Mettete un ragazzo che ha tante cose da dire, a muso duro.
Mettete un ritmo di quelli giusti, che ti entrano nel cervello e continuano a gironzolarvi dentro, ricordandovi parole e note e rimestando tra i vostri pensieri ed i vostri dubbi.
Mettete una città, a fare da sfondo, che si muove tra luci ed ombre, e che c'è sempre, anche se di lei non si parla apertamente. Ma è lei, femmina, madre e matrigna, a dare fuoco, carne e sangue alla creatività dei suoi figli.
Mescolando con forza questi ingredienti avrete il primo singolo di Logan 5.3, all'anagrafe Gianluca Aiello: "Siero".
Cos'è il Siero di cui parla Logan?
Il siero è simile al farmacon di cui parlavano i Greci.
E' sia veleno che "infetta" inducendo omologazione e piattume di idee e pensieri, sia rimedio, cura, che spinge a "disintossicarsi" da qualsiasi forma di propaganda, spacciata per verità, e propinata da vari sistemi "totalizzanti", quale che sia la forma che essi potrebbero assumere.
Logan, dunque, ha deciso di intraprendere un viaggio, tra musica e parole, andando, come si suol dire parafrasando il titolo di un libro, "in barca a vala contromano".
Contromano, ed anche disposto a navigare "in solitaria", pur di denunciare le storture del sistema, quel sistema che, come sottolineava già decenni fa Wilhelm Reich (che avrebbe pagato a caro prezzo le sue idee), spinge all'omologazione, uccidendo la creatività degli individui e "sedando" la loro energia vitale, perchè un popolo senza vitalità ed omologato è un popolo più facilmente indottrinabile e manovrabile, che si "piega" al plagio, al lavaggio del cervello.
"Attraverso la musica e le parole - racconta Logan - ho la possibilità di essere completamente me stesso. Di esprimere la mia personalità e non essere forzatamente uguale agli altri".
Il messaggio che Siero vuole lanciare è proprio questo: la necessità di sottrarsi alla nenia diffusa attraverso la forza dei social network, che sa farsi devastante, dove il diktat è piacere a tutti, accumulare amici virtuali e collezionare like e followers.
Un diktat che spinge alla compulsività emotiva ed operativa e che sembrerebbe, alla prova dei fatti, avere come effetto quello di accumulare beni, come denuncia il sociologo Zygmunt Bauman quando parla della modernità liquida, e di distruggere il pianeta e, con esso, se stessi.
Il siero dunque, ha in sè una natura bicefala e contraddittoria: se da una parte, infatti, Logan, nel video, cerca di sottrarsi alliniezione del medico che vuole indurgli assuefazione e procurargli uno sguardo sulle cose omologante; dall'altra vuole che ognuno ritrovi e prenda coscienza del "suo" siero: quello che sembrerebbe spingere a guardare le cose sotto un'altra luce ed a vederle davvero, con ardire emotivo ed intellettuale ed una buona dose di sano coraggio.
Affinchè al processo di omologazione se ne sostituisca un altro, che viaggia in direzione diametralmente opposta e parla il linguaggio della propositività e della condivisione, tali da mettere in circolo energie positive.
Una denuncia lanciata attraverso musica e parole, pronunciate a muso duro.
"Per denunciare l'ottundimento delle coscienze promosso dal sistema - sottolinea Logan - ho scelto di usare anche le parolacce, utilizzate nel modo giusto, e di mescolarle ai toni ed i modi di una lingua napoletana che non è mai volgare, bensì incisiva,
A fare squadra con lui, in questa denuncia, Nathan Coleman, con i suoi arrangiamenti, il beat di Carmine De Rosa, il controcanto, la coralvox, di Rosanna Coppola , la grafica ed il videomaking di Marcello Molf Nespolino dello Studio Naparte. L'ufficio stampa, poi, vola grazie alle parole di Gennaro Morra, mentre il management affidato alle sapienti idee di Mike cole.
Da un lavoro di squadra fatto con grinta nasce un sound diverso , che guarda al trip hop del Nord Europa ma senza dimenticare la vis sanguigna della migliore napoletanità, che pulsa nella forza e nella veemenza della lingua partenopea, e che trasfonde in musica sentimenti, emozioni, pensieri, rabbia, frammenti di vita vissuta e, soprattutto, la voglia di cambiare le cose, ritrovando un nuovo modo di relazionarsi con il prossimo, improntato ad educazione e rispetto.
"Io per scelta - prosegue Logan - non parlo in maniera diretta di Napoli nelle mie canzoni. E' una scelta contenutistica e stilistica precisa. Ma vorrei che questa città fosse rappresentata in modo diverso, facendo emergere il bello che c'è, il meglio e non il peggio".
Perchè, come evidenzia a più riprese Logan, la Città delle Sirene ed i suoi figli, anche i più giovani, hanno molto da dire e da dare, nonostante si faccia di tutto per affermare un idea diversa ed un'immagine negativa di Napoli e dei giovani.
"Credo - rincara la dose Logan . che bisognerebbe invertire la tendenza della musica attuale. Oggi, spesso, si hanno ,molti mezzi tecnici a disposizione ma si rischia di trasmettere pochi contenuti. Negli anni '70 ed '80 era il contrario. La maggior parte dei lavori erano frutto dell'autoproduzione, e quindi non perfetti da quel punto di vista, ma erano ricchissimi di contenuti".
Quale potrebbe essere l'antidoto all'appiattimento delle coscienze e all'omologazione?
Logan lo ha espresso con il suo Siero: spingere le persone, in particolar modo i giovani, a tirar fuori la grinta e quello che hanno da dire, promuovendo un atteggiamento di condivisione, che porti sempre e comunque a rispettare il lavoro, certosino e scrupoloso, di tutti, anche e soprattutto di chi non "appare" ma lavora dietro le quinte, in silenzio e con dedizione, e costituisce spesso, l'ingrediente segreto della riuscita di un evento musical, ed, in generale, lo strumento attraverso il quale passa il riscatto culturale.
Ed ora perchè non ascoltare questo Siero che sta "infettando il web" ed è disponibile Su Spotify, Itunes e 250 digital store? qui
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