mercoledì 20 novembre 2019

Block Boutique Bar: raffinatezza informale ed un viaggio multisensoriale racchiusi in un cocktail su misura, mai scontato


Imbarcarsi sulla nave di antichi marinai o di pirati per solcare i mari del gusto, utilizzando tutti e cinque i sensi, e per conoscere altre culture, usi, costumi  e tradizioni, attraverso lo spazio ed il tempo.

Ma anche fare il proprio ingresso in un laboratorio di chimica, dove si coniugano e si miscelano sapientemente estro, creatività, inventiva, ma anche precisione millimetrica, misurata in grammi.

Tutto questo è il Block Boutique Bar.

Come sottolinea il barman Fabrizio Masecchia “non esiste una seconda buona occasione per fare una prima buona impressione”.



Quindici anni nel settore, creatività e competenza, precisione millimetrica nelle dosi, misurata in grammi, per dar vita a qualcosa che abbia un gusto nuovo ed inimitabile, capace di incuriosire, ingolosire e di decifrare, interpretandoli, i gusti e le esigenze del cliente.

Perché, come sottolinea il team del Block Boutique Bar, “il motivo di esistere del bancone e di chi lavora” è quello di traghettare il cliente in isole inesplorate di odori, consistenze, sapori, sensazioni visive e tattili.

ESPERIENZA E COMPETENZA E CREATIVITA' PER UNA CULTURA DEL BUON BERE

Ma attenzione: il cliente va viziato e coccolato, guidato in un’esperienza multisensoriale unica, ma non assecondato a tutti i costi. A fare la differenza, secondo la filosofia del Block Boutique Bar, sono la professionalità consolidata ma in continua trasformazione ed evoluzione, le competenze profuse, gli ingredienti di elevatissima qualità e la forte impronta identitaria che caratterizza il locale.

“Il nostro target – continua Fabrizio – è composto per l’80% da chi non è un profano del mondo del beverage, almeno non del tutto, interessato a conoscere ed a sperimentare la filosofia del buon bere mixato. I nostri clienti sono caratterizzati da una mentalità curiosa e non rigida, con un’apertura al dialogo, un confronto ricercato e stimolato. Privilegiamo, tendenzialmente, i piccoli gruppi, in maniera tale da avere la possibilità di offrire la ‘giusta’ esperienza”.



Un locale, la cui avventura è cominciata undici mesi fa, caratterizzato da una disinvolta eleganza e ricercatezza, che non cede, però, ai rigori di una formalità ingessata, ma dove ognuno, che sia giunto qui al seguito del passaparola o perché si trovava a passare e si è incuriosito, può sentirsi accolto ed esprimersi pienamente. Un’equilibrata sintesi tra un’elevata qualità, incarnata in un’atmosfera easy, e l’universo della cultura street.

Fabrizio Masecchia, Remo Minopoli e Alessandro Squarzoni, si sono incontrati proprio lungo le strade della street art, incrociando così i loro destini umani e professionali.
“Siamo dei writers – racconta Fabrizio – e ci siamo incontrati nell’ambito della rassegna dedicata a street art e graffiti Back to the Style”.



Il resto lo ha fatto l’amore per la loro terra e la valorizzazione costante e tenace dei rapporti umani, costantemente alla base delle loro scelte.

Loro che della loro terra conoscono il grido di dolore, dato che vengono da quartieri veraci, cuore pulsante della Napoli popolare, come il Rione Traiano e Pianura, ma che non si sono arresi ad un destino già scritto, ma hanno inseguito un sogno con testardaggine, trasformandolo in un obiettivo concreto.

“Cambiamo drink list ogni quattro mesi – raccontano – anche per incentivare il cliente a tornare per scoprire e sperimentare, incuriosendosi. All’insegna della valorizzazione dei rapporti umani è anche il connubio proposto tra cocktail ed arte, poiché diamo spazio agli artisti emergenti che hanno sposato il progetto”.



IL CONNUBIO CON L'ARTE  
In questa drink list tocca a Luigi Tirino che racconta come sia affascinato dall’arricchimento nato dal connubio tra sperimentazione e conoscenza di culture altre.
La sua è una forma d’arte estemporanea, creata al momento, la stessa logica che ispira i cocktail, sia quelli in lista sia quelli che il team crea ogni sera “su misura” per i vari clienti. Solo dopo ci si pone l’eventuale domanda su come riprodurli.

Luigi disegna senza bozzetto ed ha messo a disposizione i suoi sketchbook, dove trova casa l’espressione libera della sua personalità, quella che l’ha spinto ad imparare e ad approfondire l’arte dei metalli, nelle più disparate applicazioni e a collaborare con personalità del calibro dell’architetto Nicola Pagliara e dell’architetto e designer Riccardo Dalisi.



Le sue opere che coniugano arte e meccanica, nella continua ricerca di forme più armoniose e leggere, come si legge nell’incipit al menù, fanno innamorare collezionisti ed arredatori.

UN'ESPERIENZA MULTISENSORIALE 

Un viaggio, quello proposto dal Block Boutique Bar, all’insegna del gusto, dove sperimentare tutti gli odori e i sapori.

Odori e sapori capaci di sovvertire, come sottolinea Masecchia, rifacendosi alle parole di un noto chef, il concetto di solido, tradizionalmente associato al cibo, e quello di liquido, riconducibile ai drink. 

