venerdì 21 febbraio 2014

Danzare per ritrovare se stessi nel contatto con gli altri. E' la Biodanza

Dice lo scrittore brasiliano Paulo Coelho "Se desidero ardentemente una cosa tutto l'universo cospira affinchè essa si realizzi".

E' la forza del pensiero positivo che ci ricorda che credere è potere se si mette concretamente azione per raggiungere un obiettivo. Se si tengono i piedi ben piantati per terra e le mani operano laborosiamente ma lo sguardo punta in alto verso le nuvole ed oltre.

Un esempio di questa filosofia che si incarna e si traduce in realtà è l'esperienza di Cristina Canino*.



Laureata in psicologia clinica e di comunità e operatrice e didatta di biodanza, Cristina conduce alcuni gruppi alla riscoperta della musica e della danza della vita (attualmente conduce un gruppo presso l'associazione Ermetica in via Alvino 13, a Napoli ogni giovedì dalle 18.30 alle 20.30). Non esistono movimenti unici, non siamo in palestra a fare zumba o ad imparare in mniera meccanica i balli latino-americani.

Ognuno fa emergere da dentro se stesso la propria forza vitale, la riscopre, la sblocca e la fa respirare e lo fa grazie alla presenza ed all'interazione con il gruppo, in un movimento sinuoso che sa avvicinarsi ed abbracciare l'altro, sorreggerlo e farlo sentire protetto, ma sa anche allontanarsi al momento giusto, per farlo camminare sulle sue gambe e lasciargli spazio, per farlo crescere, per farlo esprimere in libertà.

E' quello spazio di cui parlava Kahil Gibran nel suo libro "Il Profeta" in mezzo al quale dovrebbero spirare i venti del cielo e diffondersi l'amore per la vita.

Ma lasciamo la parola a Cristina affinchè ci parli della Biodanza (www.biodanzanapoli.wordpress.com ), nello specifico di quella creata da Rolando Toro, psicologo ed antropologo cileno.

"La Biodanza sistema Rolando Toro - racconta -  è una disciplina che attraverso musica, movimento libero, spontaneo e sentito, e le situazioni di incontro tra i partecipanti permette di conseguire effetti di integrazione umana, rinnovamento organico, rieducazione affettiva e riapprendimento delle funzioni originarie della vita. 
La Biodanza, infatti, non può essere praticata individualmente, ma richiede che il processo di crescita individuale si realizzi all’interno di un gruppo che, nel tempo, si integra affettivamente e permette di accelerare l’evoluzione di tutti i suoi partecipanti"
D'altronde, ricordano in generale gli addetti ai lavori, il nostro stesso senso di identità, il sè, l'autoconsapevolezza, non potrebbero svilupparsi se non ci fosse una continua interazione con gli altri ed un feedback che ci arriva da loro e che ci consente di aggiustare il tiro".



Ma biodanza è linguaggio armonico e di libertà.... rifugge dagli schematismi rigidi e mira a far ritrovare ad ognuno autonomamente la propria casa dell'anima sciogliendo i nodi, liberando le eergie soffocate, restituendo attraverso la consapevolezza del sè più profondo ed il contatto con il prorio corpo, le chiavi della propria dimora interiore.

PAROLA D'ORDINE EQUILIBRIO
Per integrazione umana si intende la possibilità che ognuno riconduca ad un tutto unico la consapevolezza di sè frammentata, e si riappropri del proprio nucleo originario.
Ciò avviene, come spiega Cristina, attraverso lo scioglimento delle tensioni muscolari croniche e il riscatto dell’unità psicofisica, nel contatto con i propri simili. Attraverso il rafforzamento della capacità di stabilire relazioni significative con gli altri esseri umani.
Nel contatto con l'universo, intendendosi con questa espressione la possibilità di ristabilire, a livello interiore, il legame tra uomo e natura e di riconoscersi parte di una totalità maggiore.
Per rinnovamento organico si intende la possibilità di stimolare nell’organismo nuovi livelli di equilibrio a partire da stati di disordine.

