mercoledì 23 aprile 2014

Coccole e tenerezza: riscoprire se stesse e la propria dea interiore


E’ tempo di Coccole antistress…. Di riappropriarsi gradualmente del contatto con il proprio e l’altrui corpo.

Venerdì 25 aprile a Roma organizzata da Debora De Angelis e Diego Dieghetti ed ospitata dalla Groovefarm, arriva dunque la Coccoleria per la Liberazione, il Cuddle Party romano all'insegna della tenerezza e dello scioglimento delle tensioni e dello stress.


“Un modo tutto particolare per tornare bambini e riscoprire sensazioni dimenticate. Per ricongiungersi con la propria parte più profonda ed atavica, con la propria essenza più incontaminata, e per ricordarsi che non esiste solo l’imperio della mente, ma anche il contatto fisico e corporeo". 


 A parlarcene è Debora De Angelis che attualmenteè in prima linea nel creare questo format d'evento legato al concetto di Cuddle Party, ovvero una festa delle coccole, sul modello di un tipo di evento che esiste già negli Usa da alcuni anni.




“L'idea alla base di questa festa – spiega -  è mettere le persone, anche sconosciute, in condizione di interagire gradualmente a livello fisico, ma rigorosamente non sessuale/genitale. Durante un Cuddle Party i partecipanti vengono condotti a sperimentare una fiducia e una spontaneità verso l'altro da sé tipiche dell'epoca infantile, di fatto abbassando via via barriere e resistenze verso gli altri esseri umani. Il fatto che durante questo tipo di eventi non circoli alcool e non sia possibile interagire sessualmente tra i partecipanti, dà modo di concentrarsi su sensazioni sensoriali sopite da molto tempo nella maggior parte degli esseri umani ed eventualmente di imparare a gestire la propria energia sessuale, dovendo imparare a controllarla, nonostante la tenerezza e le stimolazioni sensoriali ed epidermiche potrebbero in qualche modo risvegliarla”.


Un percorso lungo e luminoso quello di Debora De Angelis, non privo di difficoltà e fragilità, alla ricerca della strada per la consapevolezza di Sé e per far risplendere appieno il proprio essere donna, l’energia creativa, l’essere divino insito in ogni pulzella.


Perché ogni donna rappresenta un campo vibrazionale sacro dove il ventre femminile è connesso al ventre, al centro, dell’universo.






Tra il 2012 e il 2013, per due edizioni consecutive, partecipa alla trasmissione 'La Mala Educaxxxion' su la7D, in qualità di blogger/modella che ama associare la propria immagine di nudo al proprio percorso di crescita personale e di consapevolezza corporea raccontato in chiave autobiografica.


 Infatti, si trattava di un talk show nel quale le donne raccontavano liberamente e senza tabù le proprie esperienze sessuali e il proprio modo di approcciarsi in generale alla sessualità.


Tra il 2013 ed il 2014, poi, arriva una grande sfida. Una battaglia per un obiettivo importante a favore del riconoscimento del diritto alla sessualità (un diritto che di per sé dovrebbe essere ascritto e quindi proprio di tutti gli esseri umani, ma che nei fatti così non è) anche per le persone con disabilità grave e gravissima.

 Debora diviene così la testimonial del Movimento Lovegiver e dell’omonimo progetto. Il Comitato per l’assistenza sessuale viene creato ufficialmente il 28 gennaio 2013 e pochi giorni fa è approdato in Senato il Disegno di Legge per l’assistenza sessuale (n.1442), attraverso una figura professionale qualificata quale quella dell’assistente sessuale.

A presiedere il Comitato Maximiliano Ulivieri.


“Ho deciso di collaborare alla creazione della figura dell'assistente sessuale per disabili -  racconta Debora - , entrando a far parte fin dalla sua fondazione del comitato Lovegiver, creato da Maximiliano Ulivieri. Il mio contributo a questo progetto è stato principalmente di rendere testimonianza di che cosa significhi approcciarsi a una professione del genere, sia come attitudine personale, sia come atto di sfida alla pubblica morale. Infatti, ci troviamo in un paese che è molto lontano dal contemplare l'esistenza di una figura professionale-terapeutica che lavori con la gestione delle altrui energie sessuali”.


In passato Debora,  da autodidatta, ci tiene sempre a ribadirlo al fine di non creare confusione in merito al profilo che questa figura assumerà nel tempo via via che saranno degli esperti a delinearla, ha guidato alla scoperta della sessualità (una sorta di assistente sessuale ante litteram) alcuni ragazzi disabili.




 Proprio per questo decide di mettere a disposizione il suo vissuto e si impegna pubblicamente, attraverso il comitato promotore Lovegiver, ad abilitarsi come assistente quando la legge lo permetterà e saranno istituiti corsi di formazione mirati (entrambi i progetti sono portati avanti dallo stesso Lovegiver).


