domenica 5 dicembre 2021

Le vie del gusto: valorizzare il territorio per ripartire

 Tutte le Vie del gusto portano alla valorizzazione dei prodotti territoriali. 

Lo sa bene Carmela D'Avino, direttrice de Il Mediano che, dopo la fase più dura e difficile legata al Covid, ha deciso di dare un segnale forte di ripartenza con una serata presentata dalla vulcanica giornalista Sonia Sodano

Tra i prodotti del territorio premiati spicca il nettare degli dei ricavato dall'l'uva catalanesca, tipica del monte Somma, riconosciuto Igt, prodotto dall'omonima azienda di Francesco Mosca, dal colore giallo paglierino che sfuma nel dorato. 

Un bianco che rivela di avere il carattere deciso di un rosso, capace di accompagnare piatti strutturati, e che meriterebbe di entrare in liste di calibro internazionale, al pari dell'ischitano Valpolicella. 
A evidenziarne le caratteristiche organolettiche la sommelier e giornalista Maria Consiglia Izzo.
E poi il pomodoro del piennolo, quello vero, frutto di processi selettivi e di un rigoroso disciplinare, coltivato dall'azienda agricola Don Camillo. Un packaging eco e bio (cartone e vetro riciclabili), rispettoso dell'ambiente, che strizza l'occhio al mondo della chimica, richiamando alcuni elementi della tavola periodica, e dell'arte.
 
Lo chef, Ciro Molaro di Tenuta San Sossio, location dell'evento, per far degustare il vero sapore di questa gustosa e puntuta ciliegina rossa, ha preparato uno spaghetto fuori programma che è andato a completare il già vasto e variegato menu della serata. 
 
Un'entree dai sapori di bosco, tra melanzane, patate, pomodorini e formaggio fresco, a farcire una parmigiana, uno sformatino di patate, un panino, definito bollino colorato, dalle mille sfumature di gusto e una bruschetta. Un risotto a base di castagne e zucca, frutti tipici dell'autunno, un'arista, insaporita con funghi e un sughetto alle castagne, e, come dessert, un cannolo da comporre con ricotta, gocce di cioccolato e granella di pistacchio.

 
 
"Il desco - spiega il prof. Carmine Cimmino, storico del territorio - induce a pensare e costituisce una sorta di libro. Nel quadro dedicato a suo padre, Guttuso rappresenta un uomo intento a mangiare un piatto di pasta, con aria assorta ma anche famelica. Infatti, compie un gesto come a proteggerlo. La stessa protezione che ha offerto alla sua famiglia, consentendole di sopravvivere e di mettere il piatto a tavola, attraverso il suo duro lavoro. Un duro lavoro rappresentato dalle sue mani grandi, sporche e callose.
 

Il libro del cibo, come lo definisce Allende, parla di usi, costumi e tradizioni. E anche la serata ha dato spazio a arte e musica, premiando la voce, l'intensa interpretazione e la carriera di Gianni Conte

Per lui un busto della maschera di Pulcinella, offerto da Idee Regalo di Rachele Terracciano, simbolo di un territorio che nasconde dietro un moto di allegria le sue ferite, cercando con fatica di far emergere le sue potenzialità, nonostante le brutture e l'incuria che lo attanagliano.

venerdì 29 ottobre 2021

La commedia delle donne: un inno alla fragilità che sa diventare forza

 Una nota canzone sosteneva che  <<siamo donne oltre le gambe c'è di più!>>

Le protagoniste della pièce teatrale La commedia delle donne, Isa e Bea,  hanno gambe e spalle che a volte non reggono il peso della vita quotidiana e dei loro problemi, perché troppo gracili. Non nascondono i segni e le ferite dentro e fuori. Tra di loro esiste un legame forte che ha retto alla distanza fisica ed emotiva. 
 

 
 
Si sono ritrovate per mettere in scena La casa Nova di Goldoni, ma le prove vanno a rilento per mancanza di mezzi economici e di tempo, un tempo continuamente rosicchiato dalle tante, troppe, incombenze della vita quotidiana.
 
Isa, infatti, deve crescere da sola, tra fatica e incertezze, due figli. Bea vorrebbe essere ancora posseduta dal fuoco sacro del teatro, puro e totalizzante, ma anche la sua mente spesso finisce per vagare lontana, tra quello che il suo cuore vorrebbe ma che non è, un pulsare emotivo imbrigliato, nei fatti, dai legacci di una dipendenza affettiva. E quello che poteva essere ma non è stato.
 

 
 
Finzione e realtà si mescolano, mentre il passato torna e minaccia il presente, tra antiche nostalgie e segreti inconfessati che creano fratture e minano la fiducia.
 

