domenica 30 aprile 2017

Il Proscenio dei Talenti: la creatività fa rinascere la Galleria Principe di Napoli

Questo blog si chiama Crederci è potere ed è stato creato per ricordare ai propri interlocutori e ricordare a se stessi che per esserci, per essere presenti sulla scena dell'esistenza, è essenziale credere fino in fondo in quel che si fa.

Mai questa filosofia ha trovato maggior rispecchiamento come nella manifestazione "Il proscenio dei Talenti - la creatività cambia Napoli", ideata, promossa e realizzata dall'associazione Medea Fattoria Sociale, presieduta da Flora Frate.



Un progetto che ha tratto la sua linfa vitale dalla capacità di creare sinergie, mettendo in circolo energie positive, e facendo squadra, all'insegna di un doppio obiettivo: valorizzare un luogo simbolo della Città delle Sirene come la Galleria Principe di Napoli, troppo a lungo caduta in un colpevole oblio figlio del degrado, e promuovere il talento giovanile, quello di cui Napoli è piena, ma che troppo spesso viene "occultato" dagli aspetti della città che non funzionano, e che guadagnano gli onori della cronaca, che inducono avvilimento e demotivazione.

Tutto è partito quattro anni fa con un bando del Comune di Napoli finalizzato a valorizzare lo spazio della Galleria Principe di Napoli. Dal momento dell'emanazione del bando alla realizzazione di questa rassegna culturale tante vicissitudini si sono avvicendate, ma il team di Medea Fattoria Sociale non ha mollato e con caparbietà e creatività, unite ad un instancabile impegno e a tanta professionalità, il risultato è stato portato a casa.

Quattro giorni, svoltisi dal 21 al 24 aprile, dedicati alla valorizzazione del talento made in Sud con mostre di quadri, esposizioni di fotografia, possibilità di ammirare ed acquistare oggetti ed abbigliamento etnico ed "etico", fashion show dedicati al rilancio di un territorio, dove si respira aria di libertà attuale e potenziale, solidarietà e riscatto, curatissimi in tutto, dai vestiti al makeup, tavole rotonde e workshop tematici, capaci di "dire le cose con parole proprie", senza la paura che queste parole possano risultare scomode o impopolari, presentazioni di libri "pensanti", capaci di innescare reazioni di rilessione a catena, e spettacoli teatrali aventi l'obiettivo di ceare un clima di reale e profonda condivisione. Spazio, poi, all'ingresso ufficiale in società di alcne startup partenopee,




Nevralgica per la buona riuscita del Proscenio dei talenti, vero è proprio incubatore di iniziative nate e cresciute all'insegna della cultura, la collaborazione con il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli, l’Osservatorio Territoriale Giovani, la Scuola di Cinema di Napoli, la Contamination Lab Napoli e numerosi altri partner, ognuno dei quali ha arricchito la rassegna con la proria specifica identità e con le proprie competenze tra teoria e pratica.

La risonanza avuta dall'iniziativa, premiata dall'affluenza di pubblico, e il fatto che la Galleria Principe di Napoli abbia lentamente ripreso vita, ritornando a popolarsi ed a risplendere, sembra essere un'ulteriore riprova di un meritato successo frutto di tenacia ed impegno.

Un piccolo cenno merita la presentazione di un'idea progettuale, un cenno che facciamo nel giorno dedicato all'esordio al cinema del docufilm Maradonpoli (sugli schermi fino al 10 maggio 2017), dedicato al rapporto di simbiosi tra la città di Partenope e Diego Armando Maradona, el pibe de oro, che proprio a Napoli divenne un vero e proprio mito, entrando nella storia del calcio e non solo.




Infatti, nell'ambito del Proscenio dei talenti - la creatività cambia Napoli, Giuseppe De Salvin, sociologo della comunicazione, ha presentato un progetto realizzato con il collega  Claudio Roberti, artefice dell’idea originaria, con cui ha realizzato la parte sociologica e statistica e dal grafico  Fabio Marfè, ideatore dei disegni e delle foto, Un progetto denominato N ed Ercole - "N&E" relativo a uno studio sociologico sugli temi ed i colori delle squadre di calcio di Italia ed Europa ,finalizzato a proporre degli importanti elementi innovativi nello stemma e maglietta del Napoli calcio. Dal dibattito che ha avuto vita da questa presentazione progettuale è emerso che tale studio ha i crismi della Start Up e questo è stato sottolineato da Luca Simeone, project manager di Fondazione Idis-Città della Scienza.


