venerdì 4 maggio 2018

Stiamo calmi: Saverio Raimondo illustra il suo vademecum per fare amicizia con l'ansia

Mentre ci si dibatte tra destra, sinistra e un centro ondivago, alla ricerca di  un equilibrio "dinamico", forse instabile, ma qualcuno spera possibile, o  ci si appella alla necessità di nuove elezioni improrogabili, al grido  di "Si voti chi può", c'è chi la soluzione sembrerebbe averla già trovata.

Si tratta di Saverio Raimondo, stand up comedian,  che individua  una nuova alleanza  partitica  possibile, in grado di sfondare il tetto del sospirato 40%, , tra depressi e  ansiosi. Uniti dal fil rouge del catastrofismo, le loro paure sono complementari.


Gli ansiosi infatti, non vogliono intraprendere nessuna azione, come ricorda il comico, per  paura che tutto possa finire. I depressi, invece, ritengono che  nessuna azione possa essere ormai  utile e salvifica perchè tutto è ormai inesorabilmente avviato alla fine.

Ne viene fuori,  secondo l'autore di Stiamo calmi. Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare l'ansia, edito da Feltrinelli, un mondo  non più spaventoso, bensì spaventato, dove l'ansia, forse, permetterà  di rendere tutto più sicuro, tenendolo sotto ferreo controllo.

Ed ecco, dunque emergere la vera natura, l'autentica cifra stilistica, dell'ansia che, lungi dall'essere un freno alla vita ed alla vitalità umana, è invece il vero motore del progresso, il centro propulsore dello sviluppo umano.

Lo sa bene lo stesso Raimondo, in qualità non solo di depresso di lungo corso. ma anche di erede di una folta genia di ansiosi.


Un lignaggio che lui espone con orgoglio, dato che ha , come lui spiega in questo sagace testo, illustri e geniali rappresentanti storici.

Da Cristoforo Colombo,  che stressa e mette l'ansia a tutti per trovare i modi ed i mezzi idonei a partire alla scoperta di quelle che lui crede essere Le Indie, per poi stressare nuovamente chiunque gli capiti a tiro, onde riuscire a ritornare "in tempo" (ma in realtà si tratta di  un  uno pseudo.ansioso, perchè un vero ansioso probabilmente non sarebbe mai partito);  a Leonardo Da Vinci, che avrebbe inventato la maggior parte  degli strumenti, che  hanno poi rivoluzionato la storia dell'umanità, spinto solo dall'ansia.

A  chi accusa gli ansiosi di essere la causa dell'ascesa al potere di Trump, in terra nordamericana, prontamente Saverio  Raimondi, argutamente ed  acutamente, ribatte che, come memento storico,  è bene rimarcare la  differenza tra un ansioso ed un nazista: "Il nazista -  sottolinea - è  quello che apre il gas. L'ansioso  è  quello che  lo chiude!  Non solo: si sveglia e va a controllare numerose volte durante la notte, per sincerarsi che il nazista, a sua insaputa, non l'abbia riaperto!"

Come ribadisce l'autore ciò che distingue la  paura  dall'ansia  è una sottile  ma tenace linea rossa, che gioca a dadi con il  senso di  realtà.

La paura, infatti, è quel sentimento realistico di allarme ed angoscia che ci prende quando un'auto sta per investirci. L'ansia, invece, sembrerebbe essere quel malessere sottile, che si insinua in noi e cresce esponenzialmente, facendoci sudare freddo, quando veniamo presi dal timore che, pur attraversando sulle strisce pedonali, un'auto accidentalmente, o per negligenza, possa arrivare all'improvviso ed investirci. Il bello è che non siamo in  procinto  di  attraversare nessuna strada!




Ma c'è di più. Raimondi, infatti, propone un glossario di parole, rivisitate in  base al gergo tipico dell'ansia. Ne  nasce  un mix  di  definizioni  esilaranti,  che  hanno come magico  effetto  apotropaico,  quello di sciogliere  i nodi allo  stomaco e "smitizzare" quella sorta di totem che è appunto l'ansia.

La presentazione del libro, che ha visto come location partenopea proprio la Feltrinelli di Santa Caterina a Chiaia (la prossima è in programma a Firenze il 18 maggio alle ore 21.00  nella sala del Caffè letterario Le Murate in piazza delle Murate), diviene così una sorta di spettacolo godibilissimo, in cui l'autore è il moderatore (nell'appuntamento partenopeo è toccato a Stefano Pisani autore televisivo e giornalista scientifico) esplorano i  vari volti  di questo malessere "umano troppo  umano".




Capita così che, in una sera  primaverile,  mentre  si  è appena finito di fare l'amore  e un venticello fresco entra dalla finestra, accarezzando le schiene nude dei due amanti, lei, dolcemente, sussurri al suo partner, che giace ebbro di emozioni tra le lenzuola, "Ti amo" e lui comprenda, per una sorta di legge del contrappasso, "Biopsia".

Ma niente paura... Come si potrebbe dire, parafrasando Truffaut "Non drammatizziamo... E' solo questione di ansia!"

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