A fare da forza trainante in Biodanza è la stimolazione dell’omeostasi (equilibrio interno) e la riduzione dei fattori di stress, attraverso esercizi di rilassamento profondo in un contesto affettivo in grado di aumentare l’efficacia dei processi di riparazione organica.
Per rieducazione affettiva si intende la possibilità di stimolare un’affettività matura ed equilibrata nell’essere umano, anche nei casi in cui difficoltà relazionali vissute nell’infanzia portino a meccanismi di difesa nei confronti dei legami significativi con gli altri.
Per riapprendimento delle funzioni originarie della vita si intende una sensibilizzazione e quindi un rinnovato contatto  ed una nuova presa di consapevolezza, degli istinti di base (senza violentarli, negarli, soffocarli, negarli, vergognarsene), in modo da permettere agli individui di rispondere armonicamente alle necessità organiche e, quindi, di mantenere la salute.
A creare questa nuova visione Rolando Toro, scomparo il 16 febbraio 2010.
Egli stesso la definì come una nuova poetica dell'incontro umano.
Toro, nel 1965, realizzò le prime esperienze con la danza in ambito clinico, con pazienti dell’ospedale psichiatrico di Santiago del Cile. 
Propose sessioni di danza nelle quali ebbe modo di vedere come musiche diverse inducessero emozioni diverse, ad es. i pazienti con grave depressione miglioravano il tono dell’umore e la vitalità attraverso musiche ritmiche, mentre le musiche lente favorivano regressione e aumento dei deliri nei pazienti psicotici. 
Un giorno Rolando Toro, osservando i suoi fiugli che giocavano fewlici e spensierati, si chiese perchè tutti gli esseri umani non potessero ritrovare quello stato di serenità e libertà interiore e continuò ad approfondire i suoi studi alla ricerca di questo Eden interiore.
Da queste prime osservazioni capì l’importanza dell’associazione tra musica-movimento-emozione e continuò su questa strada estendendo il suo metodo anche fuori dell’ambito clinico continuando a studiare e ad approfondire e diffondere  Biodanza, intesa in senso generale come sistema di sviluppo integrato dell’essere umano  visto come un tutto uno le cui parti sono in interazione tra loro e come un organismo costantemente in relazione con altri organismi viventi e con l’ambiente. Negli anni ottanta Biodanza si è diffusa rapidamente in gran parte del sud america e lì sono nati il primo corpo docenti e le prime scuole di formazione per poi diffondersi in Europa e nel resto del mondo.

OGNUNO DANZA SE STESSO

Dicevamo che la biodanza non prevede movimenti obbligati e standardizzati. Ognuno può danzare il ritmo della propria vita... ognuno ha il suo.
"Nelle mie giornate caotiche - ribadisce Cristina -  io danzo sempre. Oggi la mia danza della vita è proprio accettare questa impossibilità di programmare e  controllare le cose e le persone e lasciare che tutto fluisca come deve fluire. Se ci spostiamo alla periferia del caos o meglio se abbiamo il coraggio di entrarci fino in fondo scopriamo una forza che non crediamo di avere. Gli studi sulla Resilienza (ossia la capacità di reagire ad eventi traumatici senza sviluppare patologie ma rimanendo integri e consapevoli) ce lo confermano. L'ordine prima o poi arriva. E ci scopriamo a mano a mano migliori e più forti di prima. Questo almeno è quello che è accaduto a me.



