Soave, innocente
filastrocca di morte di Alferio Spagnuolo (Robin Edizioni), la cui presentazione si è tenuta
lo scorso 24 gennaio nella partenopea
libreria Raffaello, possiede tutti gli elementi dei grandi gialli, di
ascendenza inglese ed americana, miscelati al giusto grado di suspense che sa
tingersi di rosso sangue, ma rimane fedele ad un delitto classico, che trova la
sua ragion d’essere nel movente, senza ridursi a mero esercizio di stile o
perdersi nei vicoli dell’espediente letterario che fa da supporto al gusto,
affermatosi attualmente, per i particolari sanguinolenti ed il genere splatter.
Il ritmo,
come ricorda lo scrittore Domenico di Marzio, intervenuto alla
presentazione organizzata dalla
scrittrice e giornalista Monica Florio, è equiparabile a quello di un film drammatico
o di un thriller.
Trait
d’union tra i personaggi, come hanno ricordato sia Di Marzio sia il critico
letterario Annella Prisco, è la sofferenza generata da vari traumi mai del
tutto superati, che tornano a chiedere il conto sotto forma di demoni che
dilaniano la mente e la coscienza.
Quegli stessi demoni che si aggirano anche tra i vicoli dell’urbe , una città
sospesa, come sottolinea Di Marzio, tra luce e ombra, vita e morte, bene e
male, realtà e mistero, contrari che si attraggono e finiscono inevitabilmente
per confondersi, sovrapponendosi, anche nell’animo dei protagonisti, di cui
viene finemente e sapientemente tratteggiato il profilo psicologico.
L’intreccio
tra la città e i personaggi, come evidenziano gli addetti ai lavori,
sembrerebbe essere presente sin dalla copertina di Soave innocente filastrocca di
morte; una Napoli quasi da cartolina che guarda il mare. Una veduta
aerea che, a ben vedere, già evidenzia l’intrico dei vicoli ed alcuni palazzoni
addossati gli uni sugli altri dove potrebbero consumarsi, silentemente,
svariate tragedie. Una città apparentemente quieta, ma che appare al centro di
un mirino.
I ritmi del
dialogo, come evidenzia Di Marzio, che, parimenti, contribuiscono a rendere più veloce l’azione, sono
quelli tipici di un film drammatico o di un thriller: brevi e stringati,
vengono” recitati” a bassa voce o con tono sostenuto ed accompagnano
interrogatori, verifiche di alibi, irruzioni nelle case dei sospettati… A
delineare un rebus che rischia di non avere soluzione.
Secondo
quanto evidenzia Di Marzio, gli elementi tipici del thriller ci sono tutti,
compresa la colonna sonora, costituita dai rumori delle strade brulicanti di
vita, attraversate dallo stridore del traffico, dei motorini, caratterizzata dalle
voci di giorno e dai silenzi e dalle attese di notte.
Spazio, poi,
al tema della violenza di genere e dell’abuso lavorativo, che si intreccia con
quello sentimentale, attraverso lo strumento del saggio, capace di arrivare,
grazie ad una narrazione avvincente, ad un pubblico trasversale.
A ben
vedere, infatti, in base ad un’analisi psico-sociologica, l’uomo ucciso, l’architetto
Ferrara, per come viene tratteggiato nel noir, parrebbe possedere le caratteristiche
di un narcisista patologico e maligno.
Per sua stessa ammissione tracotante, infatti,
egli abusa del potere concessogli in relazione al ruolo che ricopre, in virtù
di un’asimmetria di posizione, e manipola le giovani donne che gli capitano a
tiro.
Nel romanzo troviamo esplicitata anche l’attuale incapacità di assumersi
la responsabilità che ogni tipo di interazione dovrebbe, invece, comportare,
denunciata dal sociologo Bauman, che genera anche una correlata incapacità di
mettersi nei panni dell’altro, realmente in connessione con i suoi dolori ed le
sue gioie o, per dirla con termini sociologici, un’incapacità di assunzione del
ruolo dell’altro (role taking).
E’
per questo, direbbe Bauman, che le persone risultano intercambiabili, ridotte a
beni di servizio da consumare velocemente, ma lo dice anche Spagnuolo nel suo
romanzo.
E adesso
addentriamoci nella trama del noir e nei presupposti che hanno condotto alla sua
stesura, assieme all’autore, Alferio Spagnuolo.
