martedì 9 dicembre 2008

Il guerriero della luce e l'amore

Un guerriero della luce ha bisogno di amore.

L'affetto e la tenerezza fanno parte della sua natura, quanto il mangiare, il bere e il piacere del Buon Combattimento. Quando il guerriero non si sente felice davanti al tramonto, c'è qualcosa di sbagliato. In quel momento, interrompe il combattimento e va in cerca di compagnia, per assistere insieme ali imbrunire. Se ha difficoltà nel trovarla, si domanda: "Ho avuto paura di accostarmi a qualcuno? Ho ricevuto affetto, e non l'ho capito?" Un guerriero della luce usa la solitudine, ma non ne viene usato.

giovedì 20 novembre 2008

Diversità ed autostima

Da: Jean Medina (Università degli Studi di Pavia)


.... E' magari difficile da dirsi, e forse ancora di più da sentirsi dire, ma prima impara a piacerti per quel che sei, trovati degli aspetti di te che ti rendano soddisfatta, e se su qualcosa non hai potuto decidere tu, fai sì che per il resto sia tu a decidere, rendi tranquillità al tuo cuore, che solo cosi sarà notato ed apprezzato.forse ciò che ti sto per dire, sarà un paragone al quanto "stiracchiato"...ma al pari della disabiità fisica, si pone pure una disabilità "mentale" costruita, intendo a dire che il senso di "isolamento" che ci si sente attorno, è simile anche in chi soffre di poca autostima.


La diversità esiste in chi non riesce a guardarti per quello che sei, per chi ti definisce "diversa", per chi dà peso a questa diversità, in fin dei conti è un modo di essere diversi, che si aggiunge soltanto all'insieme di diversità che compongono il mondo. Differenze di capelli, di occhi, di pelle, di altezza, di corporatura. Se qualcuno mi guardasse male perche "non europeo", sarebbe un suo problema, e nel tempo il razzismo rendeva "disabili" una parte del mondo. E' un processo lento, e la storia insegna che a tutte le ingiustizie c'è una fine.

martedì 18 novembre 2008

Una bussola per due cuori

Dal sito www.ritacoruzzi.it

Dal libro "Una bussola per due cuori"

.... Un romanzo fresco, giovane, di due studenti che si incontrano all’università, diventano amici, e poi qualcosa di più. Ma la vicenda si complica di problematiche serie, profonde e investe tematiche come l’amicizia, la disabilità, l’integrazione, l’affettività, il rapporto genitori e figli, la fede.

Lei: Luce, una graziosa ragazza dai capelli corvini e gli occhi azzurri, sulla sedia a rotelle, con una grande fede e grande amore per la vita.
Lui: Gabriele, bello, atletico, simpatico, non credente, a lei destinato come tutor universitario.
E’ una storia di gioia e di dolore, sulla bellezza della vita in tutti i suoi aspetti, anche quelli meno piacevoli, sul bisogno di avere qualcuno da amare e con cui condividere i veri valori della vita.
Dice l’autrice dei personaggi verso la fine del libro:
“Quella sera Luce e Gabriele si stavano pensando reciprocamente, stavano pensando a tutti i momenti passati insieme, a come erano diventati amici e a come in seguito si erano innamorati. Nessuno di loro l’aveva programmato, era successo così, inaspettatamente; ma la vita è anche questo, incontri casuali, amicizie inaspettate e amori improvvisi. Pensando a questo entrambi si resero conto di quanto la vita fosse bella e di come loro, aiutati dal pensiero dell’altro, avessero intenzione di viverla a pieno”.
Dalla premessa di Andrea Sarubbi, giornalista e conduttore televisivo:

