Con l’arrivo di un clima più mite di meglio che regalarsi la possibilità di scoprire il volto più misterioso del capoluogo partenopeo.
Per i Napoletani un modo per riscoprire tanti luoghi, anche i meno conosciuti, per i turisti un modo per toccarne il cuore pulsante, al di fuori dei luoghi comuni.
A suggerire come fare una serie di libri editi da Intra Moenia, che portano il visitatore temerario a fare la conoscenza di una Napoli segreta abitata da fantasmi, streghe ed alchimisti, capaci di lanciare malocchi e maledizioni, tra storia e superstizioni (www.intramoenia.it)
Incamminandosi tra stradine e vicoletti del centro storico ecco che si arriva a piazza Bellini, con le mura greche ed il complesso di Sant’Antonio delle Monache a Port’Alba. Ed ancora la Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta dov’era custodita una miracolosa pietra che procurava indulgenze e quindi rendeva più breve la strada verso il Paradiso.
Come non chiedere poi una grazia al miracoloso teschio di “Lucia” custodito nelle catacombe della chiesa di S. Maria del Purgatorio ad Arco?
E poi, dalla luce e dai misteri della Napoli “emersa”, si scende giù, tra acquedotti ed antiche cisterne, riconvertiti e divenuti rifugi antiaerei,. E’ la Napoli sotterranea, cui si accede attraverso il varco della chiesa di S. Domenico Maggiore.
Incontro con il mistero del sangue di San Gennaro e con il suo tesoro nel Duomo. Ma l’ingresso nel Duomo partenopeo è anche l’inizio di un viaggio alla scoperta dell’ “Urbs sanguinis” (la città dei Sangui) come fu definita la Città delle Sirene nel 1632 da un osservatore dell’epoca, rimasto attonito da circa tremila reliquie di martiri cristiani gelosamente custodite nel chiuso di conventi e case private.
Impossibile, poi, saltare l’appuntamento con le pennellate materiche ed i chiaroscuri caravaggeschi di cui si ha un suggestivo esempio ne “Le sette opere di Misericordia” al Pio Monte di Misericordia.
Il complesso monumentale di San Lorenzo fa fare al visitatore un balzo indietro di millenni e lo conduce nell’agorà, cioè la piazza dove si trattavano gli affari, greco-romana. Arrivati a San Gregorio Armeno, la celebre strada dei presepi dove è possibile veder spuntare le teste di molti politici e personaggi dello show business, nell’omonimo complesso si possono ammirare, contenute in un reliquiario di notevole pregio, le spoglie di Santa Patrizia. Anche Santa Patrizia, così come S. Gennaro, è venerata per lo scioglimento del sangue, anche se questo miracolo è meno conosciuto.
Fasti, drammi e nobiltà tra piazzetta Nilo, la dimora cinquecentesca di Palazzo Spinelli, cappella San Severo e piazza San Domenico Maggiore, dove si racconta che la bella Maria D’Avalos nelle notti più buie, vaghi ancora alla ricerca del suo amore, Fabrizio Carafa, assieme al quale fu uccisa nelle stanze di palazzo San Severo.
Nell’omonima cappella è poi possibile emozionarsi di fronte al Cristo Velato ed interrogarsi in merito alle alchimie del principe di Sansevero, che lasciò un segno nella nascente chimica con i suoi esperimenti ,di fronte alle macchine anatomiche custodite nella cavea.
Una figura, che ha compiuto 300 anni, che più di altre racchiude e rappresenta i misteri di Napoli terra madre. Una Napoli da non perdere.
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