sabato 15 giugno 2024

La mia Ingeborg: le Signore dei libri discutono di relazioni ossessive al Salone del Libro di Napoli

 Oggi, domenica 16 giugno alle 15:00 “Le Signore dei libri” arrivano a “Napoli Città Libro”, Salone del Libro e dell’Editoria di Napoli, in Sala Urania 3.

 


 

 

Durante l’incontro, il gruppo di lettura ideato e organizzato da Imma Malva, titolare della Cartolibromania di Somma Vesuviana e la giornalista Sonia Sodano, direttore del giornale Cultura A Colori, leggerà e commenterà La mia Ingeborg”, libro di Tore Renberg pubblicato da Fazi nella collana “Le strade” e candidato nella cinquina del Premio Strega Europeo 2024.

In programma alxuni interventi tematici, tra i qualu quello della poetessa Irene Mascia e quello della dott.ssa Tania Sabatino, giornalista e sociologa.

IL LIBRO – Il vecchio Tollak è un uomo pieno di contraddizioni: orgoglioso e furioso, giusto e tenero. Ormai vecchio e solo, non fa che imprecare contro il mondo che da tempo, per lui, ha smesso di avere senso. Solo una cosa lo teneva attaccato alla vita: sua moglie Ingeborg, amatissima, scomparsa diversi anni fa. I suoi due figli, ormai adulti, hanno abbandonato la vita desolata della provincia remota dove sono nati, e passano a trovarlo di rado; soltanto Oddo è rimasto con lui: Oddo loscemo, come lo chiamano i vicini, di cui Tollak si prende cura da quando, ancora bambino, è stato abbandonato dalla madre. Tollak insiste affinché sua figlia e suo figlio tornino a casa ancora una volta: ha bisogno di parlare e condividere il suo segreto prima che sia troppo tardi. O meglio, i suoi segreti: le verità che Tollak ha sempre tenuto per sé sono molteplici, e sono una più terribile dell’altra.


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domenica 19 maggio 2024

La dodicesima notte al Tin: il successo di un'anima rock che rievoca gli anni '80


Il Tin - Teatro Instabile di Napoli -  diretto da Gianni Sallustro, è l'incarnazione del motto che recita che "crederci è potere".

Mette in scena un programma di spettacoli di elevatissima qualità e riesce a crescere e a evolvere senza ricorrere a fondi pubblici, grazie  all'impegno quotidiano di uno staff coeso e altamente professionale.
A  maggio è stata protagonista La dodicesima notte di William Shakespeare, che segna la conclusione anche della stagione 2023/2024. Questo viaggio si è concluso con un sold out.
 

 

Il pubblico ha dimostrato di apprezzare particolarmente questa nuova versione della piece shakesperiana, riadattata attraverso la regia di Gianmarco Cesario.

Si tratta di una commedia degli equivoci e degli errori, con il classico scambio di persona, ma c'è molto di più: in maniera avanguardistica, vengono affrontati temi come quello della parte maschile e di quella femminile insite in ogni persona, gettando le basi per il riconoscimento dell'identità gender fluid.
 
"Shakespeare - evidenzia Cesario - ha affrontato nelle sue opere tutta una vasta gamma di sentimenti umani e di molti fenomeni sociali come quello che oggi definiamo femminicidio, che alla sua epoca era conosciuto come uxoricidio, il patricidio, la violenza, il semitismo e l'antisemitismo, la bisessualità. Ha dato spazio alle varie espressioni dell'amore, non perchè avesse una sensibilità particolarmente avvertita rispetto alla sua epoca, che pure era quella di un'Inghilterra relativamente libertaria e sopra le righe. Lui si limitava a riportare sulla scena quello che vedeva succedere socialmente attorno a lui, miscelato con alcuni frammenti della sua esperienza personale: il matrimonio con una donna più grande; la morte di un figlio annegato in un fiume; l'amore improvviso per un giovinetto, seguito dal ritorno dalla moglie".
 

 

L'opera, secondo quanto sottolinea Gianni Sallustro, si ispira ai canoni della tradizione,  in particolare a quelli della commedia dell'arte, con i suoi tipi fissi - i giovani, i vecchi e gli zanni, cioè il servo astuto e quello credulone.

I vecchi sono attaccati ai beni materiali e sono esplosivi e carnali nell'espressione dei loro sentimenti e dei loro smanie. Al contrario,  i giovani sono implosivi,meditativi ed efebici, nobili nell'aspetto e nell'animo.

