Debutterà a Natale, il 25 dicembre, il musical Actor Dei, di cui è protagonista e co-autore Attilio Fontana. Ultima replica prevista per l'Epifania, il 6 gennaio.
L'attore di Dio, Padre Pio, come è stato definito dal suo più grande bibliografo e custode della memoria, è un santo che dal popolo del Sud viene più concepito come un "supereroe" con tanto cuore.
Le quinte ed il palcoscenico sono quelli del Trianon Viviani, dato che appare giusto portarlo "nei posti vicini al cuore". Dunque, empaticamente, in un quartiere popolare e nel teatro del popolo.
"Si tratta - racconta Fontana - di una storia delicata e bellissima e non vi è un posto migliore di Napoli in cui raccontarla. Infatti, si tratta di un musical mediterraneo, pregno di tradizioni nostrane, che dà voce a tutto il popolo del Sud e lo rende protagonista. Un popolo dal sangue caldo, animato da una passione che si autoalimenta. Una versione francescana della storia, che merita di essere vista, dove ci si diverte anche e che è raccontata con gli occhi del popolo del Sud".
Lo spettacolo è stato ideato dall’attore e cantautore Attilio Fontana, qui impegnato non solo nel ruolo del protagonista, ma anche nella direzione musicale e nella scrittura dei testi con Mariagrazia Fontana, Francesco Ventura, Antonio Carluccio, Michela Andreozzi e Federico Capranica.
Perchè questo titolo, Actor Dei? Perchè a Padre Pio è assegnato l'arduo compito di interpretare la croce e di incarnare il ruolo di Cristo.
"Ci ha fatto molto piacere accogliere questo spettacolo - evidenzia Giovanni Pinto, presidente della fondazione Trianon Viviani - , mai rappresentato a Napoli e reduce dal successo al Teatro Quirino di Roma. Dato il tema ci è sembrato giusto coinvolgere le istituzioni ecclesiastiche, le parrocchie , le associazioni dei giovani cattolici, quali realtà in rete".
Fontana, che ha appena pubblicato l’ultimo singolo Gesù (L’ultimo comunista),
con Actor Dei propone un percorso poetico in musica e danza di alcuni
momenti della vita del santo, al secolo Francesco Forgione, nato a
Pietrelcina nel 1887 e morto a San Giovanni Rotondo nel 1968, un uomo
semplice e coraggioso continuamente provato da pene fisiche e
spirituali, spinto dalla volontà di sollevare il genere umano dalle
sofferenze.
"Questo anno mi ha visto protagonista - dice Fontana -. di molti momenti di musica e spettacolo improntati alla spiritualità. Un messaggio forse che è necessario decodifichi ed interpreti. Questo lavoro musicale è stato realizzato con Ivan Granatino, mischiando gli stili, dato che lui è interprete dell'urban, della quotidianità urbana. Cristo si occupa e si preoccupa dell'altro, di colui che subisce il peccato capitale. Cristo è come un pugile che arriva al dodicesimo round, richiamadoci al rispetto dell'etica"
Con musiche che spaziano dal sacro al tradizionale della pizzica salentina e al pop,
coreografate da Orazio Caiti, l’opera ci restituisce così la giovinezza
di Padre Pio, dall’infanzia al miracolo delle stimmate; quindi la sua
maturazione spirituale a San Giovanni Rotondo fino alla morte della
madre; per arrivare al racconto delle mille traversie per la creazione
della Casa sollievo della Sofferenza.
"Nel cast - mette in rilievo Fontana - vi sono 40 ragazzi, scelti tra 1000. Si tratta di ragazzi partenopei, pugliesi, siciliani. Volevamo dare vita ad un'opera bella, pensata afffinchè non fosse destinata solo ad un pbblico prettamente cattolico e strutturata in maniera tale da rimanere nel tempo. E' permeata da melodie partenopee ed arricchita da tarante che esplodono, a descrivere il percorso di un uomo, costellato da mille tempeste e conflitti".
