Adrenoleucodistrofia,
fibrosi cistica, obesità grave e gravissima.
Per alcuni sono parole, spesso astruse e di
difficile comprensione, ma per centinaia di persone sono condizioni con cui
convivere ogni giorno e che impongono tante rinunce: alle possibilità concrete
di scelta, di mobilità, di opportunità relazionali.
Per questo c’è chi cerca di accompagnare queste
persone in un processo progressivo, ma costante, anche se non privo di
difficoltà, di miglioramento possibile della qualità di vita.
Pharmaelle. E’ questo, infatti, il nome di un’azienda
farmaceutica, la cui nuova sede è a Villarbasse
(To), che sin dai suoi albori, nel 2013, si è proiettata con forza e
coraggio nel panorama nazionale, con idee all’insegna dell’innovazione, coniugando due tipi di competenze: quella
chimico-farmaceutica e di gestione manageriale e quella legale.
Il primo passo è quello di creare una squadra di lavoro appassionata e
determinata. Questo vuol dire che, come in un puzzle in cui è necessario, affinché
il disegno sia suggestivo, che tutte le linee e le sfumature di colore
combacino, anche in questa squadra appare fondamentale selezionare le “tessere”
giuste, affinché ogni talento sia
valorizzato e posizionato nel posto più opportuno.
“Questo lavoro di selezione – spiega il Ceo Roberto
Vico – non dev’essere limitato solo alla fase di start up, ma deve seguire
tutte le fasi di sviluppo e di espansione di un’azienda, perché è necessario
continuare ad attrarre talenti. E’ un circuito virtuoso: l’azienda, infatti,
deve credere nelle proprie risorse e le risorse, progressivamente inserite,
devono credere nell’azienda, sposandone operato ed obiettivi di crescita e
sviluppo”.
Parlano, a loro volta, il linguaggio dell’eccellenza
i fornitori scelti e le partnership strette, di calibro sovranazionale. Quella
con la Alpiflor e quella con Vitux, produttrice della matrice
lipidica che, con un’esclusiva internazionale, è protagonista del complesso
vitaminico Effeci Vitadek, nella cosiddetta formulazione jelly, indicato per i pazienti con fibrosi cistica, per
supplementare la loro alimentazione con vitamine liposolubili ad elevata
biodisponibilità. Ed ancora il sostegno all’Associazione
Italiana Adrenoleucodistrofia ed all’universo dei pazienti, attraverso la
fornitura di Aldixyl e di OILife, ma anche il supporto alla
squadra dei Lions Rugby di Bologna
che, attraverso uno sport sano ed affrancato da stringenti logiche di mercato, educano le giovani generazioni, all’importanza
di un corretto stile di vita,
comprese, ad esempio quelle dei bambini e degli adolescenti affetti da fibrosi
cistica, per i quali lo sport è fondamentale, al fine di migliorare le
prestazioni polmonari e cardio-respiratorie, ma anche per favorire l’espulsione
degli accumuli bronchiali.
L’azienda cerca di ottenere il miglior risultato possibile, coniugando l’esigenza del medico di
mantenere un risultato costante nel tempo e quelle dei pazienti di avere il
miglior prodotto possibile in termini di efficacia, nel rispetto dei loro
bisogni e ritmi di vita, con un costo contenuto, sostenibile anche dal Sistema
Sanitario Nazionale.
Arriva così la somministrazione
sublinguale della vitamina B12, destinata a tutti coloro che non riescono
ad assimilarla o hanno scelto di non mangiare più determinati cibi che la contengono.
Una platea ampia, che va dai pazienti bariatrici, sottoposti ad un’operazione
di riduzione dello stomaco, a coloro che hanno optato per un’alimentazione
vegana.
“La somministrazione sublinguale – spiega Diego
Cavrenghi, direttore scientifico Pharmaelle – rispetto a quella iniettiva
intramuscolare, peraltro dolorosa, permette al paziente di rispettare i suoi
ritmi di vita. E’ facile, non invasiva e veloce. In questo modo coloro che non
sono più in grado di assimilare la B12, o coloro che non vogliono assumerla attraverso
alcuni cibi, possono salvaguardare il proprio benessere neurologico”.
