Imbarcarsi sulla nave di antichi marinai o di pirati
per solcare i mari del gusto, utilizzando tutti e cinque i sensi, e per conoscere
altre culture, usi, costumi e
tradizioni, attraverso lo spazio ed il tempo.
Ma anche fare il proprio ingresso in un laboratorio
di chimica, dove si coniugano e si miscelano sapientemente estro, creatività,
inventiva, ma anche precisione millimetrica, misurata in grammi.
Tutto questo è il Block Boutique Bar.
Come sottolinea il barman Fabrizio Masecchia “non
esiste una seconda buona occasione per fare una prima buona impressione”.
Quindici anni nel settore, creatività e competenza,
precisione millimetrica nelle dosi, misurata in grammi, per dar vita a qualcosa
che abbia un gusto nuovo ed inimitabile, capace di incuriosire, ingolosire e di
decifrare, interpretandoli, i gusti e le esigenze del cliente.
Perché, come sottolinea il team del Block Boutique
Bar, “il motivo di esistere del bancone e di chi lavora” è quello di
traghettare il cliente in isole inesplorate di odori, consistenze, sapori,
sensazioni visive e tattili.
ESPERIENZA E COMPETENZA E CREATIVITA' PER UNA CULTURA DEL BUON BERE
Ma attenzione: il cliente va viziato e coccolato,
guidato in un’esperienza multisensoriale unica, ma non assecondato a tutti i
costi. A fare la differenza, secondo la filosofia del Block Boutique Bar, sono
la professionalità consolidata ma in continua trasformazione ed evoluzione, le
competenze profuse, gli ingredienti di elevatissima qualità e la forte impronta
identitaria che caratterizza il locale.
“Il nostro target – continua Fabrizio – è composto
per l’80% da chi non è un profano del mondo del beverage, almeno non del tutto, interessato a conoscere ed a
sperimentare la filosofia del buon bere mixato. I nostri clienti sono
caratterizzati da una mentalità curiosa e non rigida, con un’apertura al
dialogo, un confronto ricercato e stimolato. Privilegiamo, tendenzialmente, i
piccoli gruppi, in maniera tale da avere la possibilità di offrire la ‘giusta’
esperienza”.
Un locale, la cui avventura è cominciata undici mesi
fa, caratterizzato da una disinvolta eleganza e ricercatezza, che non cede,
però, ai rigori di una formalità ingessata,
ma dove ognuno, che sia giunto qui al seguito del passaparola o perché si
trovava a passare e si è incuriosito, può sentirsi accolto ed esprimersi
pienamente. Un’equilibrata sintesi tra un’elevata qualità, incarnata in
un’atmosfera easy, e l’universo della
cultura street.
Fabrizio Masecchia, Remo Minopoli e Alessandro
Squarzoni, si sono incontrati proprio lungo le strade della street art, incrociando così i loro
destini umani e professionali.
“Siamo dei writers – racconta Fabrizio – e ci siamo
incontrati nell’ambito della rassegna dedicata a street art e graffiti Back to the Style”.
Il resto lo ha fatto l’amore per la loro terra e la
valorizzazione costante e tenace dei rapporti umani, costantemente alla base delle
loro scelte.
Loro che della loro terra conoscono il grido di
dolore, dato che vengono da quartieri veraci, cuore pulsante della Napoli popolare,
come il Rione Traiano e Pianura, ma che non si sono arresi ad un destino già
scritto, ma hanno inseguito un sogno con testardaggine, trasformandolo in un
obiettivo concreto.
“Cambiamo drink list ogni quattro mesi – raccontano
– anche per incentivare il cliente a tornare per scoprire e sperimentare,
incuriosendosi. All’insegna della valorizzazione dei rapporti umani è anche il
connubio proposto tra cocktail ed arte, poiché diamo spazio agli artisti
emergenti che hanno sposato il progetto”.
IL CONNUBIO CON L'ARTE
In questa drink list tocca a Luigi Tirino che
racconta come sia affascinato dall’arricchimento nato dal connubio tra
sperimentazione e conoscenza di culture altre.
La sua è una forma d’arte estemporanea, creata al
momento, la stessa logica che ispira i cocktail, sia quelli in lista sia quelli
che il team crea ogni sera “su misura” per i vari clienti. Solo dopo ci si pone
l’eventuale domanda su come riprodurli.
Luigi disegna senza bozzetto ed ha messo a
disposizione i suoi sketchbook, dove trova
casa l’espressione libera della sua personalità, quella che l’ha spinto ad
imparare e ad approfondire l’arte dei metalli, nelle più disparate applicazioni
e a collaborare con personalità del calibro dell’architetto Nicola Pagliara e
dell’architetto e designer Riccardo Dalisi.
Le sue opere che coniugano arte e meccanica, nella
continua ricerca di forme più armoniose e leggere, come si legge nell’incipit
al menù, fanno innamorare collezionisti ed arredatori.
UN'ESPERIENZA MULTISENSORIALE
Un viaggio, quello proposto dal Block Boutique Bar,
all’insegna del gusto, dove sperimentare tutti gli odori e i sapori.
Odori e sapori capaci di sovvertire, come sottolinea
Masecchia, rifacendosi alle parole di un noto chef, il concetto di solido,
tradizionalmente associato al cibo, e quello di liquido, riconducibile ai drink.
Questi concetti nei drink del Block Boutique Bar vengono ripensati e
rimescolati.
