Un piccolo borgo che si snoda tra viuzze e vicoli, sulle cui pareti è possibile ammirare murales, ispirati ai soggetti più disparati, da quelli religiosi, a quelli mitologici. Nettuno agita i mari soffiando i venti. La Vergine abbraccia amorevolmente il suo bambino, le cornucopie portano abbondanza e prolificità.
E poi l'incontro tra il cielo e il mare sotto l'occhio benevolo del sole, le storie di emigrazione, con le valigie di cartone, e di amori tenaci capaci di resistere alla distanza, quella necessaria a trovare lavoro, mitigata dai ricordi, dai sogni e dalle speranze. L'elogio alla musica, all'arte, alla pittura ed al genio umano.
Ed ancora le storie della Francesina, tornata lì perchè senza quei luoghi e quelle persone non ci sta stare, che ha portato con sè la sua bimba. La ragazzina insegue un cane, suo compagno fidato di giochi, mentre i vasi di fiori si animano e cominciano a correre tutt'intorno, più simili a piante carnivore.
O il bacio tra il mare e la luna che si sono donati il cuore. Le storie dei crociati che schiacciano il serpente del male e combattono per la fede, rischiarati dalla luce divina. I girasoli, fragili e tenaci, che inseguono ostinatamente il sole. A sorpresa, poi, tra le viuzze, ecco spuntare delle lezioni di francese vergate sui muri attraverso le immagini. Ed un inno alla forza ed alla libertà femminili, capaci di rompere le catene e squarciare il velo che le opprime: sulla scena irrompe un eroina simile a quelle disegnate da Milo Manara che disvela due intensi occhi di un caldo color castano.
Ma spazio è dato anche agli antichi mestieri, con l'immagine di una vecchina che fila la lana, ed al tempo dell'attesa, con gli anziani del paese che osservano la vita scorrere loro davanti, mentre i più giovani sono affaccendati nel lavoro, una capra allatta il suo piccolo ed un cane riposa nell'ora del meriggio.
Camminando per le viuzze ci si imbatte, poi , nella casa delle memorie, allestita dal sig. Emilio grazie anche all'incitamento ed alla collaborazione di sua moglie Immacolata.
Un luogo che custodisce attrezzi da lavoro come ad esempio zappe e rastrelli di diverse fogge, ognuno adatto a scavare all'interno di diversi tipi di terreno, caratterizzati da gradi differenti di durezza. Ed ancora scalpelli, grattugie, campanacci, pale per cuocere la pizza fritta sul fuoco del camino, campanelli congegnati per chiamare le diverse suore presenti in un convento in base al grado, pipe, mantici, fotografie d'epoca e una sorta di rubrica del telefono ante litteram dalle grandi dimensioni.
Oggetti utili e curiosi che parlano di un'epoca, di usi e costumi e di un mondo che appare, per molti versi, ormai lontano, ma in grado di lasciare al presente ed al futuro una preziosa lezione da non dimenticare.
Il sig. Emilio, alla fine di una visita tra i saperi, i mestieri ed i ricordi, ci mostra orgoglioso una serie di chiodi di varie dimensioni, legati insieme e realizzati in acciaio temprato, un acciaio armonico, capace di sprigionare una serie di melodie che si fondono insieme.
"Mi piacerebbe - dice - creare una stanza della musica".
Una stanza dove i bambini e i ragazzi imparino a riconoscere i diversi suoni ed a perdersi in essi, lontani dai ritmi alienanti, immersi in un passato che ha il sapore di un futuro possibile.
** Le foto dei murales e della casa fiorita sono di Cristiana Carotenuto
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