Questa è la storia di
tanti oggetti belli e luccicanti: bottoni, laccetti dai colori brillanti e
metalizzati, ma anche plastica multicolore e piccoli e grandi pezzi di latta.
Esistono gioielli
bellissimi, una vera e propria gioia per gli occhi e per chi li indossa, ma
anche, a guardarli ed accarezzarli, un tesoro per l’ambiente.
Perché sono fatti con
materiali “di scarto”, ossia materiali poveri, recuperati da diversi oggetti.
Fondi e linguette di
lattina, pet, piccoli laccetti, spirali di vecchi block notes, avanzi di anelli
che si usano per rilegare le fotocopie e così via.
Sono i
“gioielli di scarto” di Elisa Lanna.
Il nome non deve
ingannare: il risultato è bello e scintillante, di sicuro effetto.
Solo che a ringraziare
non è solo il collo o i polsi delle gentili dame, ma anche l’ambiente, perché
questi materiali non finiscono in discarica e rinascono a nuova, luminosa vita,
una vita ancora più “bella”.
L’occhio è sempre curioso e la creatività pronta a scatenarsi per creare nuovi accostamenti insoliti ed impensati.
Un percorso che Elisa
Lanna comincia per passione ed un po’ per gioco, da quando guardava le sfilate
di moda in tv con sua madre, proprietaria di un atelier di moda, e sognava di
poter un giorno creare accessori per quelle ragazze filiformi, giocando con
tessuti, consistenze e colori. Lei e sua madre sono attente a cogliere i minimi
particolari e le nuove tendenze… spesso ‘giocano’ ad anticiparle.
Dopo aver aiutato la
madre a realizzare alcuni abiti, con quello che avanza ed apparentemente non serve più ed è quindi
destinato a finire in pattumiera, dagli scampoli di stoffa alla passamaneria passando
per i bottoni, Elisa comincia a dare forma alla sua fantasia e creatività, realizzando alcuni quadri e suppellettili varie.
“Mia madre – racconta
- ha lavorato nel campo della moda per
più di 50 anni. Immaginate dunque l'influenza che ha potuto avere su di me che
ho vissuto una vita tra stoffe, bottoni, riviste di moda.
Da piccola i miei
giochi erano mettere a posti bottoni e suddividerli per colori e generi.
Sistemare le spolette di cotone nei cassettini. Giocare ad attrarre con la
calamita, gli spilli e a farli ‘danzare’ sul tavolo”.
La mente nel racconto
vola lontano a quando, ancora bambina, si andava a Napoli nei negozi che
vendevano stoffe a metraggio e scegliere le fantasie, i colori più adatti al
modello scelto dalla cliente.
Nel futuro di Elisa però
non sembra esserci la moda bensì le forme architettoniche. Trait d’union: la
ricerca dell’armonia, di una complementarietà tra le forme, resa possibile
dallo studio e dalla conoscenza .
Infatti – continua
Elisa - come la maggior parte dei figli, decido di non continuare il lavoro di
mia madre e intraprendo gli studi di architettura, laureandomi con ottimi voti”.
In lei “convivono due
anime”.
L'anima tecnica del
progettista e quella più modaiola dell'artista e della designer. Il peso di queste due componenti sui due piatti della bilancia dell’anima e della sua
attenzione si equivale. Guai a dirle che una delle due sia di minore importanza
rispetto all’altra!
“Il mio intento –
spiega - è proprio quello di portare
l'esperienza creativa e tecnica del progettista, la conoscenza dei materiali
(in questo caso di scarto) e delle loro proprietà al servizio della moda. I
miei gioielli ‘di scarto’ nascono proprio tra questa forte passione per la moda e gli studi
progettuali di architettura. Alcuni nascono da una semplice operazione che
mette insieme creatività e attenzione per l'ambiente. In altri invece, l'uso di
perfette geometrie e di ripetitività di moduli mi coinvolge a tal punto da far venire
fuori la mia parte razionale, più tecnica che comunque si fonde con la
creatività e genera un gioiello con un forte potenziale estetico.”
