Ai cocktail targati Archivio Storico ci pensa
Salvatore D’Anna, bar manager del locale.
“Siamo alla VII
edizione del menù – sottolinea il bar manager dell’Archivio Storico - . Anche
questa volta si riconferma un forte legame con la tradizione del passato”.
Un passato che per
Napoli, come sottolinea Salvatore D’Anna , è caratterizzato da numerosi gap storici, in cui alcuni segmenti di
cultura sono stati letteralmente presi forzosamente e portati via.
Tra l’800 e il 900 si
registra un’evoluzione nella cultura e nei metodi enogastronomici. In particolare,
vi sono dei momenti storici in cui cucina, medicina e liquoristica convergono.
Tuttora alcuni liquori
vengono prodotti con erbe coltivate nel giardino inglese della Reggia di
Caserta, recuperando e valorizzando usi, costumi, antiche tradizioni e radici
storiche.
“Si pensi che quando re
Ferdinando – continua D’Anna – si trasferì in Sicilia volle assolutamente
portare con sé numerosi otri pieni della
cosiddetta acqua delle mummare,
frizzante e profumata”.
Oggi, ispirandosi a
quell’acqua, Salvatore D’Anna ha ideato
il cocktail Fizz, vodka & lemon.
Gustoso, poi, il connubio con
la pasticceria napoletana: entrambi i campi, infatti, sono connotati dal
ricorso a dosaggi e tecniche estremamente precisi.
Secondo quanto
ribadisce il bar manager, è necessario
coniugare tradizione ed innovazione, secondo regole precise, che
consentano un incontro virtuoso con lo stile dell’american bar, senza abdicare
alla propria identità forte e caratteristica.
Quattro le sezioni
drink: i classici, caratterizzati da ingredienti raffinati e di elevata
qualità. Le Grand Tour, ispirato al viaggio nei sapori del Regno delle due
Sicilie da parte dei giovani aristocratici del XVII secolo. Le ricette ò Monzù,
un termine che designava i capocuochi delle case aristocratiche in Campania.
I Cinque Martini per 5 Re, uno per ogni sovrano della Casa di Borbone.
Due, dunque, le
direttrici principali: quella dei cocktail classici ed intramontabili,
reinterpretati all’insegna di raffinatezza ed elevatissima qualità. E quella
dei drink di tendenza: i più richiesti, divenuti dei must rispetto ai trend canonici, ma con un quid di diverso.
Tre i punti di forza
delle scelte adottate dall’Archivio Storico: l’orientamento al cliente, la
valorizzazione della tradizione e l’ecosostenibilità.
“La nostra filosofia –
evidenza D’Anna – è quella dello zero
waste, dell’impatto ambientale zero. Tutto viene riutilizzato, ad esempio,
per le decorazioni, come avviene per la polvere di lime o per quella di peperone”.
Decorazioni e deliziosi
tocchi di colore, dunque.
Niente cannucce o, per
chi proprio non possa farne a meno, si va da quelle di ferro a quelle di carta,
passando per le compostabili.
Ed ora si punta alla
vittoria ai Bar Awards 2019 che si
terranno a Milano i primi di dicembre.
IL
PERCORSO DI DEGUSTAZIONE PROPOSTO
Si comincia con una
rivisitazione del Campari Spritz, un cocktail denominato Bicicletta. Lo ha sempre chiamato così, infatti, Salvatore D’Anna,
sin da quando ne ha memoria.
I drink ideati e
preparati dal bar manager introducono, per poi accompagnare, il pasto,
valorizzandone i sapori, esaltandoli e rendendoli ancora più intensi.
Dopo aver stuzzicato le
papille gustative, le danze del gusto si aprono con un antipasto di cavolo cappuccio brasato nel burro di nocciola, uova
di lompo e capesante scottate. In questo incontro tra mare e monti, la gustosa
salsa nasconde quello che c’è sotto, creando
un raffinato effetto sorpresa, in grado di soddisfare, viziandoli, anche
i palati più esigenti.
Si continua, in un
crescendo di sapori, con i Vermicelli
alla Borbonica, spaghetti all’aglio nero, olio e
peperoncino, su carpaccio di orata e mollica di pane.
E’ poi il momento del
secondo, con la braciola di vitello
ripiene di pizza di scarola, salsa di pinoli tostati e alici di Cetara. Un
intreccio di sapori, tra antico e nuovo, che delizia.
La coccola finale è
rappresentata dal dolce, un eclair
mandorle e lamponi, che ci riporta ai profumi, ai sapori ed alle
consistenze della Francia dei Monzù (il termine è una rivisitazione tutta
partenopea del francese monsieur), un
pasticcino dalla tipica forma allungata, concepito come un intenso dialogo tra
l’involucro glassato, composto da una pasta choux , e l’interno, caratterizzato
da un cuore di crema pasticcera.
Il gusto del dolce è accompagnato
ed esaltato da un drink classico, ideato dal bar manager che non abbandona mai
i menu targati Archivio Storico: un Clover Club, a base di gin, vermouth dry, succo
di limone, sciroppo di lampone ed albume, a richiamare, gemellandosi con esso,
i sapori che caratterizzano l’appetitoso protagonista del fine pasto.
** Foto di Paola Tufo
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