Ma ora lasciamo la parola a Flora Frate, presidente di Medea Fattoria Sociale, affinchè ci racconti il percorso di questo progetto e le sue prospettive future,



D. La manifestazione Il Proscenio dei talenti è stato dapprima un sogno. Un'incubazione durata circa 4 anni. Ci racconti i vari passaggi intercorsi tra l'idea iniziale e la realizzazione?

  R. Mi fa piacere ricevere questa domanda perché mi consente di ricostruire un lungo percorso fatto di impegno e tenacia. Verso la fine del 2013, l’associazione Medea, di cui sono presidente, scrisse un progetto per partecipare all’indagine conoscitiva Common Gallery del Piano territoriale Giovani, promosso dall’Assessorato ai Giovani, Creatività e Innovazione del Comune di Napoli e dalla Regione Campania. Esso prevedeva, appunto, di realizzare una rassegna di eventi culturali per rilanciare la galleria Principe di Napoli. Verso aprile 2014, se non erro, fu pubblicata la graduatoria e con nostra assoluta contentezza la nostra associazione risultò in cima, con il punteggio più alto.  Da quel momento in poi sono iniziate le varie difficoltà: a due giorni prima della conferenza stampa di apertura delle attività del Proscenio, la galleria fu dichiarata inagibile a causa di alcuni crolli dovuti ad un temporale. Abbiamo aspettato due anni per poter realizzare le nostre attività.  Il primo evento, il Contest Talents Nap 2016, si è svolto lo scorso giugno: la Galleria era in uno stato pietoso, in fase di restauro, con le impalcature ancora presenti. E anche in questa occasione, ad un giorno prima dell’evento subimmo un atto vandalico nell’Ufficio Informagiovani, sempre in Galleria, sede delle nostre attività. Insomma, davvero un’avventura incredibile, ma, nonostante questo, non abbiamo mai smesso di crederci. Io amo la mia città.



    D.  Ci sono altri progetti correlati o gemellati precedenti o che si svolgeranno a breve?


R. Con questo progetto spero di dare vita ad una rete, fatto di artisti emergenti, di startupper, di giovani che attraverso la creatività costruiscono la loro attività culturale e professionale.
In cantiere c’è la costituzione di un Osservatorio dedicato alla creatività e all'innovazione: ci immaginiamo che esso possa essere uno strumento di lavoro e di continuità del Proscenio.

  D.  Il Proscenio dei talenti si propone come una best practise da "esportare" o a cui dare continuità con una cadenza annuale?


    R. Ci auguriamo, che attraverso l’Osservatorio, possiamo reperire fondi che ci consentano di continuare nella nostra costruzione della “Fattoria Sociale” , una rete che parta dal basso e che si nutra di talenti e di creatività. Noi crediamo davvero che la creatività possa cambiare Napoli.



D.   La squadra coinvolta, a livello associativo, di collaborazioni ed istituzionale?

 

R. Devo ringraziare la mia amica e collega Roberta Inarta della Scuola di Cinema di Napoli che ha curato tutto l’aspetto audio-video e logistico degli eventi. La scuola è la prima e forse l’unica, a Napoli, a fare industria culturale e cinematografica, a formare i giovani talenti e spero che in futuro la sinergia lavorativa possa essere ancora più fitta di oggi. Ringrazio, inoltre,  Creative Area e Cultura a Colori per aver curato tutto l’impianto comunicativo; in particolare ringrazio Cultura a Colori che proprio oggi ci ha consegnato un meraviglioso premio “Eccellenze campane”. Ringrazio gli attori come Walter Lippa e Gennaro Silvestro per averci regalato un pezzetto della loro storia e della loro professionalità; Pino Imperatore che con il suo supporto professionale e artistico ha potenziato enormemente le nostre attività. E poi, consentimi di ringraziare il mio team nelle persone di  Antonella Frate, Letizia Roberti, Francesco Donzelli, Daniele Naddei, Luca De Simone, Lorena Silvestri che non si è mai arreso di fronte alle difficoltà. Ringrazio Città della Scienza e ringrazio infine, Alessandra Clemente che ci ha dato questa enorme opportunità di contribuire alla rinascita della Galleria Principe di Napoli.


