Napoli crea il connubio perfetto tra il sacro ed il profano, tra un afflato religioso e mistico ed una spiritualità squisitamente laica.
Lo fa facendo incontrare la mostra Klimt Experience (l'esposizione è stata inagurata il 20 ottobre scorso e sarà visitabile fino al 3 febbraio 2019) e gli ambienti suggestivi della Basilica dello Spirito Santo nella centralissima via Toledo, ottobre scorso e sarà visitabile fino l meta di cittadini e turisti.
Lo fa con un'esposizione suggestiva, all'insegna di una realtà immersiva ed aumentata, che unisce musica, immagini digitali, oggetti fisici e realtà virtuale.
Lo fa rendendo accessibile e godibile per tutti l'arte e la bellezza, ad incarnare quel concetto di democraticizzazione del bello che ispirò Klimt ed i suoi coevi.
Lo fa facendo incontrare la mostra Klimt Experience (l'esposizione è stata inagurata il 20 ottobre scorso e sarà visitabile fino al 3 febbraio 2019) e gli ambienti suggestivi della Basilica dello Spirito Santo nella centralissima via Toledo, ottobre scorso e sarà visitabile fino l meta di cittadini e turisti.
Lo fa con un'esposizione suggestiva, all'insegna di una realtà immersiva ed aumentata, che unisce musica, immagini digitali, oggetti fisici e realtà virtuale.
Lo fa rendendo accessibile e godibile per tutti l'arte e la bellezza, ad incarnare quel concetto di democraticizzazione del bello che ispirò Klimt ed i suoi coevi.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo immette subito lo spettatore nelle atmosfere che caratterizzano la pittura klimtiana e l'atmosfera del suo tempo.
Lo fa attraverso un'area buia rischiata da giochi di luce e musica che si espandono in sincrono, ad incantare lo spettatore, totalmente immerso, attraverso i vari sensi, nell'arte del pittore viennese.
Sul soffitto, sulle pareti, sul pavimento, vengono proiettati i volti, i corpi, le forme tipiche e simboliche che caratterizzano tale pittura, mentre lo spettatore, adagiato su poltrone e divanetti, può rilassarsi e lasciarsi andare a quest'esperienza sensoriale interattiva ed immersiva.
In una girandola di forme, luci e suoni, si viene catapultati ne “Il Bacio”, “L’Albero della vita”, “Giuditta I”, “Danae”, ed in molte altre opere, meno conosciute, ma pur sempre straordinariamente cariche dell’inimitabile fascino sensuale klimtiano.
Sin dall'area introduttiva didattica ci si rende conto delle due ossessioni che hanno attraversato l'esistenza di Gustav Klimt e che egli ha riverberato nelle sue opere come in mille specchi, casse di risonanza del suo sentire.
Quella per le donne, ritratte discinte, nella voluttà del piacere o nella serena consapevolezza del proprio potere muliebre, arse nella carne dalla passione o quietamente appagate.
"Gustav Klimt - sottolinea Federico Zeri in un suo testo - è affascinato dalla seduzione femminile, che esalta con il preziosismo delle vesti e degli ambienti in un inno alla bellezza. Quale interprete del fasto viennese è un artista stimato e vede riconosciuto il valore della sua pittura”.
La mostra è dunque un inno alle donne, con la loro pelle candida, i visi appuntiti, i capelli ed i peli pubici rossi e provocanti, il piacere dipinto sul viso in maniera ossessiva e devastante.
Le donne, chiave di volta per accedere al mistero del mondo e della natura. Per penetrare nei meandri dell'eros e della passione.
Le donne vere custodi del senso del reale, trait d'union tra varie dimensioni, sacre vestali di eros, sensualità e sessualità.
E' dunque la donna la regina indiscussa della pittura klimtiana, padrona dell'anima del pittore, mentre l'uomo resta sullo sfondo, tutt'al più di spalle.
Ad indicare, sfocato, l'altro polo della relazione, colui con il quale trovare un punto d'incontro ed intraprendere un dialogo è forse possibile, portando a composizione gli opposti.
E' l'uomo, infatti, che, tanto nell'abbraccio quanto nel bacio, cinge a sè, con fare protettivo, la donna.
Sempre, ed anche in questo caso, le ricche vesti assumono un significato simbolico: quella dell'uomo infatti è adornata con simboli a punta ed aguzzi, quella della donna con elementi geometrici circolari, ad indicare le differenze di genere.
Altra ossessione di Klimt è quella per la natura. Una natura che poco ha a che vedere con le esplorazioni cromatiche, con le dissolvenze ed i giochi di luce, con il dinamismo e la ricerca di movimento tipico dell'impressionismo.
Nella natura, dipinta en plein air, su una barca o in un bosco, per poi completare il dipinto nel suo atelier, Klimt parrebbe cercare, invece, la stasi, l'armonia. Componenti in grado, sembrerebbe, attraverso il silenzio, di decodificare il mistero insito nella natura stessa.
"Entusiasmare e meravigliare il pubblico di ogni età, invitandolo ad approfondire la conoscenza dell’uomo e dell’artista, la comprensione e la lettura stilistica delle sue opere attraverso l’esaltazione dei dettagli e della tecnica pittorica: sono questi gli obiettivi dichiarati di Crossmedia Group - società che ha ideato e prodotto il format con la consulenza dello storico dell’arte Sergio Risaliti e l’apporto creativo del regista Stefano Fomasi di Fake Factory - e di Time4Fun, partner organizzativo dell’appuntamento napoletano. L’evento, in collaborazione con le associazioni Medea e Mediterranea, è patrocinato dal Comune di Napoli.
Nella Sala degli specchi poi, è possibile vedersi dispersi e moltiplicati in tanti frammenti, che si incontrano, incrociano ed amalgamano con la materia di cui sono fatti i dipinti klimtiani: i simboli, i corpi, le allegorie, gli sprazzi di natura, la luce riflessa sull'acqua, le verticali degli alberi, il fuoco dei fiori che si accende all'improvviso...
Nella parte conclusiva dell’itinerario, con la “Klimt VR Experience” Il pubblico, grazie ad un’app sviluppata appositamente da Orwell (Milano) per i visori di realtà virtuale Oculus VR, può vivere l'esperienza di unl’immersività che diviene 3D e consente letteralmente di “entrare” dentro a quattro dei quadri più caratterizzanti il grande pittore austriaco.
Spazio, poi, agli abiti di foggia klimtiana, ricchi di colori, simboli, forme e messaggi, realizzati utilizzando le textures disegnate dal pittore stesso per l’atelier della sua compagna, Emilie Flöge.
Il reale ed il virtuale appaiono gemellati in questa mostra. Il loro è un rapporto di continuo scambio ed equilibrio dinamico. Due dimensioni che contribuiscono, senz'ombra di dubbio, a conferire all'arte quella dimensione di eternità che, come suggeriva lo stesso Klimt, le è propria.
Breve Bibliografia:Barbara (2018), L'universo femminile di Gustav Klimt, in: https://www.barbarainwonderlart.com/2013/01/06/luniverso-femminile-di-gustav-klimt/
Corchia Lara (2014), Gustav Klimt e il mondo femminile, in: https://restaurars.altervista.org/gustav-klimt-mondo-femminile/.
Florio Federica (2017), Klimt e le donne dietro i suoi quadri: l’esaltazione della figura femminile, in: http://www.tuttacolpadelleparole.it/curiosita-libri-e-film/gustav-klimt-le-donne-dietro-suoi-quadri/.
Note esplicative alla mostra Klimt Experience
Flied Gottfried, Klimt (Big Art), 2006, Taschen
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