalla forte identità e che faccia emergere tutti quei sentori che solitamente vengono coperti.
Per inaugurare questo nuovo percorso del gusto e della qualità si brinda con una riduzione di Saint Germain ai fiori di sambuco, acqua, prosecco, lime e menta.
Prosit!
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