lunedì 9 luglio 2007

Un viaggio nel mito

In Virgilio, nel sesto libro dell'Eneide, la Sibilla cumana è il personaggio centrale, con la doppia funzione di veggente e sacerdotessa di Apollo e, contemporaneamente, di guida di Enea nell’oltretomba. La presentazione della sacerdotessa viene accompagnata dal fosco ritratto dei luoghi in cui ella vive che formano un tutt’uno a suggerire un’immagine di paura e, allo stesso tempo, di mistero.
Proprio in quei luoghi, misteriosi ed oscuri, ammantati di fascino, si snoda il percorso proposto, sabato scorso, dall’associazione “Flegreando”, impegnata nel rilancio turistico dell’area flegrea e che ha toccato le tappe nevralgiche del mito virgiliano. La visita, durata circa un'ora, parte dall'ingresso del parco archeologico di Cuma. Comun denominatore e filo conduttore sono i personaggi del VI Canto dell'Eneide di Virgilio, Enea e Deifobe, ovvero la Sibilla cumana. Una figura, quella della Sibilla, la cui storia affonda le radici nel suolo ricco ma devastato dell’area flegrea. E proprio come questa terra, cui si può accomunare anche il contesto del capoluogo partenopeo, la Sibilla è connotata come uno strano miscuglio di luci ed ombre, di sacro e profano, di santità e rottura delle convenzioni, sede di profondi e laceranti conflitti.
Caratteristico, infatti, è l'aggettivo col quale Virgilio definisce la sacerdotessa, “orrenda” termine usato soprattutto per l'aspetto della sacerdotessa durante l'invasamento: in quella occasione il dio la possiede completamente, prendendo il sopravvento sulle sue facoltà superiori dello spirito, sulla ragione, sull'intelligenza e sull'animo inteso come sede delle passione e dei sentimenti.
Sono proprio le storie di Enea, Deifobe e della città di Cuma, ad intrecciarsi nei “racconti” dei ragazzi dell'associazione che hanno accompagnato il nutrito gruppo di visitatori, nella visita snodatasi, il primo luglio scorso, attraverso il Tempio di Apollo, per poi concludersi all'interno del cosiddetto "Antro della Sibilla", dove gli attori Stefano Taranto, Eva Russo e Marika Manzoni interpretano la drammatizzazione in costume dell'incontro di Enea
con la Sibilla Cumana, nello spettacolo “Antrum Immane”.
Buona l’affluenza, di circa ottanta, provenienti da tutta la provincia di Napoli, e tra cui erano presenti alcuni turisti anche stranieri già in visita nei Campi Flegrei.
Un’iniziativa, dunque, che vuol far sì che ci si appropri e riappropri dell’anima dei cosiddetti “campi ardenti”.

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