Nel libro Robinson Crusoe, l’autore Daniel Defoe
fa questa considerazione “Tutta la nostra scontentezza per ciò che non
abbiamo mi parve derivare dall'ingratitudine per ciò che abbiamo” , seguita
da un’altra che probabilmente potremmo correlare a quello che stiamo vivendo e
realizzando emotivamente in questa attuale fase di pandemia e in questo stato
di sospensione della nostra condizione spazio-temporale abituale “Noi
non valutiamo mai la realtà della nostra condizione fino al momento in cui ci
viene illustrata da una congiuntura diametralmente opposta, né sappiamo
valutare i beni di cui godiamo fino a quando ci vengono a mancare”.
Vincenzo Cherubino, una sorta di Robinson Crusoe
contemporaneo lo sa bene e se il personaggio protagonista di Cast Away, Chuck Noland, aveva scelto come
compagno di naufragio il pallone Wilson, lui ha la simpatica Orietta Betta, che condivide con lui le giornate sull'Isola che non c'è, un posto isolato in riva al mare dove questo pastore errante, di leopardiana memoria, che rivolge un canto alla luna ed alla sua pallida bellezza, sta trascorrendo la sua quarantena.
A tal proposito, Vincenzo ribadice in più momenti la sua profonda vicinanza a chi soffre ed il dolore per chi non c'è più, ma anche il fatto che questo momento possa diventare un'importante occasione per attuare non solo un più autentico dialogo rivelatore con se stessi ma anche una riflessione sul sistema economico e sociale dominante, per promuovere, con consapevolezza, un'inversione di tendenza.
Un momento in cui si impari a lasciar fluire la vita, a lasciarsene attraversare e ad ascoltare il messaggio che reca in sè, senza temere di rivoluzionare davvero tutto, a partire da se stessi.
A tal proposito, Vincenzo ribadice in più momenti la sua profonda vicinanza a chi soffre ed il dolore per chi non c'è più, ma anche il fatto che questo momento possa diventare un'importante occasione per attuare non solo un più autentico dialogo rivelatore con se stessi ma anche una riflessione sul sistema economico e sociale dominante, per promuovere, con consapevolezza, un'inversione di tendenza.
Un momento in cui si impari a lasciar fluire la vita, a lasciarsene attraversare e ad ascoltare il messaggio che reca in sè, senza temere di rivoluzionare davvero tutto, a partire da se stessi.
Un giorno da rendere
speciale nella sua pienezza, per arricchire se stessi, la consapevolezza di chi
si è di dove si voglia dirigere la vela della propria esistenza e per aiutare
chi è stato meno fortunato di noi nel “terno a lotto” della propria geolocalizzazione
socio-economica.
Proprio per questo ha
intrapreso diversi viaggi per esplorare meglio le strade esteriori ed interne a
se stesso e farle dialogare con quelle di altri popoli, culture e condizioni di
vita.
Un viaggio di due anni quello a Capo Verde, dove, con determinazione e grazie al passaparola attivato
attraverso i social, è riuscito a dar vita ad una catena di solidarietà, senza
l’intermediazione di alcuna associazione, che si è tradotta in nuove scuole,
pozzi, tetti, abitazioni, medicinali, abiti, generi di prima necessità.
“Credo nel lavoro delle
associazioni – spiega - ma credo anche che spesso, giocoforza, non si possa
attendere perché chi chiede il nostro aiuto ha bisogno di una risposta
subitanea. Perché chi ha fame vuole mangiare, che sia anche solo mezzo panino
che si è disposti a condividere con lui,
lungo il cammino, facendo il meglio che si può in quel momento”.
Nel 2016 come riconoscimento del suo impegno a favore della collettività arriva il premio Toti, alla sua prima edizione, per la sezione Viaggi ed
Esplorazioni.
La motivazione del premio è la seguente: <<Per la curiosità, il desiderio di
scoperta e lo spirito di avventura che la animano nei suoi viaggi. Per essere
portatore dei valori fondamentali della solidarietà, della condivisione e della
comunione, che si manifestano in una vita vissuta insieme al prossimo, libera
dai giudizi e dai condizionamenti. Per l’amore per la vita, la tensione alla
gioia profonda, la generosità verso il prossimo ed il superamento di ogni
confine geografico e razziale>>.
Vincenzo, in compagnia del suo fido zaino Magda, non si ferma: altri sette mesi
tra Brasile, Argentina, Paraguay ed Uruguay per conoscere altre strade da
percorrere ed altri popoli.
Il ritorno in Italia è
avvenuto l’estate scorsa, per iniziare subito un nuovo cammino, che si è
snodato temporalmente da agosto a febbraio, dettato dai ritmi e dagli obiettivi
di un amore incondizionato ed incontaminato, come lo è la Natura, che sa
regalare meraviglie in termini di scorci suggestivi e doni a volte inaspettati
ed inattesi.
Un cammino i cui passi si sono mossi al ritmo dei battiti del
cuore, cui, progressivamente si sono uniti altri passi ed altri cuori, con
costanza e tenacia, “in viaggio con Filippo” fino ad arrivare in Tanzania, dove la Ngo Africa
Masterpiece Children, fondata da Stefano Lotumolo e Philipo Laytook, un
guerriero Masai del Nord della Tanzania, ha in progetto di creare un
orfanatrofio per dare un’istruzione dignitosa ai bambini Masai, con un occhio
attento alle bambine, ancora oggi vittime di matrimoni combinati.
I suoi viaggi sono
sempre in ostinata controtendenza e contromano,
e questo spesso li rende più faticosi, ma pieni di vita, allergici a qualsiasi
incasellamento, stereotipo e processo di massificazione.
Vincenzo è
costantemente in ascolto ed alla ricerca di se stesso ed in dialogo autentico
con l’altro da sé.
Un altro da sé di cui Vincenzo vuole affermare la piena dignità,
nella cui storia lui entra in profondità, senza filtri e riserve, senza alcun
tipo di “paracadute”, facendola sua e
lottando per realizzarne sogni ed obiettivi come fosse la propria.
Lui che è un sognatore
mai stanco né sazio di bellezza e gentilezza, sempre pronto a regalare piccoli
oggetti colorati fatti con pietre, conchiglie, legnetti, a chi condivide la sua
strada, ma anche estremamente pragmatico, consapevole che “con un grande perché
il come si trova sempre”, anche a costo di sporcarsi e ferirsi le mani.
Chi voglia, può
scrivere a Vincenzo Cherubino, per gli amici Keru (e sarà un attimo diventare
amici, facendosi contagiare dal suo sorriso e dalla sua voglia di vivere), all’indirizzo
e-mail: vincenzokerubino@libero.it.
Un modo di incontrarsi, per confrontarsi e riconoscersi simili nelle reciproche
ed inevitabili differenze. Un modo bello e lieve per instaurare anche un
dialogo, un flusso di coscienza, con se stessi, portandolo all’esterno e
condividendolo.
Buon percorso!
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