“Questo è un libro che parla contemporaneamente alla testa e al cuore. Avrò pure il pianto facile, ma in un paio di passaggi mi sono commosso davvero. E nel frattempo non ho smesso mai di pensare, perchè la storia di Luce e Gabriele – con tutto il suo corollario di personaggi e situazioni – è quello che gli anglosassoni chiamerebbero food for thought. Una provocazione continua, che intreccia diversi problemi aperti. L’approccio verso i disabili, innanzitutto: la cultura in cui viviamo ci regala una zavorra di pregiudizi, ignoranza e imbarazzo che spesso è più pesante delle nostre migliori intenzioni. Ma non solo: questo libro parla del rapporto tra disabilità e affettività, del ruolo dei genitori e dell’importanza della famiglia nella vita di ognuno, della ricerca di Dio in un mondo che, oggi, non lo dà più per scontato.”

Penso proprio che domenica scenderò alla Feltrinelli e mi farò questo regalo. Una bussola per due cuori promette di farmi sognare. Edioni CVS (Centro Volontari della Sofferenza) ed un costo contenuto (10 euro). L'autrice, una giovane ragazza ventiduenne, è anch'essa sulla sedia a rotelle. Un romanzo, quindi, visto e vissuto dal "di dentro".

domenica 12 ottobre 2008

Passioni da anime

Da qualche mese è nata in me la passione per i manga e gli anime.

Infatti, spesso cerco su youtube i video che vedono i personaggi degli anime come protagonisti.

Uno di questi video è la storia di Marmelade Boy (in italiano Piccoli Problemi di cuore).

Il video è molto ben fatto e racconta la storia attraverso le immagini più significative. Come colonna sonora, invece, è stata scelta "Bella come non sei mai" di Paolo Meneguzzi

I protagonisti sono la giovane Miky e Yuri (la marmellata d'arance del titolo... un soprannome che gli affibbia Miky, dicendo che lui sembra amaro ed ostico ma in fondo è dolce).

Una storia tenera, dolce, che sa di adolescenza, di piccole passioni che divampano, di scelte difficili e di crescita. Il tema di "sottofondo" è l'amore eterno. Qell'amore che ti consuma e che alla fine esce vincitore.

Ne sono esempi l'amica di Miky, che si innamora, ricambiata, del suo professore e, nonostante le mille difficoltà, riuscirà alla fine a coronare la sua storia con il classico happy end.

E la stessa Miky che continua ad amare Yuri anche quando lui è lontano e l'ha lasciata rudemente.

Continua ad amarlo anche quando emerge che sono fratelli...

E di fratelli-amanti, che non vogliono rinunciare l'uno all'altra, parla anche un altro manga-anime "Angel Sanctuary".

L'atmosfera qui è decisamente diversa: gotica, noir, blasfema a tratti.

Sia per la situazione dei due protagonisti (che a ben vedere sono fratellastri non proprio fratelli: una sorta di servosterzo per la morale), sia per il delicato tema trattato: quello della lotta tra angeli in un clima apocalittico (dove alla fine gli angeli vengono tratteggiati in maniera abbastanza lugubre e poco edificante).

Di seguito la trama (tratta da Wikipedia):

Il protagonista di questo manga è Setsuna Mudo, a cui viene rivelato di essere la reincarnazione di un bellissimo angelo femminile Alexiel, che per essersi ribellato a Dio fu costretto alla perpetua Metempsicosi.

Ogni sua reincarnazione segue la linea di un tragico destino: un amore impossibile e una morte repentina. Sono due demoni, che volevano riportare in vita Alexiel, a svelare a Setsuna il suo destino. In contemporanea, il cherubino Catan trova il modo per tirare fuori dal limbo Rosiel, angelo inorganico e fratello gemello di Alexiel, nonché suo esatto opposto.

Appena liberato Rosiel ordina a Catan di risvegliare Alexiel. Catan scopre Setsuna e cerca anche lui di risvegliarlo, ma per lui diventa molto difficile perché Setsuna è accompagnato dalla sorella Sara di cui è innamorato e dal senpai Kira. Rosiel arriva a dover controllare le persone per poter risvegliare Alexiel ma l'unica cosa che ottiene è far fuggire Setsuna con la sorella in un paese straniero; i due, innamorati, decidono di vivere lontano dal Giappone, ma scoprono che Kira viene arrestato per qualcosa che in realtà ha fatto Setsuna.