D. Quali sono stati i temi al centro della discussione?

  R. I temi sono la creatività, vista come strumento di inclusione sociale e di promozione della cittadinanza attiva, e  la promozione del talento. Il bando pubblico era rivolto proprio ai giovani dai 16 e 35 anni che erano interessati a  mettersi in gioco o che semplicemente avevano bisogno di visibilità, di un momento di discussione come quello del Proscenio. Pensa che noi abbiamo avuto richiesta di 5 presentazioni di libri, questo vorrà pur dire qualcosa...
Comunque, le tematiche presenti nel bando erano la legalità, la promozione delle pari opportunità, la cultura e l’arte in generale, nonchè la valorizzazione di idee di impresa. Insomma, abbiamo messo in scena (da qui la scelta del titolo Proscenio dei talenti) tutti quegli strumenti utili a valorizzare la nostra città. Napoli è un laboratorio a cielo aperto, deve solo essere organizzata a dovere.



D. Quali sono, in generale, i prossimi progetti messi in campo dall'associazione?

R. Innanzitutto l’Osservatorio, come già ho detto. In questi giorni, tra l’altro, io e la mia collega politologa Lorena Silvestri analizzeremo i questionari e valuteremo l’impianto progettuale, in modo da comprendere quali sono stati i punti di forza e quali, invece, i punti di debolezza delle nostre attività. Poi si vedrà... in un continuo divenire e speriamo in crescendo... Noi continueremo con la promozione dell’inclusione sociale di giovani, donne e persone con disabilità attraverso  l’arte, la cultura e le scienze sociali. Seguiteci, magari potremmo pensare di collaborare in futuro!



venerdì 21 aprile 2017

Un potente Siero per risvegliare le coscienze, targato Logan 5.3

Mettete un ragazzo che ha tante cose da dire, a muso duro.

Mettete un ritmo di quelli giusti, che ti entrano nel cervello e continuano a gironzolarvi dentro, ricordandovi parole e note e rimestando tra i vostri pensieri ed i vostri dubbi.

Mettete una città, a fare da sfondo, che si muove tra luci ed ombre, e che c'è sempre, anche se di lei non si parla apertamente. Ma è lei, femmina, madre e matrigna, a dare fuoco, carne e sangue alla creatività dei suoi figli.

Mescolando con forza questi ingredienti avrete il primo singolo di Logan 5.3, all'anagrafe Gianluca Aiello: "Siero".

Cos'è il Siero di cui parla Logan?

Il siero è simile al farmacon di cui parlavano i Greci.

E' sia veleno che "infetta" inducendo omologazione e piattume di idee e pensieri, sia rimedio, cura, che spinge a "disintossicarsi" da qualsiasi forma di propaganda, spacciata per verità, e propinata da vari sistemi "totalizzanti", quale che sia la forma che essi potrebbero assumere.

Logan, dunque, ha deciso di intraprendere un viaggio, tra musica e parole, andando, come si suol dire parafrasando il titolo di un libro, "in barca a vala contromano".

Contromano, ed anche disposto a navigare "in solitaria", pur di denunciare le storture del sistema, quel sistema che, come sottolineava già decenni fa Wilhelm Reich (che avrebbe pagato a caro prezzo le sue idee), spinge all'omologazione, uccidendo la creatività degli individui e "sedando" la loro energia vitale, perchè un popolo senza vitalità ed omologato è un popolo più facilmente indottrinabile e manovrabile, che si "piega" al plagio, al lavaggio del cervello.

"Attraverso la musica e le parole - racconta Logan - ho la possibilità di essere completamente me stesso. Di esprimere la mia personalità e non essere forzatamente uguale agli altri".

Il messaggio che Siero vuole lanciare è proprio questo: la necessità di sottrarsi alla nenia diffusa attraverso la forza dei social network, che sa farsi devastante, dove il diktat è piacere a tutti, accumulare amici virtuali e collezionare like e followers.