 

I vecchi adottano una recitazione grottesca e macchiettistica, sopra le righe, mentre i giovani ne hanno una molto più naturale, lineare, pulita e, in qualche modo cinematografica.

Sulla scena i giovanissimi attori dell'Accademia vesuviana di teatro e cinema sono bravi ed entusiasti, affiancati da attori di grande calibro e vis drammatica.
 

 

Gianni Sallustro interpreta Malvolio, il primo maggiordomo della casa della contessa Olivia.

Di umili natali, cerca disperatamente di affrancarsi dalla sua condizione subordinata e sogna un futuro di gloria e ricchezza. Sempre con la puzza sotto il naso, fustiga i costumi altrui. Il suo interprete, supportato dal regista, ha voluto conferire al personaggio un'ulteriore coloritura e profondità, facendogli percorrere una parabola psicologica. Vittima della sua vanità, che lo fa camminare in bilico tra amore e follia, una volta scoperto l'inganno, egli perderà ogni velleità e apparirà un uomo amareggiato, svuotato, deluso, affranto. La sua minaccia di vendicarsi appare poco convinta, come un'arma spuntata, e abbandona il palco ignorato da tutti.
 

 

Il suo alterego femminile è Maria, la nutrice di Olivia, interpretata dalla bravissima Nicla Tirozzi, che esercita verso quest'ultima un ambivalente spirito materno, fatto di protezione e di un legame simbiotico e controllante.

Se Malvolio rimane vittima delle sue fantasie di vanagloria, che lo fanno divenire protagonista di uno spietato inganno messo in atto da Maria e dal resto della servitù, la donna, alternando "bastone e zuccherino" sa esercitare un grande potere personale, utilizzato non solo per punire l'austero maggiordomo, ma anche per farsi sposare da  sir Tobia, nobile dedito al vizio dell'alcol, per nascondere la sua mancanza di coraggio dietro un'apparenza goliardica.
 

 

Gianmarco Cesario, supportato nella decodifica delle sfumature dell'opera di Shakespeare da Gianni Sallustro, dona a questa piece un'anima rock, particolarmente moderna, coraggiosa e all'avanguardia, affrancandola dal rischio della mera ripetizione della tradizione. La trasporta negli anni ottanta - in in cui per la prima volta, come spiega il regista, sono caduti i rigidi steccati distintivi tra i due generi - e la illumina con luci psichedeliche e costumi colorati e iridescenti, ognuno dei quali, realizzati da Melissa De Vincenzo, ricorda una popolare icona pop -  rock: da Freddie Mercury a Cindy Lauper, passando per Prince e Loredana Bertè.
 

 

Quando l'inganno è svelato e il mistero soluto, l'amore può finalmente essere vissuto alla luce del sole e in maniera legittima. Ma ci sono dei grandi esclusi, che vengono letteralmente abbandonati. Si tratta di Valentino, la guardia del corpo del duca Orsino, la cui dedizione va ben oltre il semplice affetto e del comandante Antonio, che non cela il suo amore per Sebastian. Un sentimento che lo spinge a tornare in una città nemica e a mettere in pericolo la sua stessa vita.

L'amarezza è inevitabile ma, come ricorda Feste il folle, la vita è così: giorni di pioggia, per alcuni, si rivelano giorni di sole e di letizia per altri.
 

 

I giovani salgono sulle spalle di giganti attoriali di lungo corso, generando un vortice di passione, di allegria e di riflessione che cattura il pubblico, che li applaude a scena aperta. 

I protagonisti
 

Adattamento e regia: Gianmarco Cesario

Sul palco: Gianni Sallustro, Nicla Tirozzi, Alessandro Cariello, Davide Cariello, Nancy Pia De Simone, Vincenza Granato, Luigi Guerra, Noemi Iovino, Domenico Liguori, Carlo Paolo Sepe,Tommaso Sepe, Salvatore Ciro Tufano, Gennaro Zannelli.

Luci e audio: Marcello Radano

Costumi: Melissa De Vincenzo.

Aiuto regia: Maria Crispo e Lucia Saviano.

Produzione: Talentum production e Accademia vesuviana del teatro e del cinema di Gianni Sallustro in collaborazione con il Teatro Instabile Napoli.

Le foto sono state fornite dall’ufficio stampa.