venerdì 11 marzo 2022

Venere Tascabile: al Tram il dramma di un massacro e il conforto di una grande amicizia

 Carmen Pommella torna a calcare le tavole del palco di un teatro dopo 5 anni e lo fa in occasione di una data importante e con il coraggio di interpretare un personaggio scomodo e controverso: Laura Betti.

 


"Il mio - evidenza Carmen - è un ritorno all'insegna di un personaggio scomodo e antipatico".

Le quinte, che la vedranno in scena fino a domenica 13 marzo, sono quelle del teatro Tram di Port'Alba, piccola e ardimentosa realtà cittadina situata nel cuore del centro storico, votata all'arte dello spettacolo, della cordialità e dell'accoglienza, che vanta un palinsesto "pensante" di grande spessore: a livello di temi affrontati, sempre in maniera intellettualmente onesta, di interpretazione e sfide attoriali e di portato emotivo potenzialmente smosso.

Carmen porta in scena un testo scritto e diretto da Antonio D’Avino, dedicato all’artista la cui vita fu segnata indelebilmente dall’incontro con il poeta-scrittore-regista

La narrazione si muove tra il  palcoscenico, dove Laura recita e canta, infilandosi in movenze da "divina" e, a tratti, assumendo un'aria intellettuale, e vita privata. Un retroscena amaro: lei, figlia di una famiglia borghese e benpensante ingabbiata in rigidi pensieri e regole, vittima di una madre algida, fugge a Roma dove, nella casa di via del Babbuino, intreccia amicizie, frequentazioni, relazioni fugaci che spesso si concludono con gravidanze indesiderate e aborti, perchè più hai relazioni di cui ti vanti nei salotti e nei ristoranti, più arriva il lavoro... ma poi, in fondo - si chiede - cos'è, in cosa consiste davvero, questo lavoro che, alla fine, non c'è mai?


 

Mossa da dinamiche relazionali e da ingranaggi che la stritolano e la inducono a conformarsi a quello che fanno tutti, riducendo la sua vita a pura apparenza e abitudine, Laura è disperata, ma mostra una facciata allegra e sfacciata. Prende in giro tutto e tutti; è regina ciarliera dei salotti, dove "graffia"  e "morde" con le sue battute. Sbeffeggia gli uomini mammoni, attaccati alle vesti di una matrona e sempre succubi di una donna, e persino se stessa, definendosi una Venere Tascabile, dal seno piccolo ma morbido al punto giusto, un senino appunto, da poter cacciare dal taschino e utilizzare alla bisogna.

L'incontro con Pierpaolo Pasolini  è quasi uno scontro, perchè lei inizialmente lo provoca, cerca di sedurlo e irretirlo. Schernisce lui e i suoi ragazzi di vita magri e brufolosi. Sfida la sua timidezza, la compostezza e la presunta pensantezza, Nonostante tutto e inesorabilmente, però, lui le cambia la vita... Di più... Pasolini diviene il fulcro stesso della sua esistenza.

 "Lui le chiede - ricorda Carmen - se abbia una coscienza e in lei avviene una vera e propria trasformazione, legata a una presa di consapevolezza. Sono entrambi borghesi, ma ne contestano le idee. La loro è un'amicizia tra caratteri opposti, ma in fondo uguali".

 

 Amica e musa di Pasolini, la Betti fu una donna istintiva, un essere di temperamento, piena di fragilità ma disperatamente vitale e intensa, che scelse fino alla fine di risultare odiosa.

 

Ma, probabilmente, l'incontro con Pasolini pur rivelandole drammaticamente la tragicità della sua vita, offrì a entrambi anche momenti di sollievo dal vivere quotidiano, colmo di ipocrisia, ieri come oggi, di finto cordoglio e di informazioni manipolate affinchè tutto sembri cambiare, mentre in realtà nulla cambia davvero.

 

La celebrazione dei cent'anni dalla sua nascita avviene in maniera indiretta, attraverso la storia di una donna innamorata di lui e delle sue fragilità, come lo furono anche la Callas e la Magnani.


"Volevamo rinfrescare la memoria dei giovani - continua Carmen - . Ma un approccio diretto alla grandezza di Pasolini fa paura. Per comprendere un suo testo è necessario leggerlo almeno 3-4 volte. Lui è il traguardo, ma bisogna passare attraverso vari strati, da Joyce a Dostoevskij".


 Dopo la morte violenta di Pierpaolo, Laura non smise mai di lottare per disvelare la verità. Gli fu fedele e accanto nella morte come nella vita, alleata e conforto durante ben 33 processi.

 

In scena Carmen beve e vomita del vino: con esso ripudia, simbolicamente, le bugie, il finto pietismo, le prove occultate, la vicinanza di chi piange guardandoti negli occhi e ti critica alle spalle o di chi si nasconde nell'ombra, al riparo del consenso sociale.

 

Vomita un liquido vischioso rosso scuro, al pari del sangue vomitato dall'amico durante l'agguato e il massacro subito.


"Non posso dire che io e Laura Betti siamo simili - evidenzia Pommella - ma entrambe abbiamo dovuto affrontare il tema della traformazione corporea. Lei lo dice: ho semplicemente allineato il mio fuori al mio dentro".


 


Un dentro in disfacimento, perchè dopo la morte dell'amico per Laura c'è solo il vuoto e in fondo, forse, il rimpianto più grande fu proprio questo: non essere riuscita a proteggerlo e a salvarlo dalla solitudine che lo perseguitava.



Fino al 13 marzo 2022

VENERE TASCABILE

testo e regia Antonio D’Avino

con Carmen Pommella

aiuto regia Michele Farina

al pianoforte Salvatore Benitozzi

scene e costumi Valeria Malpeso

assistente alla regia Umberto Serra

produzione Musidantea 2.0

 




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