Il Tin - Teatro Instabile di Napoli - diretto da Gianni Sallustro, è l'incarnazione del motto che recita che "crederci è potere".
Mette
in scena un programma di spettacoli di elevatissima qualità e riesce a
crescere e a evolvere senza ricorrere a fondi pubblici, grazie
all'impegno quotidiano di uno staff coeso e altamente professionale.
A maggio è stata protagonista La dodicesima notte di William Shakespeare, che segna la conclusione anche della stagione 2023/2024. Questo viaggio si è concluso con un sold out.
Il
pubblico ha dimostrato di apprezzare particolarmente questa nuova
versione della piece shakesperiana, riadattata attraverso la regia di
Gianmarco Cesario.
Si tratta di una commedia degli equivoci e degli
errori, con il classico scambio di persona, ma c'è molto di più: in
maniera avanguardistica, vengono affrontati temi come quello della parte
maschile e di quella femminile insite in ogni persona, gettando le basi
per il riconoscimento dell'identità gender fluid.
"Shakespeare -
evidenzia Cesario - ha affrontato nelle sue opere tutta una vasta gamma
di sentimenti umani e di molti fenomeni sociali come quello che oggi
definiamo femminicidio, che alla sua epoca era conosciuto come
uxoricidio, il patricidio, la violenza, il semitismo e l'antisemitismo,
la bisessualità. Ha dato spazio alle varie espressioni dell'amore, non
perchè avesse una sensibilità particolarmente avvertita rispetto alla
sua epoca, che pure era quella di un'Inghilterra relativamente
libertaria e sopra le righe. Lui si limitava a riportare sulla scena
quello che vedeva succedere socialmente attorno a lui, miscelato con
alcuni frammenti della sua esperienza personale: il matrimonio con una
donna più grande; la morte di un figlio annegato in un fiume; l'amore
improvviso per un giovinetto, seguito dal ritorno dalla moglie".
L'opera,
secondo quanto sottolinea Gianni Sallustro, si ispira ai canoni della
tradizione, in particolare a quelli della commedia dell'arte, con i
suoi tipi fissi - i giovani, i vecchi e gli zanni, cioè il servo astuto e
quello credulone.
I vecchi sono attaccati ai beni materiali e sono
esplosivi e carnali nell'espressione dei loro sentimenti e dei loro
smanie. Al contrario, i giovani sono implosivi,meditativi ed efebici,
nobili nell'aspetto e nell'animo.
I vecchi adottano una recitazione
grottesca e macchiettistica, sopra le righe, mentre i giovani ne hanno
una molto più naturale, lineare, pulita e, in qualche modo
cinematografica.
Sulla scena i giovanissimi attori dell'Accademia vesuviana di teatro e cinema sono bravi ed entusiasti, affiancati da attori di grande
calibro e vis drammatica.
Gianni Sallustro interpreta Malvolio, il primo maggiordomo della casa della contessa Olivia.
Di umili natali, cerca disperatamente di affrancarsi dalla sua
condizione subordinata e sogna un futuro di gloria e ricchezza. Sempre
con la puzza sotto il naso, fustiga i costumi altrui. Il suo interprete,
supportato dal regista, ha voluto conferire al personaggio un'ulteriore
coloritura e profondità, facendogli percorrere una parabola
psicologica. Vittima della sua vanità, che lo fa camminare in bilico tra
amore e follia, una volta scoperto l'inganno, egli perderà ogni
velleità e apparirà un uomo amareggiato, svuotato, deluso, affranto. La
sua minaccia di vendicarsi appare poco convinta, come un'arma spuntata, e
abbandona il palco ignorato da tutti.
Il suo alterego femminile è
Maria, la nutrice di Olivia, interpretata dalla bravissima Nicla
Tirozzi, che esercita verso quest'ultima un ambivalente spirito materno,
fatto di protezione e di un legame simbiotico e controllante.
Se
Malvolio rimane vittima delle sue fantasie di vanagloria, che lo fanno
divenire protagonista di uno spietato inganno messo in atto da Maria e
dal resto della servitù, la donna, alternando "bastone e zuccherino" sa
esercitare un grande potere personale, utilizzato non solo per punire
l'austero maggiordomo, ma anche per farsi sposare da sir Tobia, nobile
dedito al vizio dell'alcol, per nascondere la sua mancanza di coraggio
dietro un'apparenza goliardica.
Gianmarco Cesario, supportato nella
decodifica delle sfumature dell'opera di Shakespeare da Gianni
Sallustro, dona a questa piece un'anima rock, particolarmente moderna,
coraggiosa e all'avanguardia, affrancandola dal rischio della mera
ripetizione della tradizione. La trasporta negli anni ottanta - in in
cui per la prima volta, come spiega il regista, sono caduti i rigidi
steccati distintivi tra i due generi - e la illumina con luci
psichedeliche e costumi colorati e iridescenti, ognuno dei quali,
realizzati da Melissa De Vincenzo, ricorda una popolare icona pop -
rock: da Freddie Mercury a Cindy Lauper, passando per Prince e Loredana
Bertè.
Quando l'inganno è svelato e il mistero soluto, l'amore può
finalmente essere vissuto alla luce del sole e in maniera legittima. Ma
ci sono dei grandi esclusi, che vengono letteralmente abbandonati. Si
tratta di Valentino, la guardia del corpo del duca Orsino, la cui
dedizione va ben oltre il semplice affetto e del comandante Antonio, che
non cela il suo amore per Sebastian. Un sentimento che lo spinge a
tornare in una città nemica e a mettere in pericolo la sua stessa vita.
L'amarezza
è inevitabile ma, come ricorda Feste il folle, la vita è così: giorni
di pioggia, per alcuni, si rivelano giorni di sole e di letizia per
altri.
I giovani salgono sulle spalle di giganti attoriali di lungo
corso, generando un vortice di passione, di allegria e di riflessione
che cattura il pubblico, che li applaude a scena aperta.
I protagonisti
Adattamento e regia: Gianmarco Cesario
Sul palco: Gianni Sallustro, Nicla Tirozzi,
Alessandro Cariello, Davide Cariello, Nancy Pia De Simone, Vincenza
Granato, Luigi Guerra, Noemi Iovino, Domenico Liguori, Carlo Paolo
Sepe,Tommaso Sepe, Salvatore Ciro Tufano, Gennaro Zannelli.
Luci e audio: Marcello Radano
Costumi: Melissa De Vincenzo.
Aiuto regia: Maria Crispo e Lucia Saviano.
Produzione: Talentum production e Accademia
vesuviana del teatro e del cinema di Gianni Sallustro in collaborazione
con il Teatro Instabile Napoli.
Le foto sono state fornite dall’ufficio stampa.