Tornano in Giappone e allora Rosiel ingaggia Kirye per eliminarlo, ma per errore uccide invece Sara...

Un week-end tra torte e cioccolato

E' domenica... accidenti domani già si ricomincia!

Si fa tanto per arrivare al week-end in una settimana dove ogni giorno se ne va via lento come miele che cola da un cucchiaio ed invece il week-end viene risucchiato via in un botto.

Imperdibile la Festa del cioccolato, il "Cioccolateano". Pop corn al cioccolato, frutta disidratata intinta nel cacao, il cioccolatè, una gustosa miscela di cioccolata fredda e densa, e croccanti torroncini ricoperti di fondente. E, per non farsi mancare nulla e conservare anche la memoria storica, la moneta dell'incontro e quella che riproduce lo stemma del comune.

E' sempre un piacere vagare tra i banchetti dei vari pasticcieri, ognuno dei quali mette in mostra le proprie golosità, frutto della fantasia e di un'arte tanto antica quanto "squisita" ed assaporare la cremosità del cioccolato che si scioglie in bocca.

Insomma un profluvio di endorfine, che non fanno mai male anzi fanno decisamente "bene".

Buona domenica!!

venerdì 10 ottobre 2008

Piccole citazioni

Nelle mie peregrinazioni sul web ho trovato un post di una blogger "tormentata".

Mi ha colpito la tensione che scorre nelle parole sfociando in emozioni liquide che non possono non avvincere il cybernauta che in esse si imbatte, facendo provare una sorta di simpatia-empatia.

Da http://schiavadamore.blogspot.com:

Il tempo della scrittura non ha corrisposto più alla mia vita. Ho riversato fiumi di parole altrove, per colmare tra le righe, per altri, quel tempo che mi percorreva all’apparenza senza rendermene conto. Ho sparso pensieri e desideri e vanità senza preoccuparmi di nulla, oltre le mie necessità. Non ne provavo vergogna, questa la provo ora, che la “normalità” mi è vicina. A rileggermi, fatico a confermare mie le false dediche.

Poi, alla Tua voce sul ritorno, ho pianto con la disperazione che mi divorava il corpo, d’una gioia impronunciabile e svuotante. Pareva irreale, eppure dava ad ogni cosa il suo senso. Dava un nome al mio dolore. Il mio dolore non inconsapevole, ma voluto al punto da risultare folle.

Ogni cosa ora mi sembra lontana, di un’altra donna. Ora so quanto sono stata vicina al limite, quello che separa l’uno dall’altro, ma al punto di sentire di superarlo. Tutto il mio corpo ha misurato il tempo e più che mai ora so, che si può essere capaci di tutto, anche di ciò che si trova insensato negli altri, perché io stessa vi ho fatto ricorso. E questo, mi ha unito di più alla vita, e a Te, con la convinzione che viversi così sia un lusso.

(...) Ora sono scomparse. Le trafitture sono scomparse.

Non so se sono più tranquilla o se invece sono solo più stanca, forse un po’ tutte e due le cose, credo, ora che riesco a stare seduta su una sedia, a scrivere, senza la solita, fitta acuta, l’unica conseguenza oggettiva dei giorni passati a parlare e a parlare.


Essere se stessi

Nella vita quanto si è liberi di essere quel che si è o si vorrebbe essere?


La risposta è: molto poco.


Ricordo che il professore di psicologia all'Università insisteva molto sull'illusione che l'essere umano coltiva. Quella di essere libero ed autonomo nel determinare se stesso e la propria vita.


