sabato 2 marzo 2019

Soulbook di e con Fabiana Fazio: è vera gloria? La risposta ai leoni da tastiera

Oggi ho visto un video, il cui autore riflette su come come i social abbiamo modificato il nostro modo di relazionarci (guarda il video qui), disabituandoci a riconoscere le emozioni,  nostre ed altrui.

Chi sta messo peggio, sembrerebbe, sono i cosiddetti "nativi digitali", nati quando i social media già esistevano e cresciuti, quindi, a merendine e colpi di like e click.

Infatti, sono proprio loro i più esposti ad un rischio di mancato riconoscimento o peggio ancora misconoscimento delle emozioni.

Gli stessi adolescenti ammettono di essere abituati a rapporti superficiali e di superficie, di non avere reale fiducia nelle relazioni e di essere consapevoli che i loro amici , qualora avessero qualcosa di più bello e divertente da fare, li lascerebbero soli senza alcun problema o remora.

Parte proprio da questi presupposti la piece teatrale Soulbook, scritta e diretta da una Fabiana Fazio al vetriolo.

Con lei Annalisa Direttore, Valeria Frallicciardi e la stessa Fazio.

I contributi video sono a cura di Giulia Musciacco, l’aiuto regia di Angela Carrano, in collaborazione con Asci cinema.



Un sottotitolo calzante, dal sapore vagamente hitchcockiano, potrebbe essere: signori la pervasività è servita.

Già... perchè Soulbook è il vero colonizzatore contemporaneo, in cerca di sempre nuovi territori da trasformare in strade intricate della rete sulle quali "non incontrarsi" e di anime da dannare a colpi di click, like e dislike, tra una profusione di emoticon, emoji e cuoricini pulsanti.

Ognuno, su Soulbook, cerca di guadagnarsi il suo posto in evidenza, in una sorta di captatio benevolentie o, al contrario, in un'acida battaglia a suon di commenti in ostinata controtendenza, come capita al Genio (Vi odio tutti... Siete delle capre.... Siete Bestie!!).



Con lei, in un dialogo a tratti paradossale, una fashion blogger di tendenza ed una remissiva laureata in sociologia, che cerca a tutti i costi di farsi notare ed accettare dal popolo delle piattaforme social.

Se il prezzo da pagare è una reale perdita di identità e di autenticità, il falso guadagno sembrerebbe essere una potenziale orda di followers al seguito.

Con un vantaggio: su Soulbook c'è posto davvero per tutto e per tutti. Ormai non si consultano più i tomi enciclopedici, ma si interpella la nuova autorità, l'oracolo dei tuttologi da tastiera, pronti a disquisire su affari di politica, di economia mondiale e globale, di crisi e controcrisi, ma anche a piangere per persone morte, di cui il giorno prima si ignorava del tutto l'esistenza ed a dettare le nuove tendenze di stile e moda.



Mentre il proprio profilo viene inondato di pollici su e di cuoricini (love, love, love...), che sostituiscono gli abbracci de visu, il cervello parrebbe diventare vittima di un meccanismo pervers,o a causa della dopamina liberata, sviluppando una dipendenza, ma anche esponendosi ai rischi subdoli di una maggiore depressione.

A latere un gustoso e sapido sberleffo dell'uso ed abuso improprio dei tutorial, che sollevano una domanda tanto inquietante quanto inevitabile: servono davvero e ci insegnano le mosse giuste per nuove attività o ci inebetiscono, facendoci disapprendere azioni ovvie?




Ai posteri... forse... l'ardua sentenza! Quello che è certo è che questo spettacolo pensante ha riportato un doppio meritatissimo successo, prima al Caos Teatro di Villaricca e poi nello spazio partenopeo dello ZTN.

Ed ora facciamo quattro chiacchiere con Fabiana Fazio, tra sorrisi (veri) e qualche inquietante dubbio, altrettanto autentico, che proprio non si riesce a scacciare:



Com'è il ritratto dei social che emerge da Soulbook?
Suppongo sia grottesco e ridicolo. Tutto è portato all'estremo e all'eccesso... ma neanche più di di tanto. Di fatto quello facciamo è davvero rispondere con dei "pollicioni" a delle foto o affermazioni e stare attenti attenti a quante persone ci "visualizzano". C'è qualcosa di più triste e grottesco di questa nuova realtà? 



Le protagoniste rappresentano una giovane donna sempre indecisa perché non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Una donna apparentemente cinica e ostinatamente controcorrente, ed una donna tutta dedita a seguire (ed indirizzare) le mode ed a curare la propria bellezza. Perché proprio questi tre tipi?
Semplicemente sono i primi che mi sono venuti alla mente per esperienza personale forse.Tutte sono vittime dalla prima all'ultima.

Di fronte ad un Soulbook, moderno colonizzatore che crea alter ego, che appaiono necessari, quali sono i modi in cui si può (re)stare in questo mondo parallelo?
Se avessi una risposta sarei salva dal.meccanismo social. E invece, a modo mio, ne sono vittima come tutti. Ogni tanto staccare la spina nel vero senso del termine sarebbe l'unica soluzione. 




All'interno di molti tuoi spettacoli trova spazio e diventa protagonista la nevrosi, associata a paure ed aspettative ipertrofiche. Perché?
Non siamo forse oggi di fronte ad una grande nevrosi collettiva? Un delirio di massa che colpisce a vari livelli e nei vari aspetti della vita.Questo è quello che osservo... e mi limito a raccontarlo, forzando un poco la mano forse... oppure con estrema lucidità.

**le foto di scena degli allievi di Andrea Scala coordinati da Andrea Falasconi.

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