IL PERCORSO INDIVIDUALE DI CRISTINA CANINO. LA POETICA DEL SUO INCONTRO

Ho incontrato biodanza nel 2005 a Bruxelles e me ne sono innamorata subito. Stavo per terminare la mia tesi in psicologia e decisi di iscrivermi anche alla scuola di formazione di biodanza diretta da Flavio Boffetti con sede qui a Napoli. 
Mi sono laureata e ho terminato il percorso di studi in biodanza.  Da sempre il linguaggio del corpo,le dinamiche di gruppo,  gli studi di Reich mi hanno affascinato. 
Nel 2000 incontrai e praticai la bioenergetica, grazie alla quale cominciai ad entrare in rapporto e non solo teorico, col mio corpo e con il suo linguaggio. 
E nel frattempo ho avuto modo di approfondire lo studio e la pratica di varie tecniche orientali ed occidentali sul tema mente-corpo. 
La danza e la musica sin da piccola sono state pane quotidiano per me. Sono figlia di un medico  e  di un padre che era un musicista. Lui oggi non c'è più ma ha sempre visto in me il desiderio di danzare. Il "balletto" però non fa per me, così come la psicoterapia che ho fatto per tanti anni.  
Credo fortemente nell'unità psico-fisica dell'essere umano. 
Le parole possono aiutarci si ma anche dividerci. 
E  bisogna saperle usare. Abbiamo altre modalità per arrivare a scoprire la natura che siamo e che vogliamo essere. Forse è arrivato il momento di stravolgere un pò i vecchi schemi, gli "ordini" e unire le diverse esperienze. 

OBIETTIVI FUTURI
Come al solito per ogni rosa c'è sempre una spina o più d'una ed anche qui Napoli ed io Sud arrancano e stentano a tenere il passo, a recepire fino in fondo messaggi innovativi e ad inquadrarli in un quadro normativo più ampio, in un ottica di scambio, confronto e dialogo .
"Nel futuro il mio auspicio  - rimarca Cristina -  è che la biodanza possa essere riconosciuta come lo è altrove (per esempio in Lomabardia e in Toscana) anche qui a Napoli, dalle diverse istituzioni. Da quella scolastica a quella sanitaria. E che i vecchi sistemi si aprano a quelli nuovi. Mi vedo continuare a lavorare con bambini, disabili e chiunque abbia voglia di ritrovare se stesso attraverso una tecnica nuova, semplice, ma efficace.

UN MESSAGGIO DI CORAGGIO E CONSAPEVOLEZZA 
Pensando al futuro Cristina chiude gli occhi e si abbandona all'immagine di cerchi di adulti e bambini che danzano, fanno la ronda, in armonia e fiducia.
E' in quell'energia che si sprigiona dalla loro interazione, dalle mani che si sfiorano o si stringono senza paura che risiede la forza della vita. 
E' in quel messaggio muto che ci dice "Ci sono...  ma non ti soffoco" che in definitiva risiede Dio, un Dio di libertà ed amore, innanzi tutto per se stessi e poi, in maniera naturale e inclusiva, per gli altri.
"Siamo un tutt'uno - dice sorridendo Cristina - con la Vita, con Dio, e la fisica quantistica ci dimostra l'efficacia del pensiero positivo sull'azione.  Ma basta rifarsi a Socrate, brillantemente ripreso da Hilmann,  quando ci parlava del  'daimon',  ipotizzando l'esistenza di uno spirito guida, una sorta di grillo parlante che rappresenta la nostra coscienza. Prima quando mi hai chiesto come ti vedi nel futuro ho chiuso gli occhi, ho ascoltato la 'mia voce interiore' e ho visto cerchi di donne e bambini che danzano liberi e uomini che finalmente si arrendono alla loro affettività. E se provassimo a fare tutti questo piccolo esperimento?"
Perchè provarci, al di là del risultato, è già vicere un po' la propria battaglia. 





*Dott.ssa in psicologia clinica e di comunità
Operatrice Titolare e Didatta di Biodanza, specializzata nell'estensione di biodanza "voce e percussioni" e nell'applicazione di biodanza per bambini, adolescenti e portatori di handicap
Insegnante collaboratrice della Scuola di Formazione di Biodanza di Napoli
Socio Ordinario dell' Associazione Internazionale Professionale degli Operatori di Biodanza Sistema Rolando Toro Araneda (AIPOB).


Dal 2009 conduce gruppi esperienziali di biodanza a Napoli (con frequenza di una volta alla settimana) e seminari in diverse città per adulti, bambini e disabili.

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