Illusione, appunto questo. Perchè poi si è vincolati da tante cose: la famiglia dove si è nati, la condizione socio-economica di partenza, il contesto in cui si vive.


Insomma, tutte le forze di "contorno" remano contro la nostra presunta e "pretesa" libertà.


Certo, però, meglio essere consapevoli delle cose che sentirsi vittime di forze superiori. Quelle che i latini chiamavano fato o destino ma che altro non sono se non le forze sociali che tessono relazioni ed aspettative.


Ma poi quanto le aspettative altrui condizionano le nostre scelte?


Altro vincolo, in fondo. Il "diktat" è non voglio deluderti, voglio soddisfare le tue aspettative.


D'altronde Milgram dimostrò, nei suoi esperimenti sull'autorità, fin dove le persone possano spingersi per conformarsi alle altrui aspettative.


Se poi le aspettative sono di tutto un universo di riferimento (vedi la voce genitori, parenti amici e se stessi per quello che si vuole essere) va da sè che la "pressione" è enorme.


La pena è una: l'abbandono.


La domanda, quindi, resta in sospeso. Quanto siamo davvero noi stessi?

venerdì 29 agosto 2008

La magia di Barcellona: una città incantata

E così siamo tornati nel pieno del lavoro... ed è stata una buona ripresa.

Mi restano tante immagini di Barcellona.

La Casa Battlò è quella che mi è rimasta più nel cuore. Le forme che sembrano uscite da un libro di favole, i colori vivi, dolci e suggestivi, a seconda dell'ambiente... Le linee ondulate che sembrano seguire i declini del terreno, in perfetta armonia con esso.

Il museo di Picasso (bellissimo per me il Picasso prima maniera). Le stranezze di Mirò, piene, a loro modo, di genialità, di capacità di coniugare diversi materiali ed oggetti per dar vita a qualcosa di veramente nuovo e diverso.

Le ore passate a camminare, l'attenzione ai particolari, chiusi nei musei fino tarda sera.

I piedi distrutti ma il diktat che imponevo anche a me stessa: "Ancora un po', manca l'ultimo pezzetto e poi si va".

Il mare di Barcellona, la sabbia calda, i cani che scorrazzavano festosi...

Come dimenticare, poi, il Mare Magnum?

Insomma la prima vacanza all'estero... ed io che non volevo parlare spagnolo perchè "Si vede che non so parlare bene nè castigliano nè catalano".

Ed io, da perfetta turista che segue le regole, sempre con il vocabolario alla mano e la guida della città.

Il mio scarsissimo senso dell'orientamento (lo confesso mi sono persa anche lì... ho preso le scale dalla parte sbagliata) e le due ore per tornare a casa. Ed io orgogliosa che penso "Ma io ce la faccio a tornare a casa da sola... Costi quel che costi"

Un'unica domanda: quando si ricomincia?

lunedì 16 giugno 2008

Dai sobborghi arriva un grido di rabbia per cambiare le cose

“Suburb” del gruppo A67, nato e cresciuto a Scampia, è un cd napoletano (tale è la lingua utilizzata con la sua intensità e le sue vibrazioni che arrivano diritte al cuore), ma che utilizza questo idioma per lanciare un messaggio che unisce tutte le periferie del mondo attraverso la musica. Da Napoli (però mai citata esplicitamente) a Marsiglia, passando per l’India. Senza dimenticare il Brasile e la Turchia, con i loro ghetti. Fino alla periferia come luogo dell’anima, dove si “raggrumano” i pensieri e le richieste rimaste inascoltate.

Un cd, presentato giovedì 12 giugno alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, che, rispetto al primo che era un vero e proprio inno contro la camorra e la connivenza di ogni giorno, assume toni intimistici, con uno sforzo di introspezione che permea ogni cosa.

E’ l’anima delle persone portata dentro la musica.

E’ lo specchio di una coscienza altalenante perennemente in conflitto, continuamente “frustata” da onde esterne che finiscono per far passare dalle parte del torto anche quando si ha ragione.