“L'ho fatto  - continua – con la consapevolezza dell'importanza di creare risonanza mediatica su un tema così forte e controverso, al fine di poter offrire un modello in cui riconoscersi a tutte quelle persone, soprattutto donne, che per loro natura vivono la capacità di trasmettere benessere attraverso la sessualità, ma che la morale comune avrebbe additato come fonte di scandalo. Spero, attraverso il mio esempio e approccio sereno e consapevole, di poter essere un esempio di come approcciarsi a questa professione estremamente delicata e che nulla ha a che vedere con la prostituzione- cioè  con la mercificazione del corpo dell'operatore/trice- e tutto ha a che vedere con il benessere/consapevolezza corporea sia dell'assistente che della persona che beneficia del suo aiuto nel gestire correttamente la propria energia sessuale”.


Ulteriore tappa di un processo legato alla liberazione dell’energia sessuale, quale fonte di benessere e consapevolezza personale tutta al femminile, non solo del proprio corpo, ma anche del proprio spirito (il riconoscimento e la valorizzazione della propria deità appunto), si registra nel 2014, anno in cui, per aggiungere un ulteriore tassello al proprio percorso di donna costantemente interessata alla propria e altrui creascita e consapevolezza, si abilita come consulente dell'azienda Rosso Limone, che si occupa principalmente di portare aventi progetti informativi sulla sessualità.


“Anche qui – ribadisce -  la spinta è stata data dall'innovazione di questa azienda che, attualmente unica nel panorama italiano, pur occupandosi di vendita di supporti legati alla prevenzione e alla promozione di una corretta sessualità e consapevolezza corporea, si propone anche e soprattutto di informare la società civile in tema di educazione sessuale ed eventualmente fare da tramite con specialisti, qualora se ne presenti l'esigenza”.Quale che sia la strada in cui l’energia creativa si esprime, l’obiettivo è la piena consapevolezza di Sé… Per trovare e ritrovare se stessi e realizzare i propri desideri è necessario sapere dove si vuole andare e dove no, altrimenti si rischia di girare in tondo per poi scoprire di non essersi mai davvero mossi.


In tal senso, il buddhismo dei desideri terreni, di Nichiren Daishonin, suo fondatore, esorta ad essere liberi, consapevoli e felici ed a trovare la deità qui ed in se stessi.


 La domanda sgorga dalle labbra e dal cuore: “Cosa significa essere una Dea?”


Il percorso di Debora De Angelis verso il disvelamento della divinità interiore è cominciato molti anni fa.


All'età di ventiquattro anni (attualmente ne ha trentadue), dopo aver deciso di interrompere gli studi universitari a un paio d'esami dal conseguimento della Laurea in Scienze della comunicazione con indirizzo giornalistico, Debora sente nascere in sè la voglia di riprendere in modo autonomo gli studi filosofici cominciati alle superiori, ma all'epoca vissuti come imposti, calati dall’alto e quindi percepiti “senza anima”. Quella che lei definisce 'una chiamata della Dea a cui non ho potuto né voluto sottrarmi'.




La scintilla scatta in seguito all’incrocio con una citazione di Pitagora “L’anima è un dio soggetto a metempsicosi".


 Un’anima che trasmigra di corpo in corpo e di stato in stato, rimanendo fedele a se stessa ed al contempo evolvendosi.


“Essere un 'dio' o una 'dea' – spiega Debora - per me significa realizzarci non come persona (che significa null'altro che maschera temporanea della personalità assunta in questa vita), ma come anima, come coscienza superiore, colei che mantiene il seme di tutte le sue esistenze passate e future. Se così è, è inevitabile arrivare alla conclusione che di vita in vita siamo stati tutto e in ogni luogo, maschi e femmine. Proprio per questo questo la divinità è androgina, cioè partecipa di aspetti tanto femminili quanto maschili".

Ognuno, dunque può incarnarsi in varie forme, mantenendo intatta l’essenza della propria anima.“Nella contingenza della mia incarnazione attuale – sottolinea Debora - essendo in forma femminile, essere Dea significa incarnare i mille aspetti della divinità femminile”.

Ecco il Pantheon greco, il pensiero corre veloce ad esso, con la sua ricca rosa di divinità femminili, ognuna delle quali simbolo di una caratteristica caratteriale specifica : Afrodite, Athena, Hera, Diana, Demetra e così via.



 Secondo la sua spiegazione, la Dea interiore, pienamente dispiegata, è tutti questi aspetti contemporaneamente: è integra, non spezzata, una creatura femminile completa, che riconduce ad unità gli opposti all’insegna della complementarietà. Che sa essere tutto contemporaneamente, senza percepire antitesi e contraddizioni tra i diversi aspetti di sé. Tanto luminosa quanto oscura, tanto virginale quanto passionale, tanto bambina quanto anziana.

E’ il tutto, che in qualche modo richiama il concetto dell’uno plotiniano.


 E’ l’apoteosi della completezza dell’essere umano in quanto tale.




“Una Dea - dice -  è una donna che ha realizzato in coscienza la vastità del pantheon femminile in sé. A me viene naturale incarnare via via anche i principi esemplificati dalle divinità maschili, in aggiunta, esteriorizzando questo concetto attraverso un percorso da Drag King. Percorro, per così dire, una Via androgina”.




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