La spinta a creare ed
il gusto estetico, come ribadisce lei stessa, nascono dall’osservazione delle
opere degli artisti del ‘900 che riescono ad amalgamare, ad ‘impastare’ la
tecnica ed il gusto del bello con le loro emozioni autentiche tratte dalle
vicende del loro vissuto.
“Questi artisti –
sottolinea Elisa – affrontano, in modo polemico, il rapporto tra estetica e
vissuto, tra le forme espressive e lo scorrere concreto della vita, realizzando
opere d'arte con materiale di scarto. Dunque ho sempre prestato attenzione alle
loro opere”.
A questo tipo di inclinazione,
coltivata con studio e attenzione costante ai particolari, si aggiunge un’educazione
familiare “etica” , appresa sin dalla più tenera età, intencentrata sul non “sprecare
nulla”, dall'acqua, al cibo, fino ad arrivare agli abiti.
“Mia nonna, ad
esempio, riciclava e riparava di tutto, dagli ombrelli alle vecchie sedie.
Dunque penso che mi sia anche venuto naturale l'avere avuto l'idea di
utilizzare per le mie creazioni, materiali riciclati. Una naturale sensibilità,
che affonda le radici lontano, per i temi ambientalisti del riciclo e del riuso”.
Nelle opere di Elisa
Lanna i colori ed i motivi dei suoi gioielli camminano a braccetto con le fantasie
degli abiti di grandi stilisti secondo un rapporto biunivoco.
“ A volte – spiega - cerco
negli abiti un motivo, un colore, un segno che possa abbinarsi al mio gioiello.
A volte è l'abito che mi da' lo spunto per disegnare il gioiello”.
Lo zoccolo duro dei
materiali utilizzati per la creazione di monili alternativi, ecologici ed etic,
i è l'alluminio delle lattine, ma non c’è
limite alla fantasia ed alla sperimentazione quando la creatività, unita alla
conoscenza della duttilità dei materiali e
quella del modo migliore per plasmarli, viene liberata.
A quel punto qualunque
“scarto” le possa tra le mani, come una
spirale di block notes, una pallina colorata, custodia di un piccolo
giocattolo, proveniente da un
distributore automatico, o ancora il colletto in plastica progettato per irrigidire
un collo di camicia, posso dare vita a qualunque cosa.
Persino il piccolo
aggeggio di plastica nera che unisce le pantofole per appenderle.
Di fronte a
questa vera e propria esplosione di idee che prendono forma
tanti riconoscimenti si susseguono in poco tempo.
“Tanti giornali hanno
pubblicato le mie creazioni, non ultimo la rivista Vogue accessori.
Ma essere stata
selezionata per un concorso nazionale di "Moda Etica", è stata la mia
più grande felicità. Un riconoscimento inaspettato”
"Gli autori selezionati al concorso,
hanno con creatività e ingegno proposto idee innovative e di qualità per una
moda etica e responsabile". Questa la motivazione di una selezione dai
paramentri rigidi e stringenti.
Ma la
spinta più forte a creare, a reinventarsi, a reagire anche ai momenti più
difficili arriva proprio dalle tante persone che credono in un nuovo modo di
concepire la moda e lo stile. Da tutti coloro che dello stile “non prezioso, ma
preziosissimo per la collettività,” di Elisa si innamorano al primo sguardo,
sposandolo e facendolo diventare il proprio stile, rappresentativo di un
sentire e di uno stile di vita.
Prima fra
tutti Annalisa Tortora, in arte Lisa Tres Chic con la sua boutique del baratto
in via Duomo a Napoli, con cui è nato un gemellaggio virtuoso ed un sodalizio
destinato a dare sempre nuovi frutti.
3 commenti:
un bellissimo articolo, scritto da chi conosce a fondo le creazioni di Elisa Lanna e ne riconosce il valore estetico, la precisione della lavorazione, l'attenzione al mondo in cui vive
è un gran bell'articolo scritto molto bene e con le giuste parole tocca tutte le persone.
La bellezza non è legata al gusto ma è un valore assoluto, nelle creazioni di Elisa Lanna la riconoscibilità del bello e il senso dell'estetica è immediata ed inequivocabile. Complimenti
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