Questi concetti nei drink del Block Boutique Bar vengono ripensati e rimescolati.
Basti pensare all’elemento base di uno special drink targato Block Boutique Bar, che è l’ananas grigliato, associato alla cannella.

“Di solito siamo abituati a pensare all’ananas come ad un succo – spiega Fabrizio – non ad un ananas cotto, che è, invece , tipico della cultura messicana.  Nei cocktail, lo stadio liquido è solo quello finale. 



C’è innanzitutto una fase visiva, che comincia sin da quando si entra nel locale e ci si sente avvolti da un certo tipo di atmosfera. Poi c’è un primo impatto olfattivo, proveniente dagli effluvi della frutta, dal mix di odori che aleggiano nell’ambiente. Poi c’è l’impatto tattile, con il caldo o il freddo del bicchiere. 

Poi un nuovo impatto olfattivo quando si avvicina il bicchiere al naso. Un insieme di odori caratteristici che ci può proiettare indietro nei ricordi o metterci davanti a qualcosa che non ci aspettavamo o ancora stupirci perché pensavamo già di sapere cos’era ed invece si rivela tutt’altro”.
Il cocktail, dunque, diviene metafora della vita, in grado di sradicare certezze, aprendoci al nuovo ed all’inaspettato, inducendoci ad andare oltre le apparenze, grazie alla ricerca di “un ingrediente insolito o servito in base ad un accostamento inusitato”.

Soltanto alla fine si arriva ad accostarsi al cocktail attraverso il senso del gusto ed allora il viaggio è davvero completo: si può così apprezzare la stagionalità della materia prima a Km 0, il rispetto del territorio,  la valorizzazione del commercio e delle piccole produzioni locali, ma anche nazionali ed internazionali.

“Per la frutta, ad esempio – raccontano Fabrizio, Remo ed Alessandro – ci rivolgiamo a piccoli banchi di frutta ubicati nel porto di Pozzuoli. Il nostro fornitore si chiama Mieuzz pier”.
E’ importante, poi, la trasformazione consapevole della materia prima, attraverso l’ausilio della tecnologia, ed il ricorso, solo per fare qualche esempio, ad estrattori ed a piastre ad induzione, per conservare ed esaltare le proprietà organolettiche.

Una total experience multisensoriale che valorizza la compartecipazione del cliente.



INVENTIVA, INNOVAZIONE E PRECISIONE SI GEMELLANO

Dalla creatività, inventiva e precisione alchemica di questo team ad alto tasso di professionalità, nasce, tra gli altri, un cocktail che è un vero fuoriclasse. Per ora lo si può gustare rigorosamente solo al bancone o ai tavolini del Block Boutique Bar, ma in un prossimo futuro forse a questo drink che nel nome, G 19, richiama, quale omaggio, il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro (ed infatti viene servito travasato da una sacca monodose che ricorda spiritosamente una flebo), sono riservati ancora più alti onori.

Ci sono voluti circa tre mesi per creare questo mix di elementi sopraffini, bilanciato in grammi, che non è una rivisitazione di un drink classico, bensì qualcosa di totalmente inedito: Angostura Bitter in quantità, cui viene aggiunto un liquore totalmente alle noci, proveniente da una piccola azienda del Sud Tirol, sciroppo di agave, miele con chili, fior di sale, liquore al papavero, China Pisanti.
Una decantazione di ben 48 ore, per far riassorbire le pectine, prima dell’imbustamento (nel packaging della flebo) e poi una conservazione a meno 14 gradi.

“Il gusto di questo drink – racconta Remo – cambia sensibilmente man mano che si modifica la temperatura a cui viene degustato, stando a contatto con l’ambiente circostante, regalando al cliente esperienze diverse racchiuse in quella che solo apparentemente è una sola”.
Una degustazione che insegna e fa riassaporare il gusto dell’andar lenti e di prendersi il tempo giusto per sé. 



E poi c’è il ghiaccio, artefice del giusto grado di diluizione: 18 cl per drink, pari a 180 grammi per 10 cocktail. Sembra banale, ma questo passaggio è nevralgico: infatti quello utilizzato dal team è un ghiaccio trasparente a lento rilascio, dove il congelamento avviene ad alte temperature, così da non avere residui di calcare ed altre impurità che potrebbero, invece, essere generate da bassissime temperature.

Per chi prediliga un analcolico, la cura dei dettagli e l’attenzione al cliente sono le stesse: via libera, dunque, agli sciroppi hand made totalmente bio.

RIDUZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE
Occhio, poi, all’impatto ambientale, a tutela del benessere e della salute globale: bandito, infatti, l’uso della plastica nel servizio, a favore di bicchieri da asporto in cartoncino o cellulosa di mais.
Zero waste anche nell’utilizzo della frutta.

“Innanzi tutto  - ribadisce Masecchia – la nostra è una frutta a km 0 e bio. Assolutamente niente buccia trattata a cera per conservare il colore, che non è edibile. Via libera all’uso di ogni parte: la buccia essiccata viene utilizzata come gustosa decorazione e la polpa viene prima utilizzata per i drink e poi spremuta per i preparati e gli sciroppi. Amiamo far conoscere gli elementi che connotano alcune culture dal mondo, come accade con l’utilizzo dei bon bon, propri della più antica tradizione francese, realizzati con rosa e violetta, ma anche l’italianità, attraverso distillati ed amari”.

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