Un diktat che spinge alla compulsività emotiva ed operativa e che sembrerebbe, alla prova dei fatti, avere come effetto quello di accumulare beni, come denuncia il sociologo Zygmunt Bauman quando parla della modernità liquida, e di distruggere il pianeta e, con esso, se stessi.

Il siero dunque, ha in sè una natura bicefala e contraddittoria: se da una parte, infatti,  Logan, nel video, cerca di sottrarsi alliniezione del medico che vuole indurgli assuefazione e procurargli uno sguardo sulle cose omologante; dall'altra vuole che ognuno ritrovi e prenda coscienza del "suo" siero: quello che sembrerebbe spingere a guardare le cose sotto un'altra luce ed a vederle davvero, con ardire emotivo ed intellettuale ed una buona dose di sano coraggio.

Affinchè al processo di omologazione se ne sostituisca un altro, che viaggia in direzione diametralmente opposta e parla il linguaggio della propositività e della condivisione, tali da mettere in circolo energie positive.

Una denuncia lanciata attraverso musica e parole, pronunciate a muso duro.

"Per denunciare l'ottundimento delle coscienze promosso dal sistema - sottolinea Logan - ho scelto di usare anche le parolacce, utilizzate nel modo giusto, e di mescolarle ai toni ed i modi di una lingua napoletana che non è mai volgare, bensì incisiva,

A fare squadra con lui, in questa denuncia, Nathan Coleman, con i suoi arrangiamenti, il beat di Carmine De Rosa, il controcanto, la coralvox, di Rosanna Coppola , la grafica ed il videomaking di Marcello Molf Nespolino dello Studio Naparte. L'ufficio stampa, poi, vola grazie alle parole di Gennaro Morra, mentre il management  affidato alle sapienti idee di Mike cole.

Da un lavoro di squadra fatto con grinta nasce un sound diverso , che guarda al trip hop del Nord Europa ma senza dimenticare la vis sanguigna della migliore napoletanità, che pulsa nella forza e nella veemenza della lingua partenopea, e che trasfonde in musica sentimenti, emozioni, pensieri, rabbia, frammenti di vita vissuta e, soprattutto, la voglia di cambiare le cose, ritrovando un nuovo modo di relazionarsi con il prossimo, improntato ad educazione e rispetto.

"Io per scelta - prosegue Logan - non parlo in maniera diretta di Napoli nelle mie canzoni. E' una scelta contenutistica e stilistica precisa. Ma vorrei che questa città fosse rappresentata in modo diverso, facendo emergere il bello che c'è, il meglio e non il peggio".

Perchè, come evidenzia a più riprese Logan, la Città delle Sirene ed i suoi figli, anche i più giovani, hanno molto da dire e da dare, nonostante si faccia di tutto per affermare un idea diversa ed un'immagine negativa di Napoli e dei giovani.

"Credo - rincara la dose Logan . che bisognerebbe invertire la tendenza della musica attuale. Oggi, spesso, si hanno ,molti mezzi tecnici a disposizione ma si rischia di trasmettere pochi contenuti. Negli anni '70 ed '80 era il contrario. La maggior parte dei lavori erano frutto dell'autoproduzione, e quindi non perfetti da quel punto di vista, ma erano ricchissimi di contenuti".

Quale potrebbe essere l'antidoto all'appiattimento delle coscienze e all'omologazione?

Logan lo ha espresso con il suo Siero: spingere le persone, in particolar modo i giovani, a tirar fuori la grinta e quello che hanno da dire, promuovendo un atteggiamento di condivisione, che porti sempre e comunque a rispettare il lavoro, certosino e scrupoloso, di tutti, anche e soprattutto di chi non "appare" ma lavora dietro le quinte, in silenzio e con dedizione, e costituisce spesso, l'ingrediente segreto della riuscita di un evento musical, ed, in generale, lo strumento attraverso il quale passa il riscatto culturale.

Ed ora perchè non ascoltare questo Siero che sta "infettando il web" ed è disponibile Su Spotify, Itunes e 250 digital store? qui