“La coscienza – sottolinea Daniele Sansone, cantante del gruppo – è una parola che ti giochi ogni giorno, a seconda dell’occasione”.

Un sound orecchiabile ed intenso sostiene la trasmissione di contenuti di graffiante denuncia.

Un cd dedicato a tutti quelli che hanno deciso di rimanere, di non arrendersi allo stato di perenne emergenza e violazione dei diritti, di andare avanti di “non rassegnarsi”, nonostante tutto e tutti.

Contenuti gridati, perché il dolore, la frustrazione, la voglia di esserci per cercare di cambiare le cose, non può non assumere la forma di un urlo.

E’ questo il nucleo della canzone “Chi m’ sap’ o’ sai” che continua dicendo “Non mi arrendo mai!”

Altra canzone “fuori del coro” è "La Passione" in cui questo gruppo di ragazzi cerca di spiegarsi e spiegare le origini dell'omofobia della Chiesa e così si è inventato una storia agli albori della storia. Una storia di “rottura” con il pensiero corrente, ma intensa.

In questa storia si ipotizza una relazione omosessuale tra Gesù e il suo apostolo prediletto Giovanni, un amore puro e carico di emozioni ma che per il mondo non doveva nè poteva esistere, perchè la gente poteva sopportare un figlio di Dio, ma non un figlio di Dio omosessuale. Così è arrivata la crocifissione per eliminare qualsiasi possibilità, anche solo di ricordo, e subito dopo c'è stata la riscrittura della vicenda nei vangeli in una versione riveduta e corretta. Quindi accettabile.

Pezzo forte, subito tacciato di blasfemia, il cui ritornello è stato scritto dalla scrittrice Valeria Parrella, in cui viene più volte ribadito come la ragione a volte debba arrendersi a "ragioni" più alte e più radicate e radicali.

Bel gruppo di ragazzi puliti ed impegnati, e che soprattutto invece di arroccarsi nel loro piccolo orticello, tra gelosie e meschinità, cercano di coinvolgere quanto più possibile altri artisti. Ragazzi semplici e veri.

Illustri le collaborazioni, tra cui quella del cantante di musica popolare Marcello Colasurdo.

venerdì 11 gennaio 2008

Il grido di dolore di una terra sconfitta...

Mi spiace dirlo ma questo è il colpo di grazia ad una città che già stava languendo.... Di responsabilità ce ne sono tante su tutti i fronti, anche del Nord che è stato connivente per decenni nel mandare a smaltire i propri rifiuti tossici in Campania, che è diventata una vera e propria fogna dove occultare. Ma la situazione com'è ora è ingestibile sda ogni angolazione.Il problema non sta solo nella spazzatura di adesso, ma nel colpo ferale inferto al turismo anche a lungo termine (ci stavamo appena un po' riprendendo dalle guerre di camorra le cui immagini hanno fatto il giro del mondo) e all'esportazione e consumo dei nostri prodotti tipici (chi vorrà latte e mozzarella di bufala alla diossina e verdure cresciute all'ombra delle discariche?). Già ora i ristoranti stanno registrando il vuoto (anche le poche prenotazioni sono state disdette) e preferiscono star chiusi anche per l'ammorbamento dell'aria. I cittadini poi hanno già dichiarato che non compreranno più verdure nostrane ma acquisteranno quelle preconfezionate provenienti da tutt'altri lidi.E nel frattempo i fumi della diossina, le scarse condizioni igieniche, l'avvelenamento delle acque e dei terreni portano malattie e stanno facendo crescere l'incidenza dei tumori, soprattutto di quelli a polmoni, stomaco e vescica.C'è tanta la vergogna, certo, ma c'è soprattutto il dolore di vedere una terra martoriata e senza più speranza.Comunque vada, nessuno potrà mai risarcire danni cosi incalcolabili...