La voce è un tassello importante dell’identità.
L’idea di non sentirla più nostra, dunque,
non solo ci atterrisce per la percezione, fondata, di un vero attacco frontale
alla nostra struttura identitaria, ma anche perché siamo consapevoli che, se
siamo costretti a fare i conti con questa possibilità, siamo entrati in una
spirale esistenziale delicata e complessa, capace di metterci a dura prova su
più fronti.
In tal senso, appare necessario ed opportuno affidarsi a
figure altamente specializzate che seguiranno ed accompagneranno il paziente
nelle varie fasi, supportandolo, consigliandolo e non facendolo sentire isolato.
Fare i conti con un qualsiasi tipo di protesi esogamica o interna non è
semplice, ma figure esperte di supporto possono aiutare il paziente a
sviluppare un progressivo sentimento di accettazione.
In tal senso, la Campania presenta delle realtà pubbliche di
eccellenza, anche se, secondo quanto riferiscono gli addetti al settore, nella
regione ed in tutta Italia è davvero difficile reperire strutture pubbliche nei
cui team siano all’attivo logopedisti. In prima linea, quale eccellenza, vi è
il reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale del Mare.
Attenzione ai campanelli d’allarme. Se si registrano alterazioni
della voce, afonia o disfonia, fastidi persistenti alla gola, meglio effettuare
una laringoscopia.
Ora passiamo la parola alla dott.ssa Giuseppina Mirra, presidente della Società Italiana Foniatria e
Logopedia (Sifel), che si occupa della riabilitazione di voce e deglutizione
nel paziente oncologico in presenza di tumori della laringe**.
D. Quali sono gli
interventi possibili quando si riceva una diagnosi di carcinoma alla laringe?
R. Quando ci troviamo di fronte a tumori della laringe, diverse sono le opzioni di intervento
riabilitativo che dipendono dallo stadio
del carcinoma e dal tipo di intervento che viene praticato. Infatti, di fronte a un carcinoma laringeo in stadio precoce la riabilitazione è
subordinata al tipo di trattamento che può essere chirurgico, attraverso la
microchirurgia laser, oppure radioterapico.
Il trattamento riabilitativo e gli outcome
vocali sono sicuramente condizionati dall’estensione dell’atto chirurgico e gli
outcome vocali, comunque, dopo
l’intervento e il trattamento soddisfano i criteri di sufficienza per una comunicazione verbale.
I problemi sorgono quando si abbia a che fare con un
carcinoma laringeo in stadio avanzato. In questo caso, si interviene
prevalentemente con la chirurgia e le opzioni chirurgiche possono essere di due
tipi: o viene praticata una laringetomia parziale ricostruttiva o una
liringectomia totale. Il trattamento logopedico riabilitativo, ovviamente, cambierà a seconda dell’intervento chirurgico
effettuato.
Con la laringectomia parziale la chirurgia
preserva parti della laringe e tende a preservare le funzioni legate al
distretto: la funzione fonatoria e quella deglutitoria. Mentre la chirurgia
salva la vita al paziente e salva queste funzioni, la logopedia recupera le
funzioni che sono state preservate e agisce, questa volta, sulla qualità di
vita del pazienti.
Con le laringectomie totali, la chirurgia
rimuove completamente la laringe. Gli indirizzi più attuali prevedono
contestualmente all’atto chirurgico l’applicazione di una protesi
tracheo-esofagea che produce una voce sostitutiva chiaramente non paragonabile a quella
fisiologica, ma assolve anche questa volta la funzione fonatoria e
comunicativa. Il paziente anche in questo caso viene seguito ed accompagnato
dal logopedista.
D. Quali sono le strutture
di riferimento che praticano questo tipo di approccio e questo tipo di
intervento in Campania?
R. E’ una chirurgia
davvero particolare e molto delicata. Un’eccellenza è rappresentata dall’ORL
dell’Ospedale del Mare diretta dal prof. Giuseppe Tortoriello, anche perché il problema
dopo questi interventi, oltre che un a chirurgia che dev’essere di eccellenza,
è il trattamento riabilitativo, perché
se salviamo la vita dobbiamo anche garantire la qualità di vita e purtroppo in
Campania in maniera particolare, ma in tutta Italia, la figura del logopedista
è poco rappresentata nelle strutture pubbliche. In particolare in Campania,
purtroppo, esistono i centri di riabilitazione accreditati con il Servizio
Sanitario Nazionale, ma comunque non ci aiutano con questo tipo di i pazienti,
che sono pazienti complessi e ad alto rischio. Alcuni, dopo la laringectomia
parziale ricostruttiva necessitano di un trattamento speciale per la
deglutizione, perché il cibo può dirigersi verso le vie aeree e causare una
polmonite ab ingestis e la morte del
paziente. Si tratta dunque di un trattamento da effettuare in ospedale con
figure altamente specializzate: purtroppo in Campania ci sono pochi logopedisti
nelle strutture ospedaliere. Quello
che noi facciamo in reparto, oltre che seguirli con trattamento chirurgico e
farli seguire dal logopedista, in questo caso da me, fino a completa
remissione. Sono sempre e costantemente monitorati e questo è un servizio che,
in linea generale, non si trova solitamente in Italia. Io ad esempio,
attualmente sto seguendo pazienti che sono stati operati un anno fa e li
accompagnerò fino a quando non risolvono tutti i problemi: sono pazienti che
hanno le protesi fonatorie, che danno problemi, necessitano di sostituzione.
Noi li accompagniamo costantemente.
D. Quali sono i
campanelli d’allarme che dovrebbero indurci a fare un controllo?
R. I campanelli d’allarme sono tutte le modificazioni della
voce: mutato andamento della voce, episodi di afonia, cali di voce, disfonia
ricorrente, fastidi alla gola che il paziente può presentare, Di fronte a
questa sintomatologia, il paziente deve praticare una laringoscopia a fibre
ottiche e può rivolgersi presso le strutture di foniatria dei policlinici, alla
foniatria dell’Università Luigi Vanvitelli, il servizio di foniatria ed
audiologia che funziona molto bene. In generale, il paziente deve rivolgersi a
un foniatra o a un otorino sul territorio che farà questo esame, e vedrà se ci
sono problemi in tal senso. Basta pagare il ticket: non si tratta di un esame
molto oneroso le liste d’attesa non sono
lunghissime.
D. Quali sono le
conseguenze dell’assenza della voce?
R. Un grosso impatto psicologico sul paziente, perché
sappiamo bene che la voce viene percepita come parte integrante della propria
identità e personalità: il paziente si sente
deprivato di questo aspetto e necessita imprescindibilmente di un
approccio riabilitativo dove il riabilitatore - logopedista si prenda cura
anche di questo aspetto.
** Giuseppina Mirra è presidente della Società Italiana Foniatria e
Logopedia (Sifel), professore a contratto per il corso di laurea in
logopedia dell’Università Vanvitelli, logopedista presso il reparto di
Otorinolaringoiatria (Orl) dell’Ospedale del Mare. Si occupa della riabilitazione
di voce e deglutizione nel paziente oncologico in presenza di tumori della
laringe.
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