 
 
Sull'orlo del baratro e della perdita definitiva, però, le due donne trovano la strada del dialogo e di una condivisione più profonda, che permetterà loro di sanare ferite e incomprensioni e di proiettarsi nel futuro puntando finalmente sulla propria reciproca forza e sul proprio valore, chiudendo i conti con il passato, per quanto ingombrante esso sia. 
 

 

Lo spettacolo era inserito nel Variazioni di Genere Festival, all'interno del Castello dei Conti di Acerra.
Un festival dedicato al difficile processo che permette di essere davvero se stessi. 

***Foto di Gennaro Manzo

domenica 4 luglio 2021

Alluccamm: il coraggio di esistere

 


Il Campania Teatro Festival  con la direzione artistica di Ruggiero Cappuccio, punta sulla cultura per una reale ripartenza.
 
Centocinquanta spettacoli che si snoderanno per circa un mese fino a metà luglio.
Quattro palchi posizionati all'interno del Real Bosco di Capodimonte, luogo simbolo dei fasti borbonici come ci ricorda Marco Perillo ne Il Sogno Reale.
 

 
 
All'interno di un ricco e variegato cartellone rientra lo spettacolo Alluccamm con Andrea Fiorillo e Mauro Collina, per la regia di Luca Pizzurro.
 
A gridare, in maniera liberatoria, dopo aver taciuto troppo a lungo, sono Dolores e Iolanda.
Alluccamm è una storia di soprusi, vessazioni e disperazione, individuale e collettiva, ma è anche narrazione di una ricerca coraggiosa, nonostante tutto: di se stesse, di una legittimazione all'esistenza, della soddisfazione di un umanissimo bisogno di appartenenza e accettazione.
 
Alluccamm è la vita nei bassi napoletani, umidi e soffocanti, durante la seconda guerra mondiale, resa ancora più terribile dalle ritorsioni naziste.
 
E' la storia dei piccoli e grandi compromessi, quelli che si fanno per riuscire a sopravvivere.
Nella sua narrazione si miscelano rabbia, disgusto, ma quasi a tradimento, per chi aveva scelto di non sperare più, anche tenerezza, amicizia, momenti di autentica condivisione.
Dolores e Iolanda sono nate in in corpo che loro avvertono come sbagliato. Sono, infatti, biologicamente uomini ma identitariamente si sentono donne. 
 
 
 
Dura  e scontrosa l'una, sognatrice e in po' svampita l'altra: sono figlie partorite dalla medesima radice di dolore.
 
Dolores sin da piccola è stata al centro di violenza e mercimonio perpetrati verso un corpo piccolo e indifeso e nemmeno la sua trottola colorata è bastata a salvarla e a farla volare via da un destino infame, impostole dalla sua stessa madre quando si chiamava ancora Ferdinando.
Iolanda ha assaggiato i morsi nella carne della cinghia del padre, un "non-genitore" che ha cercato di raddrizzarla a suon di frustate.
 

 
 
Dolores è analfabeta, ma ha vissuto per un breve attimo il sogno di essere "sciantosa". Iolanda dalle suore ha imparato a leggere, ma non ha potuto diventare commessa, come avrebbe voluto. Accomunate da un medesimo destino, che le due riconoscono nel momento in cui si chiamano sorella, vorrebbero essere donne ma a tratti di sentono schiacciate dall'incombere della fame, delle privazioni, della vecchiaia giunta anzitempo e dal loro essere irrimediabilmente uomini.
 
Poi nella loro vita arriva inaspettata Rosaria, un raggio di luce, una speranza di amore filiale e di compiutezza, tali da sentirsi finalmente nel posto giusto.
 
Una possibilità che Dolores rifugge, per non far patire alla piccola il loro stesso destino di dolore e negazione, e Iolanda insegue caparbiamente per regalare alla neonata e regalarsi una possibilità di accudimento e amore profondi.
 
Ma la grande storia incombe, quella raccontata, per usare le parole di Pizzurro, da piccoli uomini, quegli uomini non illustri di Pontiggiana memoria.
 

 
 
E auto-segregarsi per sfuggire all'orrore non basta: esso si insinua in ogni piega della quotidianità, rendendola alienata e alienante. Isolamento, malattia, contagio, paura costante oggi non sono più per noi termini estranei alla nostra esistenza: non appartengono più solo ai libri di scuola.
 
Dolores e Iolanda il loro nome se lo sono scelto, ma ogni personaggio viene appellato con un soprannome, che fa riferimento , e quasi lo inchioda, alla sua condizione esistenziale, un marchio indelebile: la forestiera, il rosso, lo sciancato...
 
