Mentre ci si dibatte tra destra, sinistra e un centro ondivago, alla ricerca di un equilibrio "dinamico", forse instabile, ma qualcuno spera possibile, o ci si appella alla necessità di nuove elezioni improrogabili, al grido di "Si voti chi può", c'è chi la soluzione sembrerebbe averla già trovata.
Si tratta di Saverio Raimondo, stand up comedian, che individua una nuova alleanza partitica possibile, in grado di sfondare il tetto del sospirato 40%, , tra depressi e ansiosi. Uniti dal fil rouge del catastrofismo, le loro paure sono complementari.
Gli ansiosi infatti, non vogliono intraprendere nessuna azione, come ricorda il comico, per paura che tutto possa finire. I depressi, invece, ritengono che nessuna azione possa essere ormai utile e salvifica perchè tutto è ormai inesorabilmente avviato alla fine.
Ne viene fuori, secondo l'autore di Stiamo calmi. Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare l'ansia, edito da Feltrinelli, un mondo non più spaventoso, bensì spaventato, dove l'ansia, forse, permetterà di rendere tutto più sicuro, tenendolo sotto ferreo controllo.
Ed ecco, dunque emergere la vera natura, l'autentica cifra stilistica, dell'ansia che, lungi dall'essere un freno alla vita ed alla vitalità umana, è invece il vero motore del progresso, il centro propulsore dello sviluppo umano.
Lo sa bene lo stesso Raimondo, in qualità non solo di depresso di lungo corso. ma anche di erede di una folta genia di ansiosi.
Un lignaggio che lui espone con orgoglio, dato che ha , come lui spiega in questo sagace testo, illustri e geniali rappresentanti storici.
Da Cristoforo Colombo, che stressa e mette l'ansia a tutti per trovare i modi ed i mezzi idonei a partire alla scoperta di quelle che lui crede essere Le Indie, per poi stressare nuovamente chiunque gli capiti a tiro, onde riuscire a ritornare "in tempo" (ma in realtà si tratta di un uno pseudo.ansioso, perchè un vero ansioso probabilmente non sarebbe mai partito); a Leonardo Da Vinci, che avrebbe inventato la maggior parte degli strumenti, che hanno poi rivoluzionato la storia dell'umanità, spinto solo dall'ansia.
A chi accusa gli ansiosi di essere la causa dell'ascesa al potere di Trump, in terra nordamericana, prontamente Saverio Raimondi, argutamente ed acutamente, ribatte che, come memento storico, è bene rimarcare la differenza tra un ansioso ed un nazista: "Il nazista - sottolinea - è quello che apre il gas. L'ansioso è quello che lo chiude! Non solo: si sveglia e va a controllare numerose volte durante la notte, per sincerarsi che il nazista, a sua insaputa, non l'abbia riaperto!"
Come ribadisce l'autore ciò che distingue la paura dall'ansia è una sottile ma tenace linea rossa, che gioca a dadi con il senso di realtà.
La paura, infatti, è quel sentimento realistico di allarme ed angoscia che ci prende quando un'auto sta per investirci. L'ansia, invece, sembrerebbe essere quel malessere sottile, che si insinua in noi e cresce esponenzialmente, facendoci sudare freddo, quando veniamo presi dal timore che, pur attraversando sulle strisce pedonali, un'auto accidentalmente, o per negligenza, possa arrivare all'improvviso ed investirci. Il bello è che non siamo in procinto di attraversare nessuna strada!
Ma c'è di più. Raimondi, infatti, propone un glossario di parole, rivisitate in base al gergo tipico dell'ansia. Ne nasce un mix di definizioni esilaranti, che hanno come magico effetto apotropaico, quello di sciogliere i nodi allo stomaco e "smitizzare" quella sorta di totem che è appunto l'ansia.
La presentazione del libro, che ha visto come location partenopea proprio la Feltrinelli di Santa Caterina a Chiaia (la prossima è in programma a Firenze il 18 maggio alle ore 21.00 nella sala del Caffè letterario Le Murate in piazza delle Murate), diviene così una sorta di spettacolo godibilissimo, in cui l'autore è il moderatore (nell'appuntamento partenopeo è toccato a Stefano Pisani autore televisivo e giornalista scientifico) esplorano i vari volti di questo malessere "umano troppo umano".
Capita così che, in una sera primaverile, mentre si è appena finito di fare l'amore e un venticello fresco entra dalla finestra, accarezzando le schiene nude dei due amanti, lei, dolcemente, sussurri al suo partner, che giace ebbro di emozioni tra le lenzuola, "Ti amo" e lui comprenda, per una sorta di legge del contrappasso, "Biopsia".
Ma niente paura... Come si potrebbe dire, parafrasando Truffaut "Non drammatizziamo... E' solo questione di ansia!"
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