Infatti, la mancata assunzione di vitamina B12, a
lungo termine crea scompensi metabolici
e danni neurologici.
Per questo, la formulazione sublinguale, unica sul
mercato, contiene entrambi i metaboliti
attivi: la metilcobalamina e la cianocobalamina, per un effetto completo,
che agisca su tutte le vie metaboliche.
La metilcobalamina, infatti, svolge
un ruolo essenziale nel mantenere livelli adeguati di funzionamento nel sistema
nervoso, immunitario e circolatorio. La adenosilcobalamina, l’altro metabolita
attivo contenuto, invece, nella cianocobalamina, agisce nella sintesi della
mielina e nel metabolismo di lipidi, proteine e grassi.
“La metilcobalamina – ribadisce il direttore
scientifico – contribuisce significativamente alla formazione dei globuli rossi
ed agisce alla radice contro le anemie legate alle carenze di ferro,
permettendo di ripristinarne livelli adeguati in maniera stabile”.
Dato che, parafrasando Shakespeare, è nelle tempeste
che si riconosce il nocchiero e di tempeste, nelle sue varie fasi di espansione, se ne potrebbero incontrare
molte, i vertici traghettano l’azienda attraverso numerose “perturbazioni”,
facendo lavorare insieme variegati talenti e dirigendo il lavoro di squadra
verso gli obiettivi di tutela della salute programmati, in delicato ma
fondamentale equilibrio tra le relazioni interne, che è necessario tutelare, e
quelle esterne, che è necessario coltivare e sviluppare.
Il filosofo d’Holbach
sottolinea come le passioni non vadano soppresse, anzi: è una passione utile
allo sviluppo collettivo della società a metterne in fuga un’altra,
potenzialmente nociva. E’ quello che mira a fare la Pharmaelle, mettendo il
profitto, che permette di avere un bacino di risorse da poter utilizzare in
maniera continua e strutturata, al servizio della qualità di vita dei pazienti.
“Il nostro obiettivo – continua Vico – è la soddisfazione
delle esigenze dell’utente-paziente. Questo è il miglior modo per valorizzare
l’immagine dell’azienda e la sua responsabilità d’impresa. Infatti, un utente-paziente
‘accolto’ e preso in carico si farà portavoce di un passaparola legittimamente
positivo”.
L’azienda farmaceutica Pharmaelle si pone al crocevia tra diversi interessi. Diktat:
non tradire mai il suo impegno etico che
mette al centro il miglioramento della qualità di vita di ogni essere umano,
cercando di trovare il punto d’incontro tra i medici, che sono i suoi primi
interlocutori e che poi dovranno con consapevolezza, sulla base di una più ampia
e profonda conoscenza delle diverse patologie, prescrivere i supporti
farmaceutici ed alimentari più adeguati, ai pazienti. Il trait d’union, dunque,
è un piano terapeutico individualizzato e personalizzato, che metta al centro
dell’attenzione la qualità dell’esistenza del paziente.
“I medici in tal senso – evidenzia Vico – hanno un
ruolo di intermediazione fondamentale perché, avendo un contatto ed un’esperienza
quotidiana con i pazienti ed i loro problemi, possono indicarci le esigenze
fondamentali di questi ultimi. Lo sviluppo chimico del farmaco chiude il
cerchio, ma questa fase di confronto appare d’importanza nevralgica,
nell’intero processo ideativo”.
Un
cammino delicato, com’è delicato lo sguardo rivolto ai pazienti, il ruolo di intermediazione con il
segmento clinico ed il momento in cui, inevitabilmente, bisogna fare i conti
con un contesto produttivo e socio-economico caratterizzato da non poche
difficoltà. Un percorso dove la stella polare è costituita dall'obiettivo di “perseverare nell’eccellenza”,
migliorando il proprio operato, un passo dopo l’altro.
Per maggiori informazioni: www.pharmaelle.com
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