mercoledì 17 maggio 2017

Shara e Napoli Underground: un vento del Sud che parla della speranza di riscatto di una terra

Giovedì 18 maggio è atteso il gran finale della seconda edizione della rassegna “Napoli Underground”. Location, come di consueto, il teatro Il Primo, in via Del Capricorno, 4 a Napoli.


Ed è già tempo di tirare le somme e di tentare un primo bilancio.

La rassegna, infatti, sembra aver bissato il successo riportato nell'edizione precedente,  in termini di consensi e presenze di pubblico. 

Anche quest’anno molti giovani emergenti del panorama musicale partenopeo hanno avuto la possibilità di esibirsi e presentare i loro lavori, in molti casi delle opere prime, suscitando l’interesse e l’approvazione del pubblico accorso numeroso ad ogni evento. 

La conferma del successo ottenuto - sottolineano i direttori artistici Andrea Bonetti e Reika Hinch - ha aumentato ancora di più l’entusiasmo al punto che già si lavora alla terza edizione".



E, come tutte le manifestazioni che si sono dimostrate vincenti, si preannuncia un gran finale.

Infatti, giovedì 18 maggio, a partire dalle 21.00, il palco dell'accogliente teatro, dalle cui tavole spira aria di talento, speranza e grinta, salirà la cantautrice Shara con i suoi talenti, figli delle terre del Sud.

E' lei infatti, la promotrice, con l'animo da pigmalione, in grado di portare alla luce talenti in boccio o virtù sonore in ombra, ad aver dato vita, da fine 2011, al TERRONIAN PROJECT, teso a valorizzare e a promuovere le eccellenze del Sud del Paese. Un gemellaggio virtuoso e gustoso tra musica, immagini e arte, all'insegna di culture autoctone, usi e tradizioni.

Gli arrangiamenti sono stati realizzati dal musicista ed arrangiatore Pasquale Faggiano. Tra i musicisti che hanno suonato nelle canzoni ci sono alcuni nomi noti del panorama musicale italiano come il chitarrista Carlo Fimiani, il bassista ed arrangiatore Gigi De Rienzo, il bassista Aldo Vigorito, il batterista Vittorio Riva, il violinista Gennaro Desideri, il compositore ed arrangiatore Flavio Gargano, il polistrumentista Antonio De Luise ed altri ancora. Per mantenere una linea di coerenza con l’intero progetto tutti i musicisti che hanno suonato nell’EP sono di origine meridionale. Eccezione fatta per "Infinito sei" in cui la sessione orchestrale è stata interamente registrata alla Magyar Radio di Budapest con la Budapest Scoring Symphonic Orchestra


Un gemellaggio all'insegna dell'arte e della cultura, quella mira ad abbattere ogni confine, inteso come cesura, e divisione, tra passato, presente e futuro.

Un Vento del Sud, questo il nome dell'EP, che spira forte, coinvolge, ammalia e rivela cuore e professionalità, dalla personalità forte e determinata. Un vento che sa accarezzare, lambire, sedurre, ma anche sollevare il velo e farsi denuncia, dichiarando, senza mezzi termini, la voglia e il legittimo diritto al riscatto di una terra e delle sue tante anime.

 L'ultimo brano che verrà lanciato sarà quello ispirato a "Il bacio del risveglio", quello in grado di riscuotere dal torpore delle coscienze e di promuovere la valorizzazione di un esistenza, artistica, culturale e sociale, dei singoli e della collettività di cui fanno parte.

Il singolo, infatti, è ispirato e dedicato alla città partenopea, quella città delle Sirene da sempre pervasa da unna musica e da un canto capaci di incantare. Lo dice la storia, lo dice il mito e lo dicono i figli di queste terre, abitate da conflitti, da contraddizioni, ma anche da tanta creatività che ha voglia di mettersi e rimettersi in circolo. 

Musica ed immagini viaggeranno alla stessa velocità con l'uscita, in contemporanea, anche del videoclip, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Napoli per mano del Sindaco Luigi De Magistris in persona. Dato che lo scopo di questo progetto made in sud e per il Sud è quello di valorizzarne e farne scoprire le bellezze e la storia, così affascinante ed a volte imprevedibile da mozzare il fiato, il videoclip stato inoltre inserito nel programma del Maggio dei Monumenti e verrà presentato in tre importanti strutture storiche della città. La prima tappa è stata toccato lo scorso 6 maggio.



Ad accompagnare Shara in questo viaggio tra musicva, parole e luoghi incantati, che meritano di essere visitati e riscioperti, la sua band composta da: Pasquale Faggiano alle tastiere, Carlo Fimiani alle chitarre, Enzo Autuori al basso, Davide Cantarella alla batteria ed alle percussioni e le due violiniste Roberta Amirante e Federica Chello.

Ed ora lasciamo spazio alle parole di Shara che ci parla del suo progetto tra musica, immagini e luoghi d'arte.

D. Ci spieghi meglio la ratio di questo progetto che ha le sue radici nel Sud, nei suoi talenti e nelle sue sonorità?

R. La mission, quindi l’intento, di questo progetto è quella di mettere in luce gli aspetti positivi, tutto il buono e, ovviamente, i talenti e le varie espressioni artistiche presenti nei territori del sud. Tutto questo, secondo me, avrebbe potuto raggiungere la sua massima espressione soltanto attraverso un lavoro che avesse messo insieme sia il mondo dei suoni che quello delle immagini col proposito di far vedere e sentire a chi non conosce ancora queste terre meravigliose cosa esse custodiscono.



    D. In che modo la musica potrebbe contribuire a promuovere il riscatto di una terra?

R. La Musica è una forma d’arte i cui differenti generi sono strettamente legati agli abitanti di un determinato territorio. Essa diviene, così, un’espressione culturale che porta in sé tutti i moti e le trasformazioni del tessuto sociale di un popolo. Proprio perché la musica è parte intrinseca del popolo stesso ha la facoltà di divenire voce portatrice di messaggi che incoraggiano chi li ascolta stimolando, così, il cambiamento di uno stato di cose che non vanno.


   D. Il riscatto non può prescindere dal momento della denuncia. In che modo la si potrebbe amplificare, anche attraverso la musica?

R. Sicuramente col coraggio di superare il limite dell’ “omertoso silenzio”… affidando alle parole di un brano ed all'intensità di un’armonia sonora tutto ciò che si vorrebbe tramutare in un cambiamento positivo.


D. Un riscatto che parte dal basso. Come definiresti l'iniziativa di Napoli Underground finalizzata a dare spazio ai giovani talenti in un panorama che spazio, troppo spesso, al già noto e consolidato?

R. Un modo coraggioso di rompere gli schemi, la volontà di credere ed affermare che ci sono tanta arte e musicalità ancora da scoprire nascoste all'ombra del nostro Vesuvio.








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