Nella vita quanto si è liberi di essere quel che si è o si vorrebbe essere?
La risposta è: molto poco.
Ricordo che il professore di psicologia all'Università insisteva molto sull'illusione che l'essere umano coltiva. Quella di essere libero ed autonomo nel determinare se stesso e la propria vita.
Illusione, appunto questo. Perchè poi si è vincolati da tante cose: la famiglia dove si è nati, la condizione socio-economica di partenza, il contesto in cui si vive.
Insomma, tutte le forze di "contorno" remano contro la nostra presunta e "pretesa" libertà.
Certo, però, meglio essere consapevoli delle cose che sentirsi vittime di forze superiori. Quelle che i latini chiamavano fato o destino ma che altro non sono se non le forze sociali che tessono relazioni ed aspettative.
Ma poi quanto le aspettative altrui condizionano le nostre scelte?
Altro vincolo, in fondo. Il "diktat" è non voglio deluderti, voglio soddisfare le tue aspettative.
D'altronde Milgram dimostrò, nei suoi esperimenti sull'autorità, fin dove le persone possano spingersi per conformarsi alle altrui aspettative.
Se poi le aspettative sono di tutto un universo di riferimento (vedi la voce genitori, parenti amici e se stessi per quello che si vuole essere) va da sè che la "pressione" è enorme.
La pena è una: l'abbandono.
La domanda, quindi, resta in sospeso. Quanto siamo davvero noi stessi?
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