Basti pensare all’elemento base di uno special drink targato Block Boutique
Bar, che è l’ananas grigliato, associato alla cannella.
“Di solito siamo abituati a pensare all’ananas come
ad un succo – spiega Fabrizio – non ad un ananas cotto, che è, invece , tipico
della cultura messicana. Nei cocktail, lo
stadio liquido è solo quello finale.
C’è innanzitutto una fase visiva, che
comincia sin da quando si entra nel locale e ci si sente avvolti da un certo
tipo di atmosfera. Poi c’è un primo impatto olfattivo, proveniente dagli
effluvi della frutta, dal mix di odori che aleggiano nell’ambiente. Poi c’è
l’impatto tattile, con il caldo o il freddo del bicchiere.
Poi un nuovo impatto
olfattivo quando si avvicina il bicchiere al naso. Un insieme di odori
caratteristici che ci può proiettare indietro nei ricordi o metterci davanti a
qualcosa che non ci aspettavamo o ancora stupirci perché pensavamo già di
sapere cos’era ed invece si rivela tutt’altro”.
Il cocktail, dunque, diviene metafora della vita, in
grado di sradicare certezze, aprendoci al nuovo ed all’inaspettato, inducendoci
ad andare oltre le apparenze, grazie alla ricerca di “un ingrediente insolito o
servito in base ad un accostamento inusitato”.
Soltanto alla fine si arriva ad accostarsi al
cocktail attraverso il senso del gusto ed allora il viaggio è davvero completo:
si può così apprezzare la stagionalità della materia prima a Km 0, il rispetto
del territorio, la valorizzazione del
commercio e delle piccole produzioni locali, ma anche nazionali ed
internazionali.
“Per la frutta, ad esempio – raccontano Fabrizio,
Remo ed Alessandro – ci rivolgiamo a piccoli banchi di frutta ubicati nel porto
di Pozzuoli. Il nostro fornitore si chiama Mieuzz
pier”.
E’ importante, poi, la trasformazione consapevole
della materia prima, attraverso l’ausilio della tecnologia, ed il ricorso, solo
per fare qualche esempio, ad estrattori ed a piastre ad induzione, per
conservare ed esaltare le proprietà organolettiche.
Una total
experience multisensoriale che valorizza la compartecipazione del cliente.
INVENTIVA, INNOVAZIONE E PRECISIONE SI GEMELLANO
Dalla creatività, inventiva e precisione alchemica
di questo team ad alto tasso di professionalità, nasce, tra gli altri, un
cocktail che è un vero fuoriclasse. Per ora lo si può gustare rigorosamente solo
al bancone o ai tavolini del Block Boutique Bar, ma in un prossimo futuro forse
a questo drink che nel nome, G 19, richiama, quale omaggio, il miracolo della
liquefazione del sangue di San Gennaro (ed infatti viene servito travasato da
una sacca monodose che ricorda spiritosamente una flebo), sono riservati ancora
più alti onori.
Ci sono voluti circa tre mesi per creare questo mix
di elementi sopraffini, bilanciato in grammi, che non è una rivisitazione di un
drink classico, bensì qualcosa di totalmente inedito: Angostura Bitter in
quantità, cui viene aggiunto un liquore totalmente alle noci, proveniente da
una piccola azienda del Sud Tirol, sciroppo di agave, miele con chili, fior di
sale, liquore al papavero, China Pisanti.
Una decantazione di ben 48 ore, per far riassorbire
le pectine, prima dell’imbustamento (nel packaging della flebo) e poi una
conservazione a meno 14 gradi.
“Il gusto di questo drink – racconta Remo – cambia
sensibilmente man mano che si modifica la temperatura a cui viene degustato,
stando a contatto con l’ambiente circostante, regalando al cliente esperienze
diverse racchiuse in quella che solo apparentemente è una sola”.
Una degustazione che insegna e fa riassaporare il
gusto dell’andar lenti e di prendersi il tempo giusto per sé.
E poi c’è il ghiaccio, artefice del giusto grado di
diluizione: 18 cl per drink, pari a 180 grammi per 10 cocktail. Sembra banale,
ma questo passaggio è nevralgico: infatti quello utilizzato dal team è un
ghiaccio trasparente a lento rilascio, dove il congelamento avviene ad alte
temperature, così da non avere residui di calcare ed altre impurità che
potrebbero, invece, essere generate da bassissime temperature.
Per chi prediliga un analcolico, la cura dei
dettagli e l’attenzione al cliente sono le stesse: via libera, dunque, agli
sciroppi hand made totalmente bio.
RIDUZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE
Occhio, poi, all’impatto ambientale, a tutela del
benessere e della salute globale: bandito, infatti, l’uso della plastica nel
servizio, a favore di bicchieri da asporto in cartoncino o cellulosa di mais.
Zero
waste anche nell’utilizzo della frutta.
“Innanzi tutto
- ribadisce Masecchia – la nostra è una frutta a km 0 e bio. Assolutamente
niente buccia trattata a cera per conservare il colore, che non è edibile. Via
libera all’uso di ogni parte: la buccia essiccata viene utilizzata come gustosa
decorazione e la polpa viene prima utilizzata per i drink e poi spremuta per i
preparati e gli sciroppi. Amiamo far conoscere gli elementi che connotano alcune
culture dal mondo, come accade con l’utilizzo dei bon bon, propri della più
antica tradizione francese, realizzati con rosa e violetta, ma anche
l’italianità, attraverso distillati ed amari”.
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