venerdì 13 dicembre 2019

Cyrano al Teatro Augusteo: un amore, dall'anima mediterranea, che sfida il tempo e le apparenze


Se avete voglia di poesia e di romanticismo, non quello “zuccherino”, ma quello vero, che nasce dal conflitto tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere, tra la vita sognata e quella vissuta, non vi resta che correre al Teatro Augusteo (fino a domenica 15 dicembre 2019) per immergervi in un altro tempo che, a ben vedere, si rivela sempre attuale o che comunque svela quella voglia di unicità che mal si concilia con questi tempi troppo veloci e che hanno trovato nell’intercambiabilità, degli oggetti così come delle persone, la loro nota (stonata) caratteristica.



 Un romanticismo che mescola sapientemente prosa, poesia, canzoni, musica e ballo, che si rincorrono e si passano armoniosamente il testimone, come nella più virtuosa delle staffette, che parla il linguaggio dei sentimenti, delle emozioni autentiche, delle sfide al perbenismo di facciata,  a colpi di ironia sagace, del contrasto sempiterno tra chi ha scelto di vivere nel compromesso più becero o forse è la sua vigliaccheria, serva del finto moralismo al servizio del mantenimento dello status quo ad aver scelto per lui, e chi, invece, agisce, come ci ricorda il filosofo Aldo Masullo, all’insegna dell’etica.

Di questi fa parte un certo spadaccino, che ha il coraggio di sollevare il velo su problemi scomodi, di affrontare a viso aperto chi prevarica gli altri e di cercare di guardare i fatti, anche e soprattutto quelli propri di un’epoca, da una prospettiva diversa trovando possibili soluzioni che nessuno, per cecità, comodità, incapacità o mera viltà, ha avuto mai l’ardire di intraprendere.



Dalle mie parole forse avreste intuito di chi si stia parlando: si tratta di di Cyrano (de Bergerac) che, affidando il proprio messaggio alla commedia musicale di Riccardo Pazzaglia, ispirata al testo di E. Rostand, torna a calcare le tavole di un palcoscenico.

Di un eroe che appartiene ad un tempo storico ben preciso, ma è al contempo senza tempo, la cui spada, le cui parole, la cui filosofia, sfidano le epoche, eternandosi.

Cyrano de Bergerac è eroe ed antieroe insieme, perché sfida, con il suo naso lungo, le fattezze che l’eroe classico ed armonioso dovrebbe possedere. E’ filosofo, spadaccino, poeta, ma al contempo rifugge qualsiasi classificazione, allergico a regole rigide. Non vuole assecondare né compiacere in nome dell’interesse.

Se poesia o prosa, filosofia o arte della spada dev’essere, allora che sia vera e sentita, figlia delle muse e non serva di padroni, che non assuma la forma di una pessima imitazione che  a questi divinità delle arti fa offesa . Se così fosse, meglio liquidare l’attore in malo modo e rimborsare di tasca propria  gli astanti, anche se così, si rischia di rimanere poveri in canna.

“Si tratta – evidenzia Gennaro Cannavacciuolo , che interpreta proprio l’abile spadaccino dal cuore di poeta e filosofo – di un’opera universale piena di emozioni e di amore. Una storia dall’anima mediterranea, accompagnata da musiche meravigliose”.


Un po’ capopopolo dei marginali un po’ Pulcinella, in grado di fare sberleffi , ma con stile indiscusso e saggezza, questo Cyrano aspira ad essere libero, quella libertà cui anelavano i pensatori controcorrente dell’epoca quando guardavano ai popoli selvaggi extraeuropei con ammirazione, come ad un modello da imitare. 

E qui la commedia teatrale si fonde con la vita vera perché  Savinien de Cyrano de Bergerac  fu personaggio storico, autore, tra le altre opere, di un trattato di fisica, stregato, come il suo alterego, dalla bellezza e dai misteri della luna. 

Savinien de Cyrano de Bergerac , come quei pensatori, ricercava in quei popoli, in maniera inconsciamente proiettiva, l’esistenza e la possibilità di uno spazio di reale libertà, scevra dai vincoli, dalle restrizioni e dalle convenzioni della vita delle città e delle corti. Una libertà totale, avulsa dai legacci della tradizione, in nome di un concetto di natura e di naturalità, che non implicasse né l’idea del peccato né quella coattiva della legge[1]

Chi sono i marginali in questa storia? Sono coloro che hanno idee avanguardiste ma che sono ancora detentori di scarso potere.

Le donne come Rossana, che ha scelto di cambiare il suo nome rispetto a quello originario,  in nome della possibilità di scegliere liberamente per se stessa e di essere artefice del proprio destino, interpretata da un’affascinante e caustica Cosima Coppola.


Donne  che scelgono la filosofia, la scienza, la poesia, il pensiero critico, al posto di un rassicurante matrimonio voluto e imposto dalla tradizione.