Un'opera magistrale in lingua napoletana divenuta ora un libro edito da Gremese. Una doppia operazione all'insegna del coraggio, che ha riportato un grande successo nell'ambito della manifestazione Napoli Città Libro a Palazzo Reale.
 
Una storia su temi attualissimi, con tanti nodi da sciogliere e ferite che ancora sanguinano.
Una narrazione che sorge dai quartieri della Napoli popolare e possiede una vita propria, rinvigorita dai racconti e dalla memoria dei testimoni. E'  fatta di carne e sangue.
 
Un'intensità amplificata dalle musiche di Enzo Gragnaniello e dal fatto che nulla è messo in scena e sulla scena a caso: le luci, la scenografia, i costumi, l'echeggiare delle voci fuoricampo... Ognuno vuole raccontare la sua storia.
 
Luca, Andrea e Mauro gliene hanno dato modo, stringendosi in un abbraccio reale e ideale che sa farsi famiglia autentica, al di là delle differenze biologiche, dello stigma e del pregiudizio.
 
Ph. Massimo Cuomo





lunedì 21 giugno 2021

Un Pokè(r) di sapori con un occhio di riguardo alla salute: è Just Pokè

 

Un piatto unico realizzato con alcuni tipi di riso, variamente profumato, tra i quali il sushi e il basmati, e una grande eterogeneità di frutta e verdura: mela verde, avocado, zucchine, mandorle lievemente salate, ravanelli e molto altro.
 
E' il Pokè, piatto tipico della cucina hawaiana, che rivendica con orgoglio le sue origini nipponiche grazie all'utilizzo del pesce crudo.
 
Un Poke(r) di sei assi diversamente assortiti e combinabili ulteriormente  all'uopo in base ai gusti dei clienti. Alla base di riso si possono associare, tra gli altri: lo sgombro, i gamberi bianchi, il tonno, il salmone.
 

 
 
Le ricette sono una filiazione del tipico piatto hawaiano, rivisitate in chiave nostrana grazie agli ingredienti a km e a miglia marine 0.
 
Anche il personale, come evidenzia Giorgio Parisi in rappresentanza del gruppo di soci, é rigorosamente locale, per un rilancio territoriale a 360 gradi.
 

 
 
"I confini ormai sono aperti - commenta Parisi - e le persone hanno voglia di sperimentare nuove esperienze gastronomiche. Lavoriamo i prodotti locali e puntiamo sulla valorizzazione delle professionalità del posto".
 
Anzi dei due posti aperti in poco più di 20 giorni: prima Torre del Greco, poi, a strettissimo giro, Portici. 
 
 

 
E' Just Pokè ossia la scelta giusta, salutare e gustosa.
 
Infatti, gli ingredienti sono accomunati proprio dall'essere salutari. Dal pesce alla frutta, passando per la verdura, si tratta di elementi dal valore nutrizionale bilanciato, che apportano all'organismo vitamine e sali minerali nonché omega 3. Al bando ritenzione idrica, ipertensione e collesterolo cattivo. Benvenute azione antiossidante, antitumorale e controllo dei picchi glicemici.
 
Un piatto, quindi, adatto anche a chi abbia malattie metaboliche o intolleranze alimentari.
Un mix dei nutrienti giusti, ma a portata di tasca. E poi... come direbbero i protagonisti della pellicola Pomodori verdi fritti, "il segreto è nella salsa".
 
E lo sgarro? C'è, ma con moderazione e a tutto gusto . Gamberi panati e fritti; polpettine hawaiane mare e monti vale a dire realizzate con pesce e patate. Il tipico panino bao, dolcemente morbido, farcito con carne di maiale speziata e verdure. In chiusura i "buccacielli" dolci: una crema, di frutta, cioccolato all'arancia o pistacchio, arricchita da chicchi e spicchi di frutta o con saporiti pezzettoni di pan di spagna.
 

 
 
Parafrasando De Andrè "Solo a Napoli, o per meglio dire in Campania, o' sann fa?".
No: l'obiettivo è quello di aprire una serie di Just Pokè in tutta Italia, caratterizzati dalla capacità di viziare le papille gustative, senza terrorizzare bilancia e analisi del sangue con l'ipercolesterolemia, e di rispettare l'ambiente attraverso l'utilizzo di materiali naturali, atossici e a elevata efficienza energetica.
 

 
 
Attualmente gli store presenti in Campania sono:
Just Pokè Torre del Greco - Corso Avezzana, 13;
Just Pokè Portici - Viale Tiziano Vecellio, 41.