D. Una nuova, intricata indagine per
il commissario Giulio Salvati. Un rompicapo, com’è un rompicapo la filastrocca
che gli agenti sono chiamati a decifrare, nella quale risiede, forse, la soluzione
del caso. C’è una continuità con le indagini precedenti?
R. Non
esiste una continuità tra le indagini precedenti e quella attuale se non per i
personaggi che si trovano ad affrontare
nuovi casi nel quartiere dive sono stati assegnati. L'unico collegamento forse
può intravedere nell'amicizia che poi
sfocerà in un rapporto nel libro
successivo tra il commissario e la
collega della scientifica.
A quale genere o generi intersecati è
ascrivibile il romanzo?
R. I riferimenti
di genere sono sempre gli autori americani ma non quelli che si limitano a
descrivere la violenza pura e semplice soltanto per il pretesto di scrivere .
Io leggo gli autori che descrivono i caratteri dei personaggi il profondo del
loro animo. Il migliore è Ross Macdonald che analizza la personalità dei
personaggi scoprendo molto spesso nel loro passato sofferenze irrisolvibili.
D. Esiste un fil rouge di riferimento?
R. I miei
esempi sono i gialli americani che da sempre
contengono moventi validi per un omicidio e non come spesso, ahimè, sta
accadendo omicidi senza movente, cioè
dovuti alla sola pazzia e perversione del colpevole. Esiste un abuso
oggi dei serial killer, mentre invece moltissimi omicidi vengono commessi per
le ragioni più diverse. Ecco io
sfruttare i anche queste ragioni, tra le quali la gelosia o il rimorso che
anche io ho utilizzato. Esiste una vasta letteratura di thriller ambientati nelle
metropoli dell’Europa del nord che certamente non godono della mia simpatia. Il
genere inglese ha abbandonato per strada le atmosfere e le valide idee che i
loro epigoni avevano diligentemente creato.
D. Nel libro si parla anche di
violenza ed abuso contro le donne. Attualmente, nonostante la legge 38/2009
sullo stalking e la legge 19/2013 di ratifica della Convenzione di Istanbul sui
diritti delle donne, da una verifica del Consiglio D’Europa gli interventi per
la tutela dei diritti di genere appaiono ancora pochi, non sistematici e a
macchia di leopardo. Risulta una carenza
di circa 5mila posti letto nelle case protette. Le vittime di stalking sono per
il 77% donne, mentre le vittime di violenza lo sono nel 92% dei casi. Il 25%
degli omicidi è ascrivibile ad odio e violenza di genere. Cosa ne pensa?
R. Io, con il
mio libro, sono partito da un argomento attuale e ricorrente. Il ricatto da
parte dei potenti, nel mio caso di un
uomo, delle donne per poter emergere nel luogo di lavoro. Nel mio caso,
il libro segue in generale la linea del rifiuto, altrimenti la trama sarebbe
saltata .Però ho anche inserito alcuni casi dove la donna accetta, ma poi
diventa essa stessa vittima di quel consenso, incredula addirittura che dopo
poco quella promessa che le avevano fatto e per la quale lei si era sacrificata
non venga mantenuta ,con l'indifferenza del potente artefice. Anzi la donna
viene considerata meno di un rifiuto, qualcosa di superfluo, di inutile,
ciò perché il potere ci permette di calpestare la
dignità (nel mio caso di povere neolaureate)d elle donne che a causa delle allettanti promesse e della mancanza di sensibilità
di animo diventano interscambiabili, ridotte a giochi utilizzati per soddisfare il proprio
ego ipertrofico(nel mio libro). Una sorta di vasetto della marmellata che si
distingue da migliaia di altri solo per un semplice codice a barre. Ma nel mio
libro, come ho detto, sono presenti donne che stanno al gioco della “vuota”
promessa e ragazze che sanno discernere cosa è
giusto.
D. Quali progetti ha in cantiere per
il futuro?
R. Ho in
mente un episodio dove tutto parte dalla stancante consuetudine del matrimonio e dalla donna, ormai adulta,
sposata e con figli, che tradisce il marito, incredula del fatto che il suo
corpo possa ancora essere desiderato e “rivalutato” da altri occhi, che possa
ancora attirare gli uomini .Ma, attenzione: il suo amante è più giovane di lei e non ha alcuna intenzione di
“mettere fissa dimora” .
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