Ma anche gli ubriachi, che hanno il coraggio di inventare canzoni, satiriche e sboccacciate,  in cui vengono sbugiardate le voglie e gli intrighi orditi dai signori ai danni delle altrui vite. I barbieri-cerusici che hanno il compito di cercare di donare la bellezza anche a costo di dire qualche bugia ben confezionata, ma poi sanno rivelarsi anche saggi compagni d’avventura e di sventura.



A ben vedere Rossana e Cyrano nella loro voglia di scegliere chi essere, e di farlo ad ogni costo, sono le due facce di una stessa medaglia. Rossana vuole liberarsi dalle stecche (metaforiche) di un corsetto troppo stretto e scegliere in nome della passione, dell’amore e non del compromesso e della convenzione. 

Cyrano vuole affrancarsi dai legacci di un pensiero limitante, ma anche di un aspetto, che pur difendendo strenuamente dalle offese e dalle prese in giro, egli non riconosce in linea con la profondità e con la delicatezza della sua anima. 



Quell’anima che guarda sempre con ammirazione verso la luna, quale fonte di bellezza, armonia, ispiratrice di poesia e scienza insieme.

Solo che Rossana non ha ancora compiuto fino in fondo il suo percorso di maturazione esistenziale e di presa di consapevolezza: per lei l’amore e l’intelligenza devono incarnarsi in un corpo ed in un viso bello ed affascinante. Sarebbe ancora impossibile pensare che il sillogismo greco secondo il quale ciò che è bello è anche buono menta, che non sempre corrisponda al vero.

Così le aspettative di Cyrano sono dolorosamente deluse, ma, con la pulizia d’animo che lo contraddistingue, il fine poeta-spadaccino, trova il modo per realizzare il sogno d’amore della sua bella e, al contempo, per esprimere fino in fondo i moti della sua anima. Lo fa prestando le sue parole e le sue rime a Cristiano, interpretato da Gianluca Di Gennaro, ma rimanendo fino in fondo se stesso, seppur acquattato nell’ombra.


Si tratta di uno sforzo corale, quello messo in atto in questa versione in scena all’Augusteo fino a domenica 15 dicembre, cui hanno lavorato alacremente 30 attori, 4 sarte, 5 macchinisti, 3 fonici. Spazio anche ai caratteristi e ad attori napoletani davvero bravi, come ha ricordato ancora Gennaro Cannavacciuolo. Un'interpretazione che, pur rimanendo fedele alle atmosfere dell'opera originaria, sa attualizzarla, rendendone accessibile la bellezza, la magia ed il messaggio più vero ad un pubblico trasversale.

E poi ci sono le musiche e le parole cantate,  quelle di Domenico Modugno, accompagnate dalla leggiadria e dalla forza dei balletti, ideati dal coreografo Orazio Caiti. Alle rielaborazioni musicali ci pensa Ermanno De Simone. Per completare e rendere magica l’atmosfera ci sono i costumi di Silvia Polidori, che riportano ai fasti di un’epoca, tra pizzi e trine. La regia e le scene sono affidate a Bruno Garofalo.
 
Per rendere ancora più realistici i duelli è intervenuto persino un maestro d’armi: Flavio Massimo Grumetti.



“Ermanno De Simone ha impiegato 7/8 mesi – continua Cannavacciuolo -  per riarrangiare le musiche di Domenico Modugno, che sembrano facili, ma non lo sono affatto”.

Anche Cristiano, pur essendo poco avvezzo alle parole, non rappresenta l’incarnazione del bello che vuole approfittare della situazione. Egli stesso, a suo modo, sfida le apparenze e rivendica il diritto ad essere amato per quello che è, nonostante le sue parole imperfette. 

Non vuole “trafugare” un amore che non gli appartiene, un’anima che a ben vedere e già promessa ad un altro, ma il destino sceglie diversamente e beffardamente per lui.

Per un destino avverso, o forse solo per cercare di proteggere un sogno d’amore che si rivela stridente illusione fuori tempo massimo, troppo tardi le anime dei due protagonisti, di Cyrano e di Rossana, si riconoscono simili, in una presa di consapevolezza che, come spesso accade, arriva quando si sta per perdere la persona amata (ed in questo caso la si perde due volte).

[…]    Qui riposa Cirano
        Ercole Saviniano
        Signor di Bergerac,
        Che in vita sua fu tutto e non fu niente!»
    Io me ne vo… Scusate: non può essa aspettarmi.
    il raggio della luna, ecco, viene a chiamarmi. […]   


Per informazioni e prenotazioni
Teatro Augusteo
Piazzetta duca d’Aosta 263
tel. 081414243 – 081405660
www.teatroaugusteo.it


[1] Ci si rifà a Lissa Giuseppe (a cura di) Storia degli Agiaoaini di Bernard de Fontenelle, Guida Editori, Napoli, 1979, pp. 70-71.

 ** In locandina tutto il cast ed i professionisti coinvolti
*** Le foto sono di Grazia Guarino

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