Secondo le parole dell'attore e co-autore viene raccontata una storia che ci appartiene e lo si fa attraverso l'entusiasmo dei giovani .
"C'è bisogno di semplificazione - evidenzia - che passi attraverso i linguaggi della musica e del teatro e che i simboli della spiritualità vengano riportati ai giovani onde attivare un processo di umanizzazione. Nessuno sta più attento agli ultimi. Se una persona è in difficoltà spesso non la si aiuta, ma ci si fa un selfie, inquadrandola".
Uno spettacolo coinvolgente con videoimmagini scenografiche, animato
da una compagnia composta da una trentina di attori, cantanti e
ballerini, per la regia e le scene di Bruno Garofalo.
"Padre Pio - evidenzia Fontana - è un uomo del Sud che con il Sud condivide tante difficoltà, problemi e affanni. Ciononostante a questa terra ha dato tantissimo ed è stato ripagato dall'affetto di un popolo, fino ad essere consacrato. Questo musical ha una cifra stilistico-interpretativa connotata da un peculiare erotismo drammaturgico, dove il pubblico religioso incontra quello del teatro. La sua storia è un cristallo da maneggiare con delicatezza e prudenza, onde evitare le accuse di strumentalizzazione".
Actor Dei è stato allestito da Rosario Imparato per Immaginando produzioni, con l’organizzazione di Mario Minopoli.
Il vocal coach della compagnia è Maria Grazia Fontana.
I costumi sono firmati da Maria Grazia Nicotra e le videoimmagini
scenografiche sono curate da Claudio Garofalo. Regista assistente
Gennaro Monti.
Parte degli incassi dello spettacolo verranno devoluti all'ospedale fondato con tanti sacrifici da Padre Pio stesso, Casa Sollievo dalla Sofferenza, che assiste 3200 persone.
L'altra "locomotiva" dello spettacolo è l'antagonista di Pio, il diavolo, interpretato da Lello Giulivo, definito dall'attore come un burattinaio del male, che riesce ad essere tante cose: un guascone impertinente, un comico, un cattivo. A lui spetta il compito di essere di contrappunto al personaggio buono.
"Si tratta di un ruolo stimolante dal punto di vista attoriale e professionale - rivela Giuliano -. I cattivi devono essere distanti da qualsiasi possibilità di commozione ed amorfi".
Un musical che secondo Gennaro Monti, assistente alla regia, nasce da un incontro all'insegna del coraggio: di raccontare Padre Pio, come uomo e come santo, di crederci fino in fondo, di esserci. Un lavoro che si dipana tra musica e parole, ospitato da un teatro coraggioso, fatto da persone coraggiose.
Un'opera popolare e "popolata", complessa tecnicamente che smentisce "coloro che dicono che a Napoli si fanno le cose in maniera approssimativa. Invece in quest'opera c'è il cuore napoletano ed al contempo tanto impegno, disciplina, decisione, determinazione e tecnica".
"Bruno Garofalo - continua Monti - coordina la parte attoriale e l'allestimento. Mette questa storia in una tavolozza bianca ed immacolata, come l'animo del protagonista, e mano mano la tinge con i vari colori dell'animo umano, incarnati dai co-protagonisti e dagli antagonisti".
LE MUSICHE
Secondo le parole di Fontana si tratta di un'opera da "mangiare come un cioccolatino buono". Le melodie nascono dal lavoro di squadra di cinque professionisti. L'arrangiatore è Federico Capranica.
"Musicalmente - racconta Fontana - è un lavoro che ti apre il cuore. Si tratta di un musical esportabile, capace di conquistare anche l'estero. Già il Canada ce lo richiede. Un progetto ambizioso, mediterraneo, animato da musiche napoletane, ma che sa anche di taranta. Con un'ouverture ed una trama musicale che richiamano un'opera".
Un musical che, secondo i protagonisti, anche gli agnostici ameranno, per la forza del personaggio e di un popolo raccontato in maniera sincera ed onesta.
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