domenica 2 marzo 2014

Crypta Neapolitana: nuovi misteri da scoprire

Il sottosuolo di Napoli è una scoperta continua... Al di là di quello che è sotto gli occhi di tutti, nel bene e nel male, e che è ubicato alla luce del sole, tanto altro c'è a diversi metri di profondità ed ha storie e possibilità inesplorate da raccontare.

Cunicoli, acquedotti,  vie di congiunzione o di trasporto che corrono nel ventre della terra, i cui usi a volte si alternano, si sovrappongono nel tempo o procedono in parallelo.

Una ricchezza, alcuni frammenti della quale verranno illustrati nella conferenza che si terrà lunedì 3 marzo alle 10.30 presso la Sala del Servizio Didattico del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

I curatori de "L'acquedotto Augusteo parallelo alla Crypta Neapolitana: nuove esplorazioni speloelogiche" sono gli speleologi Graziano Ferrari e Raffaella Lamagna, tra i protagonisti delle recenti scoperte, mentre la resentazione e le conclusioni sono affidate a Giuseppe Vecchio.

Il fulcro dell'incontro, rivolto ad esperti del settore ma anche ad un pubblico trasversale di appassionati e curiosi, è la presentazione dei risultati ottenuti dall’esplorazione della Crypta Neapolitana, un'indagine speleo durata due anni.

Infatti, grazie alle autorizzazioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici partenopea, della Soprintendenza per i Beni Architettonici per Napoli e Provincia e del Servizio Patrimonio Artistico e Beni Culturali del Comune del capoluogo, è stato possibile effettuare uno studio del tratto di Acquedotto Augusteo posto a lato della Crypta, nel quadro di un piano più ampio con l'obiettivo di riaccendere l’attenzione sul tratto flegreo dell’acquedotto antico e di riscoprire cosa di esso sia ancora presente sul territorio. 

Queste ricerche permettono di ottenere informazioni utili per la comprensione del tipo e della densità del popolamento antico dell'area flegrea, oggetto degli attuali studi, e possono contribuire alla valorizzazione di due eccezionali monumenti dell'antichità, che caratterizzano l'area napoletana e flegrea: la Crypta Neapolitana e l'Acquedotto Augusteo di Serino.

Infatti, in quell'area c'era un grande centro termale tra via Terracina, le Terme di Agnano e Bagnoli.

La cavità in questione, secondo quanto spiegano gli esperti,  trafora la collina di Posillipo per la lunghezza di circa 700 metri collegando Piedigrotta a Fuorigrotta.

Nell'antichità era il più importante tunnel di collegamento, per trasportare uomini, mezzi e vettovagliamenti, scavato probabilmente in epoca romana, situato tra l’antica Neapolis ed il grande centro economico-militare di Puteoli, l'attuale Pozzuoli.



La galleria, ribadiscono gli addetti ai lavori,  ha mantenuto la sua funzione di collegamento fino all’inizio del XX secolo quando, a causa di ripetuti dissesti, è stata definitivamente chiusa al traffico. 

Ciò ne ha impedito sia l’impiego infrastrutturale (quale, appunto, via di collegamento com'era in origine) sia la fruizione culturale (come depositaria di storia ed identità territoriale). 

Recentemente sono stati definiti progetti di riqualificazione, restauro e valorizzazione della galleria. 

Ma la Crypta Neapolitana non è l'unica bellezza, peraltro molto funzionale, da disvelare.

 In parallelo ad essa, infatti, corre un tratto dell'acquedotto augusteo.

 L'Acquedotto Augusteo, spiegano gli spelologi artefici delle recenti esplorazioni, era il principale sistema idraulico della Campania romana e trasportava l'acqua delle sorgenti di Serino fino alla Piscina Mirabile di Miseno, rifornendo lungo il percorso le città di Pompei, Nola, Acerra, Napoli, ma soprattutto le strutture termali puteolane e baiane, le installazioni militari e le ville dei notabili romani e degli imperatori. 

Le sorgenti di Serino tuttora forniscono una grande percentuale dell'approvvigionamento idropotabile della città di Napoli.

LE RILEVAZIONI

Sono stati effettuati un rilievo completo della Crypta (durato circa due anni) con tecniche speleologiche ed una livellazione per determinare i rapporti spaziali tra la galleria principale e lo speco dell’acquedotto. 

Sono stati identificati 18 spiragli di accesso all’acquedotto, regolarmente distanziati come prescritto dalla letteratura antica. 

"Gli spiragli ossia gli accessi al controllo dell'acquedotto . spiega Raffaella Lamagna - e delle possibili riparazioni venivano distanziati secondo una regola Pliniana: 120 piedi"

Sono stati presi in considerazione anche studi di tipo naturalistico. 

Secondo quanto rimarcano gli speleologi la cavità è infatti un ambiente a forte ventilazione stagionale con impatto sul chimismo del tufo (un fenomeno ancora tutto da studiare ed approfondire). 

Si intende effettuare lo studio delle incrostazioni calcaree lasciate dal passaggio dell’acqua di Serino, dalla composizione particolarmente calcarea, durante il periodo di funzionamento dell’acquedotto. 



Lo studio delle concrezioni, cioè adell'accumulo di sostanze, in cerchi concentrici, depositate dall'acqua permette la datazione del periodo di deposizione.

La Crypta, galleria principale, è lunga circa 700 metri e va da Mergellina a Fuorigrotta. 

E' perfettamente diritta ed i due ingressi sono visibili l'uno dallaltro, in maniera speculare. 

Con i numerosi restauri in età antica e moderna è stata modificata non solo la volta ma anche il livello iniziale del pavimento per cui la galleria ha una pendenza in salita da Mergellina a Fuorigrotta.

La ricerca è stata possibile grazie alla collaborazione di speleologi che insieme agli autori hanno messo a disposizione, a titolo gratuito, la loro professionalità per lo studio ed la conoscenza di un luogo tanto celebre nell'antichità quanto poco conosciuto attualmente (Berardino Bocchino, Rossana d’Arienzo, Ivana Guidone, Elena Rognoni, Rosario Varriale).





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