domenica 24 maggio 2020

Layla di Massimo Piccolo: il lato luminoso dell'oscurità


Il romanzo Layla di Massimo Piccolo edito da Cuzzolin Editore sembrerebbe invitare l’interlocutore ad una lettura a più strati ai quali è possibile accedere attraverso varie porte di ingresso che si affacciano sul suo universo narrativo, equivalenti a altrettante dimensioni parallele di senso e significato.

Come succede per chi accetti la sfida di penetrare negli anfratti oscuri, della propria mente e di quella altrui, è un attimo a sentirsene affascinati, quasi risucchiati, tanto da rendersi presto conto che non siamo noi a decidere quale dimensione preferiamo percorrere, ma è il libro stesso a guidarci, al pari di come farebbe Lilith nelle oscurità e nei meandri dell’inconscio (e, in questo alveo narrativo, tale ruolo potrebbe essere svolto dalla Sposa Vergine o dalla stessa Layla, un personaggio che ha tanto da “essere” ed esistere, nella sua voglia ostinata e disperata di crescere, ed altrettanto da nascondere e da nascondersi).



I protagonisti sono alcuni adolescenti, Gabriel, Sara, Layla e Tommaso/Pisto, che per alcuni di noi, lontani dall’adolescenza ma non ancora genitori, per scelta o per ventura, sono come “sospesi” in una fase temporale “altra” ed estranea , che non ci appartiene, e per questo finisce per avere un sapore agrodolce, perchè troppo lontana nel passato per essere rivissuta, e troppo spostata nel futuro per essere sentita come davvero propria, nel ruolo di genitori di figli in boccio. 

L‘'impressione che si riceve, fin dalle prime battute, è che in questo libro ci sia un continuo interscambio tra normale e paranormale. La normalità, apparentemente quieta, in realtà non lo è mai, e la paranormalità assume quasi una funzione di rassicurazione delle anime inquiete: quelle che, per ventura o per sventura, incrociano i loro passi con quelli dei fantasmi, che, attraverso il tempo e lo spazio, abitano da sempre la Città delle Sirene. Quelli ormai trapassati o legati alla vita da un filo che stenta a spezzarsi, che li imprigiona in una spirale, in un vortice.

Varcando varie porte narrative, da una parte ci troviamo immersi in atmosfere adolescenziali, tra amori nascenti, cocenti gelosie, patti di amicizia e corteggiamenti incrociati, dove ogni personaggio non è appiattito nella monodimensionalità di un'unica caratterizzazione (Sara, ad esempio, è bella e alla moda, ma allo stesso tempo dimostra capacità empatica e angoli fragili, fino a mostrarne alcuni aguzzi e taglienti, quelli della delusione e della rabbia). Dall’altra ci troviamo sbalzati nell’universo stregonesco, tra unguenti, pozioni, scope, giudizi sommari e feroci.



Allo stesso modo i nostri stati d’animo sono soggetti, loro malgrado, a continui sbalzi, di temperatura e di pressione: mentre stiamo sorridendo di fronte alla timidezza di Layla, che comincia a percorrere il tortuoso cammino dell’accettazione propria ed altrui e ad assaporare il gusto della prima birra, così come quello di sentirsi finalmente parte di un gruppo; ecco che ci troviamo quasi terrorizzati rispetto ad un cambio di scena repentino, che ci fa dare una sbirciata dietro le quinte. Da una parte stringiamo un patto solidale con Layla contro il padre-padrone, ma dall’altra veniamo indotti a provare tenerezza per un uomo che sembrerebbe fortemente provato dalla vita e dagli eventi, vittima di una situazione fuori controllo, che appoggia stancamente la testa sulle gambe dell’amica ed aiutante Anna.

Mentre un moto di umana solidarietà cerca quasi di farsi strada in noi, ecco una nuova repentina rivelazione, un cambio inaspettato di scena, che ci rivela un nuovo frammento narrativo ed identitario e con esso l’altro lato della luna, quello più oscuro. 

Perché in Layla niente è come sembra. Attenti, poi, ai particolari apparentemente secondari. Nulla è messo lì a caso... Come effetto collaterale, inoltre, vi ritroverete, vostro malgrado, alla ricerca quasi ossessiva dei segni…

Layla è un dialogo costantemente in bilico tra mondi diversi: tra generi, tra visioni delle cose, tra mondo del sensibile, del fisico e del metafisico, tra psicologia e parapsicologia, tra spinte razionalizzanti e fascino dell'occulto.

In particolare, viene presentato un universo maschile che si relaziona ma a tratti appare quasi scisso da quello femminile. Le vere protagoniste in qualche modo sono sempre e comunque le donne, a partire da Partenope, dal cui corpo seducente, magico, ma marcescente nasce la città. Donne da Layla a Marta (procedendo dalla protagonista ad una mera comparsa), consapevoli di dove vogliono andare, a costo di camminare sull’orlo del precipizio delle loro fragilità ed insicurezze, dei loro vuoti e dei loro lati oscuri e proibiti (o a volte ad essere proibiti sono alcune azioni... altre volte i pensieri). 

Se Layla vuole crescere in maniera quasi disperata e far parte di un gruppo, trovando un cantuccio di affetto, Sara vuole diventare fashion blogger e riposare sulla sicurezza di un amore coinvolgente, ma solido e duraturo. 

Bianca aspira ad essere amata ed accettata ed è disposta a cedere al compromesso per raggiungere questo scopo (ed è l’unica che percepisce il cambiamento d'atmosfera e l’oscura presenza di un fattore anomalo e perturbante, che acquisisce sempre più forza). 

Marta sa chi desidera e non si fa problemi a provare fino in fondo a conquistarlo. La Sposa Vergine è una figura ambigua, con una sua missione, che sa stupire per intrinseca coerenza e per un improvviso sprazzo di struggente umanità. 

Le figure maschili, Gabriel, Pisto, il notaio Alessandro D’Ambrosio, ma anche le numerose comparse (che non si "rivelano" mai a caso), invece, sembrano molto più irresolute, costantemente travolte da insicurezze, bisogno di conferme, innamoramenti da romanticherie e manie di onnipotenza, a cui fanno da contraltare momenti di disperazione e cedimento ed anche irresistibili attrazioni da canto delle sirene, con i relativi pericoli e le insidie celate sotto la superficie.

Attenzione: affezionarsi a Layla è davvero immediato così come trovarsi ad esperire la sensazione di volerla proteggere... Per questo, ma non solo, questo libro provoca una sana dipendenza... E state certi che sulla soglia del finale starete già attendendone il seguito!

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