martedì 4 febbraio 2020

Cipajo: dall'unione di panino e pizza nasce Momò, un'esplosione di gusto e qualità

Cipajo, ossia un mix di cibo, passione e gioventù.

Il nome nasce da un centro giovanile di aggregazione spagnolo, intercettato durante un viaggio da un gruppo di amici.

Un'avventura imprenditoriale e gastronomica partita nel 2016 da Giugliano, come racconta Emanuele Bifaro, con una burgeria, girarrosto e birreria ed approdata da circa un anno nel quartiere partenopeo di Fuorigrotta (via Morosini, 44), passando per Frattamaggiore.

Comun denominatore: la voglia di crescere, sperimentando e facendo.






Nuovo nato in casa Cipajo è il panino Momò.

Un panino che vien subito da mangiarlo... capace di sedurre ed ingolosire al primo sguardo, subito subito... e poi un morso tira l'altro.

Mo' mo': perchè subitaneo è il desiderio e la curiosità di assaggiarlo.

Un panino nato dall'alleanza con Gaetano Genovesi, uno dei pizzaioli più famosi d'Italia.

L’intuizione di legare le due realtà del gusto è venuta a Stefano Siviero, giovane creativo che sviluppa idee e contenuti per il web. 




"Mi sono chiesto - racconta - cosa potesse unire l'universo del panino e quello della pizza. Innanzi tutto la base dell'impasto: acqua e farina. Il leitmotiv Momo' è nato pensando al trat d'union tra l'universo social e quello del buon cibo. Sui social si condivide, cercando di postare contenuti prima degli altri. La tavola è un posto dove si condivide buon cibo, uno spazio di aggregazione".

E se davvero le cose che si mettono in tavola fanno leccare baffi e dita, ecco che tutti fanno le corse per arrivare prima degli altri ed accaparrarsi una golosità da gustare subito, mo' mo'.

Una sfida vinta grazie anche a talento e dedizione: al bando qualsiasi forma di improvvisazione. 



Intatta però è la voglia di fare qualcosa insieme, di non procrastinare, di mettere  le idee a frutto e le mani in pasta.

"Le cose belle nascono per caso - ribadisce lo chef  Pasquale Rinaldo -. Ci siamo scritti per più di una notte. Volevamo creare qualcosa che valorizzasse pienamente il km 0 e le eccellenze territoriali, proponendo collaborazioni con i marchi del luogo".

L'ultimo nato ha un bun di pomodori secchi, emblema della Campania Felix, in superficie una manciata di semi di quattro tipi: papavero, lino, quinoa e sesamo che, con il loro sapore, a tutto benessere, giocano con il palato e danno una sensazione di croccantezza. 

All'interno sfoglie di provolone del Monaco, un formaggio dal gusto intenso e caratterizzante. Il cuore è costituito da una cheese steak di maialino nero casertano, in cbt, un particolare tipo di cottura a bassa temperatura, atta a preservarne la morbidezza , che dialoga con la croccantezza della provola affumicata dei Monti Lattari, impanata e fritta, il tutto adagiato su un purea di zucca stufata, arricchita con una fogliolina di mentuccia fresca.



Ad accompagnare questo gustoso panino delle chips di patate, rese ancora più stuzzicanti dall'aroma di pepe e limone ed un tris di bon bon, il triseduco: una polpettina classica al sugo fatta con carne macinata, una fatta con carne di pollo sfilacciata, cotta a legna in salsa barbecue, adagiata su crema di pesto, ed una di tracchia ottenuta sempre con cottura a legna.




Per completare questo gustoso menu un finger di panettone di Capri dello chef Pasquale Rinaldo.



Ad innaffiare il tutto una vasta gamma di vini, tra rossi e bianchi, e birre, equamente ripartite tra artigianali e alla spina. 

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